venerdì 17 giugno 2022

RADIOCIXD 58 - LINEA GOTICA

Dopo il "botto" dell'album di esordio, fu subito chiaro a tutti, protagonisti compresi, che stavolta si usciva dagli steccati. E anche se ancora non immaginavano le vette di vendita che sarebbero arrivate, i nostri trovarono immediatamente congruo ripiegarsi in un live unplugged, registrato nell'allora ancora Videomusic (l'acquisto da parte di MTV della gloriosa emittente italica era da venire), come a rendere ancora meno facile la fruizione dei brani, così sfidando il pubblico ad attivarsi in un ascolto "attivo" già allora fuori moda (oggi, non ne parliamo...). Sfida persa: ottime vendite e concerti tutti gremiti, come quello nel fossato di Castel Sant'Angelo cui assistetti al tempo, uno dei primi in cui eseguirono la cover di Battiato di cui parliamo tra poco (immaginate la nostra sorpresa allora...).

La "fine del mondo" non era ancora finita (non lo è nemmeno adesso, che inoltre in giro non c'è nemmeno l'ombra di un cantore adeguato al buio dei tempi), anzi si mostrava ancora più dolorosamente in quella che fu la prima guerra nel cuore dell'Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale (anche se oggi vi dicono che è quella in cronaca...), quella susseguente all'implosione della Jugoslavia (pilotata dalla Germania e gradita al Vaticano, innanzitutto). E i nostri non potevano che cantarla. Ne venne fuori un album ancora più cupo e duro del precedente, sia nei testi che nelle musiche e negli arrangiamenti. Un secondo capolavoro nel giro di due anni, che come un uno-due di Mohammed Alì non poteva non mettere al tappeto chi si dava la pazienza di ascoltare, bypassando la ruvidità. Anche grazie alla voce incantatrice della new entry Ginevra Di Marco, che da qui intraprenderà una carriera tra le più interessanti del panorama musicale italiano (e infatti di lei vi ho già scritto alcune volte).

Il disco fu battezzato Linea gotica, come apparve ovvio a chi ricordava che anche noi, neanche tanto tempo prima, eravamo stati divisi da potenze militari nemiche e ci eravamo ammazzati tra noi, come adesso accadeva ai cugini al di là dell'Adriatico. E anche questo va ascoltato tutto, e con attenzione, perché è forse meno accattivante ma è di una bellezza ancora più straziante e di una profondità ancora più sconvolgente dell'opera prima. Ecco la tracklist commentata, coi tube in popup.

  1. Cupe vampe - In qualunque guerra se la prima vittima è la verità, i primi a bruciare sono i libri. Toccò anche a Sarajevo, città cosmopolita e multirazziale costretta da una guerra insensata, ripeto voluta e architettata altrove (in Jugoslavia i matrimoni misti, in tutte le dimensioni, erano la regola, ed anche per questo quel conflitto fu così atroce), forse da quelli stessi che tirano le fila oggi (e vi raccontano palle ora come allora). Chi ascoltava questa canzone allora si vaccinò, contro il virus della menzogna calata dall'alto, chissà che non funzioni ancora...
  2. Sogni e sintomi - Perché a volte non resta che guardare "il mondo con occhio lineare, come un animale che non sa cos'è il dolore, come un animale che non può capire, come un animale nel tempo di morire"
  3. E ti vengo a cercareLa prima sorpresa ve l'ho già raccontata, fu di sentire i miei idoli di oggi dare tributo a un mio idolo di sempre. La seconda fu, quando poi ascoltai questa versione in studio, sentirne l'ultimo verso cantato dallo stesso Battiato, come a timbrare l'operazione - d'altronde Franco non ha mai nascosto la sua ammirazione per i CSI.
  4. Esco - Sul palco Ginevra e Lindo cantavano questo brano dandosi le spalle e roteando lentamente, con l'esco di lei a punteggiare con precisione il testo cantato da lui. Un incanto.
  5. Blu - "...ho dato al mio dolore la forma di parole abusate che mi prometto di non pronunciare mai più"
  6. Linea Gotica - Squarcio sulla guerra in Italia, con citazioni di Beppe Fenoglio (ci fecero un album sopra, qualche anno dopo) e riferimenti a noti partigiani. Un testo feroce, di cui vi cito solo il verso finale: "la mia Piccola Patria dietro la linea gotica sa scegliersi la parte"
  7. Millenni - Altro ceffone, a ricordarci quanto e come le religioni in genere, e quella cristiana in particolare, siano state nella Storia spesso il pretesto principale per eccidi e stermini.
  8. L'ora delle tentazioni - Ideale seguito del brano precedente, con la religione vista dal punto di vista opposto, estremamente privato, a tentarci proprio grazie al senso del peccato.
  9. Io e Tancredi - Questa per capirla bisogna sapere qualcosa dei cacchi privati di Lindo, allevatore di cavalli prestato alla musica ma alla fine tornato al suo vero mestiere, o almeno queste sono le sue ultime coordinate conosciute...
  10. Irata - A chi lasciare la parola conclusiva di questa opera sulla tragedia della guerra e della divisione, se non al poeta che meglio di tutti l'aveva compresa e anzi prevista? Ecco che il testo di questo brano conclusivo è praticamente di Pasolini, e chiude così: "..ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario, mi trovo imbarazzato sorpreso ferito, per una irata sensazione di peggioramento di cui non so parlare né so fare domande"

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