venerdì 6 febbraio 2009

TANATHOS

Amore e morte. I due motori immobili, senza i quali nulla, nemmeno la vita stessa, sarebbe possibile. Ad entrambi possiamo reagire girandoci dall'altra parte, o guardandoli bene in faccia. Nel primo caso, abbiamo buttato le nostre vite. Quasi tutti lo facciamo per molto tempo, qualcuno lo fa per tutto il tempo. Ma anche ad ignorarle, queste forze elementali non smettono di essere ineluttabili, in un modo o nell'altro.
Così a volte ci sparano vicino, a volte ci sfiorano, a volte ci prendono in pieno. E allora ci commuoviamo (muoversi con) o facciamo le nostre condoglianze (dolere con). Altre volte muore qualcuno di famoso, che non conosciamo direttamente, ma che è stato importante per qualche aspetto della nostra personalità o per il perchè e il come è scomparso. Spesso, in questi casi, scattano gli stessi meccanismi: abbiamo bisogno di commuoverci e condolere, come i bimbi di piangere e giocare. Allora è come se usassimo un trucco: piangere altri per piangere noi stessi e i nostri cari. Qualcuno dice che piangiamo sempre solo per noi stessi.
Oggi è morto Giampaolo Dossena. Non è notissimo, ma qualcuno ricorda una sua rubrica di giochi sul Venerdì di Repubblica. Era un grande studioso, di giochi. Quasi tutti i libri della sua bibliografia sono da leggere assolutamente, specie l'Enciclopedia dei giochi e il Dizionario dei giochi con le parole. Ma è da non perdere anche un libro a cui lui ha "solo" collaborato, I giochi e gli uomini di Callois. Dopo averlo letto, quando si dirà una frase come "la vita è un gioco" sarà con un significato.
Oggi sono morti 33mila bambini, di fame. Ogni giorno succede, nel mondo. Lo diceva Giobbe Covatta in un suo vecchio spettacolo teatrale, magari oggi la statistica andrebbe aggiornata, in peggio. Sono morti lontane dai nostri occhi, così tante che non avvertiamo più il peso di ogni singola tragedia. Morissero una volta sola, da noi, 33 mila bambini in un giorno, la pagina resterebbe scritta in nero nella storia, per sempre. Nel cosiddetto terzo mondo succede tutti i giorni, e noi anzichè rifiutarci di votare per chi non si ponga il problema di mettere in piedi un sistema in cui nessun bambino mai e in nessun luogo possa morire di fame, votiamo per chi approva leggi inumane come quella appena varata dal Consiglio dei Ministri, che introduce il reato di clandestinità (illeggittimo persino per la Magna Charta inglese del duecento!), prevede una tassa per il permesso di soggiorno (incostituzionale perchè regressiva), e obbliga i medici a denunciare il clandestino che si presenti per essere curato (vedremo come si comporteranno i medici cristiani, qui...).
Oggi in Italia è morta la pietà, l'umanità. Ogni intimo o palese applauso all'inumana normativa appena approvata, e saranno tanti da parte dei sudditi della civiltà della Paura (leggiamo qui Antonella Randazzo, lucida come sempre), sarà come un nuovo chiodo nelle mani di Cristo, per chi ci crede, come un passo verso la barbarie, per tutti.
Oggi è morta anche magari una persona cara, che so la madre di qualcuno di noi, che in qualche modo amiamo. Piangiamo per lei, allora, piangiamo per questa nostra povera vita. Che ha senso solo grazie all'amore e alla morte.

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