Ma andiamo con ordine. Esiste un modo per distinguere uno scienziato da uno scientista, cioè un autentico studioso da un sacerdote interessato di questa nuova religione attraverso cui la dimensione religiosa dell'animo umano, quella per cui l'uomo quando non si spiega qualcosa ricorre all'autorità del sovrannaturale altrimenti non sopravvivrebbe, si è presa la rivincita dialettica al terreno eroso dalle spiegazioni scientifiche su quelle mistiche negli ultimi secoli, utilizzando proprio le categorie del pensiero scientifico per costruire un nuovo credo. Il modo è abbastanza semplice: se egli ha dubbi, se li manifesta di continuo, se mette avanti ogni volta che può formule dubitative anche alle sue stesse scoperte che gli sembrano più lampanti, se non si sogna manco la notte di imporle come dogmi, egli è uno scienziato. Se fa il contrario è uno sciamano del culto scientista, spesso ben remunerato della acquisita posizione.
Con un criterio così, è semplicissimo etichettare come ciarlatani, ad esempio, tutti quei soloni ben pagati che ci hanno afflitto negli ultimi anni con i Sacri Vaccini, chiamati tali senza esserlo per poterli imporre senza sperimentazione, e continuando ad insistere anche quando la sperimentazione su cavie umane coatte ha mostrato sempre più falle nella loro efficacia e nella promessa irrilevanza degli effetti collaterali (e ancora non abbiamo visto niente). Tra gli ultimi scienziati veri ad essere fregati dalla logica dell'emergenza, infatti, ci fu un certo Einstein, e non smise mai di pentirsene con dolore e pubblicamente finché visse. E non si era ancora affermata la fisica quantistica, che allo stesso Einstein metteva paura ma che oggi è il fondamento di una marea di applicazioni pratiche con cui giochiamo ogni giorno di continuo, a spazzare definitivamente il vecchio assioma che qualificava come scientifiche le osservazioni in cui l'osservatore non influiva sui risultati. E anche se a molti sembra ancora un'etichetta astrusa, senza la fisica quantistica non avremmo quasi nessuno degli aggeggi che costituiscono la nostra quotidianità, dalla TV in avanti.
Un reazionario magari religioso potrebbe dedurne che il successo ottenuto dal metodo scientifico nel cambiare il mondo negli ultimi secoli, a un certo punto ha fatto credere che esso potesse risolvere anche questioni al di fuori della sua portata, e ce ne sono in giro e ce li siamo pure trovati dalla stessa parte della barricata nella guerra contro la narrazione pandemica. Ma non è esatto: chi usi il metodo scientifico con rigore sa riconoscere le questioni al di fuori della sua portata, e lo dichiara, è solo chi ha altri interessi di varia natura (ingenuo o in malafede che sia) che spaccia per scientifiche conclusioni che invece sono solo miranti a un suo qualche obiettivo, per poterlo meglio attuare con l'appoggio dell'opinione pubblica, ben manipolata dalla propaganda. Gli esempi sono tanti, anche mettendo da parte il covid.
Il clima. Tutti noi possiamo constatare che l'app che abbiamo sul telefonino ci azzecca abbastanza solo per le previsioni a brevissimo termine, così così per quelle a breve e medio termine, mentre quelle della settimana prossima sono al massimo una indicazione di massima che spesso non si realizza. Gli è che le variabili in gioco per calcolare che tempo farà crescono esponenzialmente tanto più lontano nel futuro puntiamo l'obiettivo. Al punto che nessun computer esistente o immaginabile potrà mai, neanche concettualmente, calcolarle con precisione. Se ne deduce:
- che chi compare in televisione dicendoci che tempo sarà la prossima estate o il prossimo inverno la sta solo buttando li, e probabilmente ha meno chance di azzeccarci del nostro bisnonno agricoltore;
- che chi ragiona di riscaldamento climatico lo fa solo per imporre politiche di impoverimento e arretramento nei diritti fondamentali (economici prima che civili, perché gli ultimi senza i primi sono una presa per il culo), o perché si è bevuto la narrazione di chi ha questo abietto obiettivo.
Ne volete una prova? Ve ne do due, logiche ma volendo anche pratiche:
- se è così importante la transizione energetica (verso l'auto elettrica o la casa in classe A, per esempio) per ridurre il riscaldamento climatico (evidente, ma se anziché agire contro le sue vere cause si agisce contro cause apparenti, non si risolve, giusto?), perché anziché varare un massiccio piano di investimenti pubblici si chiede ai privati cittadini di impoverirsi indebitarsi insomma farsi carico della cosa?
- guardate negli occhi un sedicente scienziato che promuove la tesi del riscaldamento climatico antropico da fermare a ogni costo, e chiedetegli: hai la bacchetta magica, e sei in grado di ridurre con un cenno la temperatura media annua esattamente dei gradi che secondo te sono aumentati a causa dell'uomo; puoi dire con certezza che così il clima tornerà come quello di prima (quando signora mia c'erano le mezze stagioni) e non invece magari arriveranno problemi maggiori di quelli che la cronaca presenta sempre invariabilmente come parte della narrazione imperante? che ne so, nevicate assurde e letali, tempeste polari o altre amenità? se vi dice di no è un vero scienziato, e il castello di carte crollerà, se vi dice di sì è un buffone magari prezzolato.
Ma scendiamo su un caso in cronaca di portata minore, così da comprendere quanto l'asserzione che non siamo in grado di controllare veramente tutte quelle questioni in cui le variabili in gioco sono tante, anche quelle minime figurarsi quelle di portata globale, lo chiameremo il caso dell'Orsa assassina, anche se forse è solo una normale bestia selvatica che normalmente difende il suo territorio specie se ha dei cuccioli. Forse ne avete le scatole piene, e condivido perciò sarò breve, tanto usando la stessa logica dei capoversi precedenti si capisce bene dove sia stato commesso lo sbaglio, quindi dove siano le colpe (né sull'animale, né sul malcapitato ucciso). Gli è che a un certo punto qualcuno ha pensato qui una volta c'erano gli orsi, oggi non ci sono più, questo è un male per gli equilibri dell'ecosistema, vado in Slovenia, ne piglio un po', me lo calcolo scientificamente quanti, li porto in Trentino, ed opplà ho ripristinato l'ecosistema. A differenza del demiurgo del clima, qui non serviva la bacchetta magica, ma solo un qualche referente politico che gli desse ascolto e gli fornisse i mezzi. Ma (ops!) nel giro di un paio di generazioni gli orsi sono diventati troppi (non lo dico io, lo ammettono loro, infatti tra le soluzioni proposte c'è l'avvio di una deportazione in direzione opposta), come i cinghiali a Roma, a dimostrare che anche in casi così tutto sommato limitati credere di avere il controllo "scientifico" su fenomeni dalle troppe variabili è da presuntuosi criminali. I cinghiali come esseri selvatici sono relativamente poco prolifici, peccato che qualcuno abbia avuto la bella pensata di incrociarli coi maiali per mettere su degli allevamenti di cinghiali redditizi, da cui evidentemente qualche esemplare è sfuggito, ed essendo prolifico come i maiali ecco che nel giro di qualche anno si parla di invasione. Pensate se e quando avranno la libertà di costruire degli ibridi in laboratorio, cosa potrebbe venire fuori.
Ecco l'unica vera ragione per cui dovrebbe essere tassativamente vietato in tutto il mondo "giocare" con gli OGM. Già la modifica genetica ottenuta attraverso incroci "naturali" è potenzialmente pericolosissima, figurarsi dargli la potentissima accelerata di poterla effettuare in laboratorio. E chissà già quanti esperimenti hanno fatto, dai virus in su, persino in posti dove i governi sono formalmente contrari figurarsi dove tollerano. Senza tornare a parlare di vaccini mRna, ogni sperimentazione su questo terreno andrebbe semplicemente fermata, da un governo mondiale effettivamente illuminato, semplicemente perché nessuno è in grado di prevedere nemmeno lontanamente dove può portare. Non interessa se potenzialmente questa ricerca può farci guarire da tutte le malattie esistenti, interessa che se anche fosse davvero possibile senza controindicazioni come ad esempio lo sviluppo di malattie peggiori oggi inesistenti, il famoso demiurgo con la bacchetta magica che avesse il potere di attuarla con un gesto dovrebbe anche essere in grado di dirci ad esempio quanto tempo potrebbe resistere senza distruggersi un mondo dove nessuno si ammala e muore più e tutti campiamo cent'anni. Non sei in grado? ridammi sta bacchetta che te la spezzo sulle corna!
Con tutto questo non intendo che bisogna rinunciare alla ricerca in tutti quei settori dove l'analisi richiede quella che per semplificazione si può chiamare "matematica dei sistemi complessi". Solo che nel farlo bisogna mantenere la bussola orientata sul dio Dubbio (leggetevi questo articolo di filosofia, se volete approfondire), e neutralizzare tutti coloro che invece, interessatamente o ingenuamente che sia, si muovono su questi terreni sparando certezze a raffica.