sabato 11 febbraio 2017

BASTA BU...TTANATE

Il nuovo quotidiano del Partito Unico Eurista, diretto da Laura
Boldrini - Le notizie che contrastano con quelle qui contenute
sono considerate bufale e come tali perseguite dalla Legge...
Quando c'era Silvio (buonanima, dovevamo saperlo che a furia di saltare per non essere lui avremmo scavato una fossa e trovato di peggio...) , per ogni tentativo che faceva di irregimentare i pochi rivoli di informazione libera che sfuggivano al suo controllo diretto o indiretto, a sinistra si levava un coro di proteste contro "il bavaglio alla Rete", cui tutti partecipavamo convinti e autocompiaciuti.
Non sapevamo che il capitalismo multinazionale aveva ben altri assi nella manica per assestare il colpo del KO alla democrazia: i cosiddetti leader progressisti, sicari perfetti in quanto avvicinano meglio le vittime, perché godono della loro fiducia e perché abilissimi a circuirle con operazioni puramente semantiche. Guardate ad esempio la vicenda dell'articolo 18: sono bastate due paroline in inglese, e quelli che già non erano allineati per il semplice fatto di essere finalmente al governo lo hanno fatto per anglofilia linguistica, di ritrovarsi dall'altra parte della barricata dei diritti dei lavoratori, a dare piuttosto che a prendere le manganellate.
Ha lo stesso paradigma la vicenda in cronaca: per disorientare il gregge, basta far finta di cambiare obiettivo. Il web va imbrigliato, perché vi si annidano dei mostri capaci di dare eco a pericolosissime "post-verità" (orrendo neologismo che designa le verità scomode al Potere); ecco quindi il novissimo slogan con tanto di sito apposito: Basta Bufale! Chapeau! Vi si trova un semplice appello della presidenta della Camera, da sottoscrivere, redatto in maniera talmente finto neutra che è quasi impossibile non essere d'accordo. Per riuscire a trovare la magagna, bisogna cioè possedere doti non comuni di analisi critica, ma non lo dico per farmi bello, solo per sottolineare che invece per la quasi totalità delle bufale che, è vero, si trovano su Internet a ogni piè sospinto, è invece sufficiente un minimo, ma proprio un minimo, di buon senso. Basterebbe solo questa considerazione per concludere che è molto più pericoloso il bastabufale delle bufale. Ma invece occorre andare oltre, perché questo è il Rubicone e bisogna impedirgli di passare a costo di fargli ingoiare il dado, a questi pericolosissimi vassalli del Potere che tentano in ogni modo di farci schiavi.
Cosa definisce, infatti, "bufala" una notizia e un'altra no? O, in altri termini, chi decide cos'è "verità"? La maggioranza di governo? La presidenta in persona? Un team di esperti selezionati? e selezionati da chi? Lo capite o no che qui si cammina su un crinale oltre il quale la vecchia Unione Sovietica ci fa un baffo?
Cito ad esempio solo la questione vaccini, perché ne ho già parlato, e perché viene usata proprio nell'appello della Boldrini. A me sembra di aver espresso una serie di perplessità logiche e metodologiche rilevanti, non voglio aver ragione, voglio solo poter essere libero di argomentare: ho torto? E se anche avessi torto, questi hanno diritto a oscurarmi il sito? Hanno diritto di zittire tutti quelli che non sono d'accordo con le loro tesi, etichettando come "bufale" le opinioni discordanti? Di più: hanno diritto di imporre i vaccini a tutti, contro l'evidenza scientifica, contro la Costituzione, contro l'Habeas corpus, contro (se non mi vaccino posso far danno solo a me stesso o ad altri che non si vaccinano, quelli più bravi di me che si vaccinano se il vaccino funziona possono stare tranquilli, o no?) la stessa più elementare logica? Si? E io posso almeno, mentre mi accodo disciplinatamente per la punturina anche se temo il peggio, pensare e dire che tutto ciò mi ricorda un certo Mengele, oltre che puzzarmi lontano un miglio di acquiescenza sospetta ai desiderata delle multinazionali farmaceutiche, oppure devo non solo vaccinarmi a forza, ma anche smettere di parlare e se possibile di pensare?
Ma ammettiamo, solo per un attimo per carità, che esista un diritto/dovere dello Stato a difendere la Verità dalle Bufale: per quale cavolo di ragione, viene da chiedersi, questo deve essere esercitato solo su Internet? Che peraltro, è un media che richiede un grado molto elevato di partecipazione da parte del suo fruitore, di cui quindi è in qualche modo favorito l'allertamento, diversamente dalla TV, che spesso viene ascoltata distrattamente mentre si fa qualcos'altro e quindi con le "difese abbassate"... Perché lo Stato dunque non dovrebbe vigilare sulle continue bufale che ci propinano i telegiornali? Lo avesse fatto, per fare un esempio di bufala certificata tale al 100%, su quella faccenduola delle armi chimiche di Saddam, forse ci saremmo risparmiati anni di guerra, molti morti e perché no tanti soldi, no? O anche, già che gironzolano sul web, perché la Boldrini e il suo team non si occupano della continua manipolazione della realtà effettuata da siti presunti autorevoli (il che è una forte aggravante) a favore di una fazione politica e contro un'altra? Ogni giorno una rivelazione sulla Raggi, alcune fondate molte infondate e tante buttate li nel titolo e precisate nel testo tanto chi lo legge, manco ai tempi su Berlusconi (con ben altra rilevanza, peraltro), che se lo stesso trattamento fosse stato riservato a tutti i politici italiani negli ultimi decenni oggi l'Italia sarebbe l'Eden, senza corruzione né debito pubblico.
Ovvio che la domanda è retorica: non lo fanno perché non ne hanno mai avuta neanche la minima intenzione, di esercitare una vera funzione di garanzia contro la disinformazione da dovunque provenga, essendo invece il loro vero obiettivo etichettare come tale quella informazione che non concorda con le loro idee e i loro progetti. Esatto, questo si chiama "totalitarismo". Con il "bacchettonismo" come tinta di sfondo, come dimostrano due esempi dal festivalone nazionale.
Tra gli altri, infatti, sono saliti sul palco di Sanremo due perfetti esempi di questa concezione imperante: due giovani membri di un'associazione contro il bullismo, e un anziano impiegato che non ha mai preso un giorno di malattia per tutta la carriera. Sembrerebbe una innocua scelta nazionalpopolare e piagnona, ma:
  • l'atteggiamento e l'aspetto dei ragazzi (che d'accordo non significa nulla, magari erano solo giustamente nervosi...) faceva venire voglia di cantargli contro "solo una sana e consapevole libidine" di Zucchero. Mi chiedo: non è che sarebbe molto meglio una vigilanza discreta e mirata contro gli eccessi, di questa assurda pretesa di voler disinnescare quelle dinamiche del "gruppo dei pari" che hanno la precisa funzione nell'evoluzione umana di rendere i cuccioli di uomo in grado di affrontare la vita, né più né meno delle lotte tra leoncini? Quando si crescevano figli a pacchi, li si lasciava liberi di affrontare quelle dinamiche per strada, e mio padre mi raccontava che se per caso tornava da mia nonna a lamentarsi che qualcuno gli aveva fatto qualcosa quello era uno dei pochi casi in cui lui le prendeva da sua madre. Oggi è una serie di Carnage, di genitori che si mettono in mezzo contro altri genitori e insegnanti (impedendo di fatto ai propri figli di crescere, di attrezzarsi imparando a difendersi da soli), un comportamento in ogni caso da evitare, preferendo invece in quasi tutti i casi una sana e assoluta indifferenza, e nei pochissimi casi in cui serve rivolgersi alle istituzioni preposte. Mobasta, si chiama il sito, che è pure fatto benino. Ma erano a Sanremo solo in quanto modelli di un tipo di cittadino che fa comodo ai potenti, lo sappiano.
  • il signore che tanta virtù è stato chiamato a ostentare sul palco, magari non aveva neanche l'atteggiamento di chi aveva voglia di farlo. E sicuramente è uno a cui piaceva il suo lavoro e che era sostenuto da un'etica di ferro. Ma anche la salute non deve essere stata da meno, perché con la febbre a trentanove non puoi andare a lavorare, e tutta la vita senza prenderla mai, o prendendola solo nel weekend, girala come la vuoi ma è solo culo. Una cosa di cui non vantarsi troppo, anche solo per scaramanzia: gli dovesse prendere un sintomo proprio ora, pooraccio, sai che pensieri gli si intreccerebbero... Ma non è questo l'aspetto peggiore: a un certo punto hanno sottolineato che il tipo ha rinunciato a godere 239 giorni di ferie. Un comportamento anticostituzionale, si, antisindacale, eccome, e semmai indice di scorrettezza nei confronti dei colleghi, forse, e se no di una forma di perversione da curare anziché esibire. Invece era a Sanremo anche lui, e per lo stesso motivo dei ragazzi leccesi.
Insomma, rivoltandogli contro la loro stessa retorica, io dico Basta! Basta Bacchettoni, Basta Buffonate, Basta Bugie. Basta Boldrini. Preferisco le bufale, da cui so difendermi da solo....
Per esempio, girando su Internet, tra le miriadi di rivelazioni sulle ascendenze della Boldrini, in quantità proporzionale all'antipatia di cui gode evidentemente, ci si può imbattere in molte che la dicono nipote di un partigiano, e in alcune che la dicono nipote di un dirigente ENI dei tempi di Mattei e di Cefis (si, proprio lui, il padre della p2, il losco protagonista di Petrolio di Pasolini). Ebbene, chi sa navigare, ha buon gioco a scoprire facilmente che sono proprio le prime ad essere una bufala, e le seconde ad essere vere. Ed inquietanti. Ed esplicanti la fulgida carriera. Poi se volete continuate a credere alla favola della dama di carità che vi raccontano le TV...

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