venerdì 20 maggio 2022

HAI FATTO TRENTA...

No, è Capaci nel 1992, non è Mariupol oggi. O si?
Trent'anni fa come oggi, eravamo tutti storditi, boccheggianti come pesci spiaggiati, attoniti e quasi increduli che fosse davvero successo, che quelle al TG fossero invece proprio quello che sembravano: scene di un film scadente americano d'azione, di quelli che hanno bisogno del colpo di scena truculento per risolvere una sceneggiatura che si era incartata da sé e fare svegliare gli spettatori assopiti in sala. Invece era tutto vero. Qualche anno prima, quando a Giovanni Falcone era stata scippata la DIA, i soliti complottisti avevano avvisato che la mafia usava isolare qualcuno come primo passo verso la sua eliminazione fisica. Ma erano i soliti complottisti, e come al solito, come ancora oggi, l'etichetta serve essenzialmente a denigrarli e per questa via ridurli all'irrilevanza se non al silenzio. Così, non furono pochi quelli che usurparono a Sciascia la definizione di "professionisti dell'antimafia" (che lui aveva concepito pensando ad altri, e che lui poteva permettersi perché scriveva e narrava di mafia quando in Parlamento si usava concludere i lavori con frasi come "la mafia non esiste") per marchiare eroi che non volevano essere tali, ma solo aspirare che il loro ordinario fare il proprio dovere divenisse finalmente "normale" in senso statistico.

Quindi, l'evento "uccisione di Giovanni Falcone da parte della mafia" era diciamo abbondantemente previsto, anche dal diretto interessato peraltro. A sparigliare, sorprendere, sbigottire fu invece proprio la spettacolarità dell'attentatuni, senza la quale il messaggio non sarebbe passato. Il messaggio era "possiamo fare anche questo, volendo, se pensate che dopo che vi abbiamo fatto comodo per decenni ora potete fare a meno di noi", non a caso già scritto col sangue di Salvo Lima a mo' di prologo. A quel punto, fu chiaro a tutti, anche al diretto interessato, che la stessa sorte sarebbe toccata a breve a Paolo Borsellino - che lo disse persino, in una intervista alla TV svizzera (che in Italia avremmo visto, e carbonaramente, solo parecchi anni dopo), che l'esplosivo per lui era già arrivato, e che qualcuno aveva incominciato a indagare su "questo Berlusconi". E non ci fu nemmeno il tempo di instaurare il teatrino dei complottisti: l'agenda rossa del giudice doveva sparire prima che lui trovasse qualcuno di cui fidarsi con cui condividerne i contenuti scomparso l'amico Giovanni.

Ho detto Lima, mi rendo conto che un lettore meno che cinquantenne magari non sa chi fosse. Era il braccio destro, anzi vero e proprio avatar in Sicilia di Giulio Andreotti, uno che invece non ha bisogno di presentazioni e oggi passa, grazie a tanti pennivendoli in malafede e a troppi boccaloni, per essere stato assolto ma invece è stato giudicato colpevole di associazione con la mafia, ma solo per gli anni per cui scattava la prescrizione (che capolavoro di bizantinismo...). Ma avrei potuto anche dire Mattarella, il fratello dell'attuale ripresidente della Repubblica ucciso dalla mafia (qualche anno prima, quando era presidente della Regione Sicilia) e per questo passato alla storia per antimafia (ma allora Lima?), ma l'unica cosa certa è che i due sono i rampolli di Bernardo, politico ritenuto storicamente (almeno dall'ex ministro Martelli) tra gli artefici del lungo legame tra mafia e DC.

Perché vi sto annoiando con questo flusso di pensieri senza filo logico? Perché gli anniversari a cifra tonda sono fortemente evocativi (si, senza una ragione: siamo d'accordo) e oggi sento lo stesso stordimento di quando ragazzo vidi al TG le immagini dell'autostrada vicino Capaci, ho bisogno di fare ordine ai pensieri. Ecco che c'è: che c'è uno sfrido tra quando ragionando arrivi a una conclusione e la dici passando per complottista, e quando quello che dici diventa verità storica acclarata e indiscussa, e in questo sfrido c'è anche l'azzeramento delle possibilità per il complottista di avere soddisfazione, perché quando sarà dimostrato che aveva ragione non ci sarà più nessuno che si ricorderà di lui. Ad esempio, per restare in tema, la mafia fu messa sul trono in Sicilia proprio dagli americani, che chiesero aiuto a Lucky Luciano per organizzare l'offensiva del 43. Quindi la cucitura mafia-DC in funzione anticomunista è addirittura figlia di Yalta, probabilmente. Negli anni 80 il gigante sovietico inizia a scricchiolare, e la cucitura si scuce. E per farne un'altra bisognava togliere di mezzo quegli idealisti che avevano il torto di credere appunto all'ideale della Legalità e della Giustizia non volendo vedere che quello era solo un velo ideologico di una realtà ben diversa.

Sei ancora qui? allora fai un ultimo sforzo (fai trentuno, così si spiega il titolo): chi è che si è messo in testa di far rialzare la Russia dall'angolo in cui era stata chiusa? e chi è che glielo vuole impedire? e perché una milizia dichiaratamente neonazista ci viene proposta come esercito regolare per giunta paladino della democrazia e della libertà? a quanti altri di voi pare, come a me, che siamo nel bel mezzo di un regolamento di conti tra mafie, e che questa guerra, come peraltro tutte le altre, non è tra Russia e Ucraina, o meglio tra Russia e Nato quindi USA, ma tra potenti e povera gente? Esatto, come per la pandemia. Ed esatto: quelli che hanno l'intelligenza di capire il giochetto e la capacità di ingripparne gli ingranaggi, trent'anni fa come oggi (leggi estradizione in USA di Assange, ad esempio), devono essere messi fuori causa. Boom.

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