mercoledì 18 febbraio 2009

PD: FINE DI UNA BREVE PARABOLA POLITICA?

C'era chi lo aveva detto subito, ad esempio il solito Gino Nobili su Contrappunti - cercatevi le sue note politiche dal 2006 in poi e vedrete: il Partito Democratico è nato male e non poteva che finire peggio.
Il vecchio e sempre inascoltato Sartori lo dice da sempre: la forma partito è condizionata dal sistema elettorale. Se davvero si voleva accelerare sulla creazione di un partito unico del centrosinistra, si doveva prima riuscire, con Prodi al governo, a riportare al maggioritario la legge elettorale, magari un maggioritario più spinto del Mattarellum: se in ogni seggio passa un candidato, e il centrosinistra si presenta unito sotto un'insegna, la partita te la giochi così seggio per seggio, e puoi vincere o perdere. Ma con il proporzionale, e a maggior ragione con un proporzionale così spinto come quello voluto per puro e intelligente calcolo da Berlusconi, senza nemmeno voto di preferenza, unire in un partito unico due rami ideologicamente così eterogenei può solo raccogliere meno voti dei due partiti distinti, perchè gli estremi da un lato si perdono in rivoli (e grazie alla soglia di sbarramento, non hanno più voce in Parlamento) e dall'altro passano al nemico. Ripeto: qualcuno l'aveva previsto, e si è puntualmente verificato.
La cosa grave è che chi ha commesso questo errore così marchiano, avendo come sottoprodotto peraltro di dare la spallata definitiva al governo Prodi mentre dava l'ennesimo indebito aiuto al Cavaliere in procinto di cascare dal predellino, è un politico di professione da 30 anni: queste cose le doveva, sapere. E comunque, subito dopo aver subito una batosta come quella delle politiche, il giorno dopo non due, doveva prendere atto che il suo calcolo era sbagliato, la sua strategia peggio, e levarsi dai piedi immediatamente per sgombrare il campo a una qualche ricostruzione. In tutti i Paesi democratici, i leader che perdono le elezioni, almeno quelli che le perdono nettamente, poi vanno a fare un altro mestiere: conferenze, che so, oppure in Africa come aveva promesso il Nostro. Invece noi ci ritroviamo tra i piedi, non dico dopo la batosta delle politiche 2001, ma persino dopo essere riuscito nell'impresa di consegnare alla destra una roccaforte del centrosinistra come Roma, il figlio di un architetto della Roma-bene che da giovane faceva il radicale e il verde e da vecchio vota con i fondamentalisti cattolici contro il proprio partito stesso.
Bene, abbiamo perso due anni. Fa niente: la destra governerà il Paese almeno per i prossimi 4, forse per i prossimi 9. Ci sarà una crisi drammatica, che è già iniziata, e questi non hanno neanche il minimo sindacale di strumenti intellettuali per affrontarla. Approfittiamone. Non solo Veltroni, tutti quelli che hanno condiviso entusiasticamente questa idiozia politica che ha collezionato solo sconfitte una dietro all'altra devono togliersi dai piedi. Azzerare. Ricominciare da capo.
Ci vuole un partito di sinistra totalmente nuovo. Con un'etichetta totalmente nuova. Che dica le cose opposte a quelle che dice questo blocco neoconservatore, in ogni campo: ambiente, sviluppo, pensioni, trasporti, servizi pubblici, privatizzazioni, informazione, contratti di lavoro, laicità dello Stato, scuola, diritti umani, immigrazione, banche e finanza, energia, eccetera. Opposte: il contrario di come aveva fatto il Pd, il cui programma in larghi tratti era identico a quello del PdL. Opposte, è facile: senza ideologie, prendete il programma del PdL e su ogni punto scrivete il contrario. L'opposto. Scommettiamo che troviamo una maggioranza di italiani, dai centri sociali alle parrocchie passando per i social network, disposti a votarlo? Basta che a portarlo avanti ci sia una faccia nuova, uno che non è un ex qualcosa, che magari fino all'altro ieri faceva l'avvocato o il pizzicagnolo. In America, ha già funzionato. Se avrà risultati, Obama sarà emulato in tutti gli altri Paesi democratici: il mondo non ha molte altre occasioni prima del tracollo. Noi arriveremo per ultimi, ma almeno cominciamo. Da un bel tutti a casa. Il PD andrà nella spazzatura della storia, peccato aver bruciato così il nome, non era male...

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