domenica 10 marzo 2024

È LA STAMPA, BELLEZZA!

Lo spunto per questo post me lo hanno dato Giuseppe e Pasquale, che ringrazio. Io ho solo rimontato le immagini e fatto due più due.

Il primo mi ha mandato due screenshot dal sito mobile di Repubblica, facendomi notare, e beato lui trovando ancora il modo di stupirsene, l'incredibile scorrettezza. Affiancando il richiamo in home e l'articolo "esploso" all'interno, infatti, si nota benissimo, e se no ve l'ho rimarcato con un riquadro rosso, che c'era eccome lo spazio per un titolo più lungo, simile a quello interno appunto, che veicolasse il significato preciso. Quindi è evidentissimo che il significato fuorviante, che ammicca ai pregiudizi antimusulmani inserendosi nel solco della retorica "di genere" imperante, seguendo la linea editoriale profonda mentre attira click, è tutt'altro che involontario. La lezione che bisogna trarne è che la stampa non è mai neutra, e che dotarsi di un pizzico di sana dietrologia è vitale prima di dedicarsi alla lettura dei grandi quotidiani tradizionali giù fino a qualsiasi aggregatore di news per telefonino, passando ovviamente per l'ascolto di qualunque telegiornale. Peraltro è facile risalire a chi siano i proprietari attuali di un giornale e quali siano stati nella sua intera storia: sono notizie pubbliche, stanno alla portata di un paio di googleate di chiunque, proprio perché confidano nel fatto che la quasi totalità dei lettori non si sognerà mai di andarsele a guardare e ricordarsene.

Il secondo è andato a seguire un dibattito del noto think-tank progressista Limes, forse confidando che lì sarebbe stato al riparo dalla retorica interventista in Ucraina e filoisraeliana in Palestina, ma si è trovato per le mani un libercolo di cui mi ha mandato la foto della prima e dell'ultima di copertina, incredulo. Sono qui a fianco, a ricordarci l'assioma dietrologico del capoverso precedente, che da un lato fra l'altro per un lungo tratto porta allo stesso editore, e dall'altro necessita una spiega ulteriore. Quello che sembra un innocente e neutro sponsor legato all'ambiente e al "futuro sostenibile", altro mantra retorico ormai divenuto insopportabile tanto è onnipresente e pervasivo, è infatti, come si scopre a due googleate di distanza, una nota industria di armamenti. Alla faccia della coerenza...

L'argomento che di solito frega chi è in buona fede è quello logico "non possono essere tutti d'accordo". La sua fallacia, tutt'altro che intuitiva, è nel dimenticare il buon sano e vintage approccio sistemico: non serve un grande vecchio, non servono riunioni di conventicole che tramano nell'ombra, basta che un sistema sia strutturato, o lo diventi pian piano, per funzionare in un modo. Se la precarizzazione sempre più spinta fa si che il tuo stesso sostentamento quotidiano dipende dall'attitudine al seguire le linee editoriali padronali, e se questo comporta che il messaggio del video che vi ho messo alla fine non sia più quello originario (la stampa come contropotere e baluardo della democrazia) che si intende rimandando il video dall'inizio (io invece lo faccio partire dalla frase che dà il titolo al post), la spiegazione si tiene da sé. E chi non ha quell'attitudine ormai fa un altro mestiere, al massimo il blogger indipendente come alcuni che seguo in spalla destra e cito spesso, e sul mainstream non si vede sente legge più. E noi abbiamo fatto bene in questi ultimi tristi anni a non credere nemmeno una parola della narrazione ufficiale che ci ha chiusi in casa e o direttamente rovinati economicamente o preparati alla rovina peggiore prossima ventura.

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