Ho sempre pensato che l'orologio sul polsino era per dimostrare che lui poteva fare qualsiasi cafardata e restava lui, e voi non siete un cazzo |
Torno sulle "trovate" della Boldrini perché questa è una guerra e il nemico non dorme, quindi tocca stare all'erta anche noi. Mi spiace per il gergo militare, peraltro incongruo in chi è stato obiettore di coscienza quando la cosa si pagava ancora abbastanza cara, ma è più che mai appropriato, se pensiamo che alla boutade del bastabufale fa immediatamente seguito una proposta di legge degna delle peggiori dittature del novecento, che mi costringerà o a chiudere o a deviare definitivamente sulle ricette della nonna.
Si, lo so, non è la prima volta che leggete su un blog, questo compreso, urla di allarme come questo, e poi tutto è continuato come prima. Ma è appunto per questo che titolo e incipit si rifanno alla famosa battuta del figurino in foto, che come il suo coevo Andreotti bisognava stare attenti quanto scherzava perché era allora che diceva le verità più vere.
Il disegno di legge, infatti, ha come prima firmataria addirittura una transfuga grillina, e ovviamente è appoggiato da tutto il PD, ignoriamo se scissionisti compresi. Rispetto ai tentativi berlusconiani, contro cui il centrosinistra fece argine con l'aiuto di tutto il web, c'è un salto di qualità logico e pratico: la formulazione di quello che è reato punibile con multe in grado di scoraggiare qualunque blogger per non parlare della galera è talmente equivoca da lasciare sostanziale arbitrio ad inquirenti e magistratura, con ciò demolendo definitivamente i principi del diritto penale che contraddistinguono un ordinamento democratico. Qua non stiamo parlando, insomma, di diffusione di falsità oggettive o di diffamazione, reati abbondantemente già tutelati, stiamo parlando di notizie "esagerate", "tendenziose", di "attività tale da recare nocumento agli interessi pubblici o da fuorviare settori dell’opinione pubblica": capite bene che qualunque opinione vi può essere fatta rientrare? Inoltre, la legge esplicitamente si riferisce alla diffusione di queste opinioni “attraverso piattaforme informatiche” escludendo la stampa ufficiale (sic!) e quindi mirando proprio ai social e alla blogosfera. Ora, va da se che non è necessaria una condanna per rovinare definitivamente un povero cristo che dice come la pensa su un sito: anche quando si dovesse tutto risolvere con un'assoluzione, intanto ti sei fottuta la vita, chi te lo fa fare? I giornali con tanto di responsabile e struttura economica alle spalle, che in teoria potrebbero permettersi una battaglia di verità, hanno smesso da tempo di combatterla proprio perché quella struttura economica è la stessa che regge il sistema di potere su cui la stampa democratica dovrebbe essere il primo vigile. E infatti a difenderci dal vile attacco di questi giorni è rimasto solo, galassia della controinformazione a parte, il blog di Grillo, che te lo dico a fa'...
L'ho già detto, Cesare è sul Rubicone, ha un dado in mano. O glielo facciamo ingoiare o la Repubblica è finita.
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