giovedì 15 giugno 2023

IL NEMICO NATURALE

Di solito questo blog non insegue, non avendone peraltro i mezzi, l'attualità, tantomeno quando questa è fatta di cori, di esultanza o di lutto che essi siano, o di qualunque altro sentimento in questo continuum. Ma quando si parla di un personaggio in funzione del quale si è orientata, in un modo che poi si è rivelato fasullo (quindi probabilmente appositamente ingannatorio), tutta la società italiana degli ultimi trent'anni in tutte le sue sfaccettature (dalla politica allo spettacolo passando per lo sport e l'arte - e mentre scrivo mi rammento dei tanti punti di contatto tra questi mondi), non si può passarla liscia. E quindi anche qui ora leggete quello che è stato chiamato "il coccodrillo del Caimano".

Visto il peso del personaggio, in questi giorni abbiamo tutti assistito allo sport nazionale della commemorazione del caro estinto esaltandone i pregi e nascondendone i difetti, o quando proprio non si può nasconderli mostrandoli con la tecnica del "si ma", sport portato alla ennesima potenza. Fino alla celebrazione dei funerali di Stato, a uno che stato lo intendeva con la minuscola non solo quando era participio passato. Volendosi sottrarre, bisogna necessariamente essere estremamente sommari, evitandovi il pippone che risulterebbe dal rammentare punto per punto chi fosse e cosa abbia fatto. Peraltro, essendo stato, come molti a sinistra, per anni ossessionato dalla sua figura di Nemico naturale, il tag Berlusconi è ancora uno dei più cicciotti, anche ad anni di distanza da quando ho praticamente smesso di usarlo (evitando, anche, da un certo punto in poi, di proseguire con altri nella abitudine di creare tag "personali", preferendo invece etichette più generaliste), per cui hai voglia a ripassarselo, volendo, anche solo su questo blog.

Quello che faremo è, allora, "salutarlo" con tre o quattro ragioni per cui davvero l'uomo di Arcore, nel bene o nel male, dovrebbe passare alla Storia, e non è detto che siano quelle per cui invece lo farà:

  1. palazzinaro figlio di uno intrallazzato con le banche, non si è mai saputo davvero dove abbia preso i soldi per cominciare, ma si sa che ha avuto per anni un boss mafioso in casa come "stalliere", che Borsellino lo aveva attenzionato prima di essere ammazzato, che ha assunto il finanziere che indagava sulle scatole cinesi delle sue società estere, che quando è "sceso in campo" aveva così tanti debiti che aveva un liquidatore in casa, e che è con la Trattativa (che in questi giorni si è decretato che non c'è mai stata) che è iniziata la sua fortuna politica e quindi economica - a fronte di tutto questo e molto altro, il claim che sia stato un valente imprenditore che è entrato in politica per il bene del suo Paese è stato talmente ripetuto che è diventato luogo comune ("per combattere i comunisti", che non c'erano già più e anche se egli stesso ebbe a dichiarare apertamente di essersi schierato a destra solo perché a sinistra i posti erano tutti occupati fitti fitti);
  2. d'altronde anche il suo impero televisivo è considerato unanimemente frutto del suo genio imprenditoriale, ma se non fosse stato per gli appoggi politici non sarebbe mai iniziato (chi si ricorda che senza la diretta nazionale Canale5 sarebbe fallita assieme alle due concorrenti Rete4 e Italia1, che lui comprò a due lire da editori rivali e ignari del decreto che suo compare Craxi stava varando per concederla?), e solo grazie a questi guadagni, inaugurando da autentico pioniere una prassi allora inedita in Italia, si buttò cambiandolo per sempre (io dico rovinandolo, ma quelli che la pensano come me oramai sono morti quasi tutti, perché se uno può schierare il doppio dei giocatori pagandoli il doppio, gli altri o fanno lo stesso o sono fuori) nel mondo del calcio - ma i tifosi in genere (e i calciofili più di tutti, ma senza l'esclusiva, altrimenti ad esempio io non sarei contento che la "mia" Viola basket pare se la stia comprando un imprenditore francocalabrese che pare abbia dei lati oscuri) non guardano dove abbia preso i soldi chi ne ha messi molti per fare vincere la loro squadra...;
  3. nel 2001, anziché fare il possibile per fermare l'Euro o almeno neutralizzarne le peggiori implicazioni (peraltro, la ragione precisa per cui gli italiani lo avevano rimandato a palazzo Chigi, come poi avrebbero fatto prima coi grillini e poi con la Meloni, purtroppo coi medesimi risultati), si concentrò sul fare in modo che la sua entrata in vigore si trasformasse in una bella scorpacciata per il suo principale elettorato (i piccoli e medi autonomi), prima accettando un tasso di cambio suicida (per stessa postuma ammissione dello stesso sponsor Prodi) e poi smantellando ogni possibile vigilanza sulla transizione, di modo che si ebbero di fatto due tassi di cambio diversi: uno a millenoveerotti per tutti, e uno a mille per quelli che potevano permettersi di riscrivere così i prezzi, raddoppiando in pratica i guadagni;
  4. d'altra parte, sottoscrivo quanto dice Giovanni Lindo Ferretti a proposito del fatto che Silvio sia stato una delle poche voci, in questi mesi di propaganda bellica atlantista che manco l'Istituto Luce dei cinegiornali di guerra, a dire la verità su quello che è successo tra Russia e Ucraina, anche se lo ha fatto un po' perché ai vecchi gli si consente di dire quello che vogliono tanto tra un po' muoiono (appunto), e un po' proprio perché non era direttamente al governo (o nella posizione di influenzarlo sostanzialmente) - quello che sarebbe successo se lo fosse stato lo possiamo desumere da cosa fece con Gheddafi, ricevuto in pompa magna a Roma pochi mesi prima di avallarne detronizzazione e assassinio decisi colà dove si puote.

Ho detto tre o quattro punti, ma me ne scappa (a proposito di sincerità compulsiva, da cui dunque era affetto anche da "giovane") un quinto, che uso come chiusura. In un'intervista da neopremier, allo slinguazzatore di turno che gli chiese a cosa fosse dovuto il suo successo elettorale, rispose che lui considerava l'elettore medio come un bambino di otto/dieci anni, e nemmeno troppo intelligente. Se ripensiamo alla campagna pandemica, e facciamo due più due, capiamo su quali presupposti abbia poggiato, e come e perché questo debba lasciarci pessimisti per il futuro.

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