mercoledì 25 febbraio 2009

NO NUKE

Adesso è chiaro a cosa serviva la messa in scena sui rifiuti in Campania, un'emergenza creata apposta e nascosta più che risolta: ad introdurre una norma che autorizzasse a presidiare manu militari insediamenti strategici come le discariche per evitare che la protesta popolare ne blocchi l'utilizzo o addirittura la costruzione. Come le discariche, o come le centrali nucleari.
La notizia, come al solito riportata acriticamente da tutto il sistema mediatico di regime, è che finalmente l'Italia torna al nucleare, con quattro centrali di terza generazione, quindi sicure, la cui tecnologia ci viene fornita gentilmente dagli amici francesi grazie ai buoni rapporti tra Berlusconi e Sarkozy (hanno pure entrambi lasciato la prima moglie per una più bella e giovane proveniente dal jetset), che saranno pronte nel 2020 e soddisferanno il 25% del bilancio energetico italiano, strozzato dalla retrograda decisione di bloccare il nucleare sancita dai comunisti negli anni 80.
Sono ovviamente, e nessun cosiddetto giornalista l'ha non dico rilevato, ma nemmeno per dire velatamente adombrato, o che so ha posto qualche domanda scomoda e documentata non dico a Sua Maestà ma almeno allo Scajola di turno, tutte palle colossali:
  • il nucleare è la fonte di energia più costosa di tutte, e viene presentato come economico solo perchè non vengono contati tra i costi lo smaltimento delle scorie e quello degli impianti da dismettere, volendo escludere per scaramanzia il costo di risoluzione dei possibili incidenti;
  • la Francia è l'unico paese dell'occidente avanzato ad avere puntato decisamente sul nucleare negli ultimi decenni, perchè gli serviva per alimentare la sua force-de-frappe e quindi scaricando parte dei costi sul bilancio militare, altrimenti non sarebbe stato conveniente nemmeno lì;
  • i francesi stanno passando ai reattori di quarta generazione, e ci vendono la tecnologia di quelli di terza, oramai indietro per standard di sicurezza, come la Fiat vendeva ai sovietici le linee di produzione della 600 o della 124 che diventavano Zastava a Togliattigrad;
  • praticamente nessuna opera pubblica di una certa entità in Italia è stata completata negli ultimi 50 anni rispettando i costi e i tempi: nel 2020 non avremo nessuna centrale funzionante, e quando ci diranno chiaramente quanto costeranno in totale le 4 previste, se vogliamo avere un'idea di quanto costeranno davvero, moltiplichiamo quanto diranno per 10 o peggio, come per la A3 o la TAV;
  • per soddisfare il 25% del fabbisogno energetico italiano ci vogliono 15 o 20 centrali e non 4, viceversa lo stesso obbiettivo e forse superiore può essere raggiunto, e non in 20 anni ma in 3 o 4, liberalizzando e incentivando da domani la microproduzione (pannelli fotovoltaici e termici in tutte le case di nuova costruzione, un'elica per condominio o per villetta), con la sola controindicazione da non richiedere massicci investimenti pubblici e non creare possibili sfridi per tangenti;
  • il no al nucleare fu sancito a metà anni 80, in uno dei pochissimi referendum che hanno raggiunto il quorum dopo gli anni 70, dal 62% dei votanti, e prima di poter dichiarare il via al nucleare sulla stampa il premier deve far approvare una nuova legge, e sperare che questa non venga bocciata da un nuovo referendum subito dopo;
  • anche con i soldati a presidiare i siti, riesce difficile immaginare dove, in un paese montagnoso e densamente popolato come il nostro, se non nei siti nucleari già esistenti dove però bisogna smantellare ancora le vecchie centrali, e anche lì la cosa è dubbia, i cittadini accetteranno di vivere con un mostro vicino con tutta la letteratura che c'è in merito a incidenza di tumori e probabilità di cattiva esecuzione di opere pubbliche in Italia e quindi incidenti.
Lasciamolo fare, che sia il primo autogol del Nostro? che anche a lui l'ingordigia personale o la necessità di favorire gli amici degli amici faccia commettere sbagli, e stavolta si trovi tutti contro? se poi invece il popolo bue si beve pure questa, allora!....

P.s.: Sentiamo qui e qui cosa ne dice Carlo Rubbia, Nobel per la fisica in procinto di costruire una centrale solare di nuova concezione, in Spagna perchè in Italia non c'è più posto nemmeno per le buone idee...

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