martedì 9 novembre 2021

LIBERA, USCITA

Tra i pochi vanti della mia vita c'è quello di essere stato amico, oltre che collaboratore assiduo, di Giancarlo Fornari per un decennio, da quando mi selezionò per la sua squadra di Relazioni esterne (la comunicazione pubblica in Italia l'ha praticamente inventata lui, ma ve l'ho già raccontato) a quando è prematuramente (e visto come viveva, l'avverbio si può a buon titolo usare nonostante l'età) scomparso, oramai undici anni fa. Tra le altre cose, mi fece conoscere una associazione che aveva cofondato e di cui era presidente, Liberauscita, finalizzata al riconoscimento dell'autodeterminazione terapeutica per tutte le persone, con particolare riferimento alle scelte di fine vita, nei cui valori mi sono da subito riconosciuto e di cui sono rimasto socio per molti anni: francamente non ricordo con esattezza quando e come ho smesso di rinnovare la tessera, ma è stato di recente, tanto che continuo a riceverne in posta la newsletter.

Nell'ultima edizione, trovo una sorpresa positiva, anche se la notizia non lo è affatto. Da quando è iniziata la deformazione proditoria della realtà che per comodità chiamiamo anche noi "pandemia", infatti, leggo sempre più distrattamente di qualunque battaglia per i diritti civili in genere, se manca di aggancio con l'attacco epocale agli stessi in cronaca, sia quando lo fa per dolo calcolato (enfatizzando concessioni o anche solo attenzioni su temi come LGBT, violenza sulle donne o linguaggio di genere al solo scopo di distrarre dal furto di libertà ancora più fondamentali perché anche prodromiche ad esse e a tutte le altre) sia anche solo quando è per colpevole distrazione. Per dire, mi sono cancellato da Altroconsumo, perché secondo me aderendo alla narrazione ufficiale sul virus tradisce uno dei suoi pilastri fondativi. E leggo con fastidio delle battaglie fuori tempo e contesto dei CUG lavorativi, e di quelle proditoriamente fuorvianti dei sindacati (i primi a tradire, oramai quasi trent'anni fa). Ragion per cui leggere delle dimissioni di Maria Laura Cattinari, presidente di Liberauscita proprio dai tempi della scomparsa di Giancarlo Fornari, e soprattutto della loro motivazione, mi ha ripeto da un lato intristito perché sancisce forse (la stessa Cattinari mi ha preannunciato che la presenza di alcuni soci minoritari che condividono le sue preoccupazioni la potrebbe indurre a ritirare le dimissioni fino a una prossima assemblea dove contarsi e decidere) la fine (non so ancora se di diritto o solo di fatto) di un'associazione così meritoria, ma dall'altro confortato, come sempre capita a chi sentendosi sempre più isolato a un certo punto scopre invece finalmente che esiste qualcun altro a pensarla come lui (ma sarebbe il caso di dire "a pensare" tout-court). Tant'è che l'ho contattata per esprimerle la mia solidarietà e chiederle qualche approfondimento, che ho subito ricevuto con tanto di permesso a pubblicarlo.

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Caro Gino,

quando si ha un sentire comune, a maggior ragione di questi tempi, direi che si è reciprocamente cari.

La notte prima della riunione del 23 ottobre scorso, mio figlio Enrico, membro del Direttivo Nazionale, avvocato, ha scritto e inviato al Direttivo una lettera, di cui ti riporto un passaggio:

Credo in particolare che proprio questo momento storico ponga più che mai in pericolo alcuni dei principi fondamentali per la cui difesa la nostra associazione esiste. Credo che da decenni il principio dell’autodeterminazione terapeutica non sia stato messo in pericolo come ora.
Per quanto mi riguarda, quindi, l’unica vera questione da porre all’ordine del giorno è se siamo tutti consapevoli di questo pericolo, se vogliamo proseguire uniti nella nostra pacata e onesta lotta per la “
liberazione dell’essere umano da ogni forma di costrizione fisica, morale o economica” o se siamo disposti a svendere decenni di impegno a tutto vantaggio di politicanti e uomini di potere.
Non mi illudo che proseguire in questo momento storico possa essere per noi facile. Qualsiasi posizione che non sia allineata con le tesi governative rischia oggi di essere tacciata di eresia. Ma non è forse per questo che oggi più che mai c’è bisogno del nostro impegno?[... ] se tra le Socie e i Soci di Libera Uscita vi è la consapevolezza - quasi come tra pochi carbonari - dei rischi che la nostra società sta correndo con il dilagare delle tesi oggi dominati in materia di vaccinazione coatta/obbligatoria contro il Covid-19, la mia opinione è che vada fatto tutto il possibile per salvare e tenere in piedi la nostra associazione...

Ma una presa di posizione comune, rispettosa dei nostri fini statutari, purtroppo non ci fu, e rassegnai le dimissioni.

Ancora nel febbraio 2020, in piena "prima ondata", l'associazione aveva predisposto e diffuso un modulo di "Dichiarazione ai Curanti" che, mentre gli anestesisti e rianimatori discutevano su quali criteri adottare per decidere chi far entrare o meno in Terapia Intensiva, consentiva a chi la produceva di dichiarare di non voler essere ricoverati in TI ma invece di essere solo assistiti domiciliarmente fino, eventualmente, "alla Sedazione Palliativa Profonda Continua".

Come ricorderai, infatti, lo Stato d’Emergenza proclamato a partire dal 31 Gennaio 2020 ha portato ad assurdi protocolli che hanno di fatto impedito la cura precoce domiciliare dei colpiti dal virus. Non potevamo saperlo, ma erano solo i primi passi a calpestare il principio dell'autodeterminazione terapeutica!

Trovo importante sottolineare come tutto è stato fatto per impedire che risultassero esserci delle cure per arginare e contenere la pandemia, requisito imprescindibile per poter commercializzare i vaccini ancora in fase sperimentale. La vicenda De Donno è tragicamente emblematica ma anche l’ostracismo inflitto ai tanti medici che, riuniti in gruppi diversi, tra cui il noto Ippocrate.org,  hanno continuato a curare con farmaci di uso corrente e con buoni risultati. Sospesi poi dall’ordine. E a sottolineare e insieme aggravare la sostanziale inutilità sempre più evidente dei così detti medici di base - sai tutto assai meglio di me - "Tachipirina e vigile attesa".

Il silenziamento di ogni opposizione. Il mantenimento della più totale disinformazione. I giornalisti che fanno solo propaganda di Governo come sotto Mussolini e sono pagati profumatamente per questo (quelli di "peso", gli altri magari basta il precariato diffuso a ridurli a ragione, se vogliono continuare a mangiare - NdR).

Così via via si sono zittite tutte le voci scettiche o contrarie alla vaccinazione di massa come unico rimedio alla pandemia, agitando davanti al popolo ormai soggiogato dalla paura i "rischi di varianti ancor più pericolose".

Infine, per indurre alla vaccinazione chi ancora si ostina a pretendere di decidere con la propria testa sul proprio corpo, si parte il 5 agosto 2021 con il Green Pass. Ma già da giugno erano cominciate a riempirsi le piazze d’Italia con la parola d’ordine "NO PAURA DAY, NO GREEN PASS", tutto nel più assordante silenzio dei media, tranne che per screditare ovviamente.

Io è dal Luglio del 2021, dalla manifestazione No Paura Day di Torino, che comincio a veicolare messaggi tesi a verificare la disponibilità del Direttivo e dei Soci a far sì che Libera Uscita prenda una posizione forte e chiara contro il green pass: obbligo surrettizio, strumento liberticida che viola totalmente ciò per cui LU è nata nel 2001 a Roma. Ora abbiamo dal 15 Ottobre il GP esteso anche al mondo del lavoro e i sindacati non hanno avuto niente di meglio da suggerire se non l’obbligo tout court!! Non ci sono parole.

Maria Laura Cattinari

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Chi mi segue ha sicuramente trovato in queste righe tante tematiche trattate ed eviscerate da questo blog in questi ormai quasi due sciaguratissimi anni. La più scandalosa delle quali è l'insabbiamento di tutti quei protocolli di cura precoce che avrebbero abbondantemente ridotto le proporzioni della cosiddetta pandemia a un normale increspamento della curva storica delle influenze (e anche così non siamo andati troppo lontani: nemmeno un "ordine di grandezza" in più). E la più sconfortante è l'acquiescenza di tante teste che sapevi pensanti a una narrazione illogica e assurda: al proclama che la curva risale quindi ci vuole la terza dose e l'ulteriore proroga dello stato di emergenza e quindi del green pass, un vaccinato con due dosi e ancora un briciolo sveglio dovrebbe finalmente ribellarsi e pretendere la testa di chi lo ha preso in giro, invece la farà, poi farà anche la quarta, poi accetterà che qualunque suo diritto (dopo l'accesso al lavoro, sarà la volta di quello al proprio conto corrente: è tutto pronto) sia subordinato al possesso di una patente di buon suddito (con il nome già ammiccante all'ecologia, sennò perché "green"?), che sarà subordinata a qualunque cosa chi comanda ritenga opportuno. E intanto applaudirà a chi come in Austria propone il lockdown per i soli renitenti alla leva vaccinale, che invece se avesse letto (o ricordarsi di averlo fatto) Huxley o Orwell dovrebbe tradurre come carcere per reati di opinione, e levare gli scudi.

3 commenti:

pasqbass ha detto...

Caro cuGino, le cose che ho letto le condivido appieno avendo vissuto sulla mia pelle il criminale protocollo della vigile attesa (...della morte) che ha fatto finire in ospedale mia moglie, destino che io ho evitato per un pelo. Mi sento però di dire che continuare a ripeterci quello che già sappiamo sia totalmente improduttivo. Due cose ritengo invece vadano fatte: 1) rimanere in contatto stretto per non vivere con angoscia l'emarginazione che la situazione ci impone e che si protrarrà ancora a lungo. 2) lavorare da subito con bimbi e adolescenti per testimoniare la esistenza di un'altra realtà possibile, basata sui valori della libertà solidale e dell'inclusione. Pasquale

cugino ha detto...

ma infatti ne ho riparlato solo in quanto correlati al fatto "di cronaca" di cui racconto nel post....

ho smesso invece di tentare di convincere chicchessia, e invece mi dedico proprio alle cose che dici tu

cmq grazie

Maria Laura Cattinari ha detto...

Caro Gino,

grazie davvero per aver reso pubbliche le ragioni che mi hanno indotto a rassegnare le dimissioni dalla Presidenza dell'Associazione LiberaUscita. Il momento che stiamo attraversando in Italia e nel mondo è di una gravità inaudita e, come tu dici bene, è tale da porre in secondo, terzo, quarto, nessun posto, tutte le altre battaglie per i "diritti civili" che sempre ci hanno visto in prima linea.
Come dice Pasquale dobbiamo restare uniti e Resistere, lo dico da non grimpassata che vive sulla propria pelle l'essere cittadina di serie B.
Un caro saluto e ancora grazie.

Maria Laura Cattinari
Maria Laura Cattinari

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