E però come denuncia persino l'Avvenire (scelgo questa di citazione, su imbeccata di Pasbas, così non dite che parlo così perché sono comunista...) la scelta politica verso la guerra è bella e fatta, e le decisioni anche economiche sono ad essa perfettamente consequenziali. D'altronde, è dal giorno dopo essere assurta a premier che Giorgia è passata da paladina della sovranità ad ancella di Ursula, e in quanto tale ovviamente non può che obbedire agli ordini e uniformarsi alle direttive di Bruxelles, in questo dimostrandosi degna erede (nel tradimento degli elettori) di Gigino.
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Accanto a questa verità che bisogna raccontarsi, ce n'è una che basterebbe accendere il cervello per vederla, bella lampante: il fatto che l'intervento russo NON abbia intenti distruttivi, ma miri esclusivamente alla soluzione il meno cruenta possibile del problema causato dal governo golpista ucraino, è dimostrato al limone dal fatto che in oltre due anni, il livello di distruzione e il numero di vittime siano una frazione di quelli raggiunti dagli israeliani a Gaza in quattro mesi. E certo: questi ultimi hanno si intenzione di radere al suolo il nemico e sterminarlo, e avendone la potenza militare lo stanno facendo, ma anche i russi hanno una sproporzione di potenza a loro favore, se non la fanno valere è proprio perché non hanno alcuna intenzione di colpire un popolo fratello oltre il necessario a cui sono stati costretti dai suoi governanti (e traditori) burattini della CIA.
Se la guerra subirà una escalation, quindi, sarà colpa di chi l'ha voluta, sia l'escalation che la guerra stessa. Forse, l'unica speranza per il mondo al momento è, paradossalmente, che al trono dell'Impero venga rieletto Trump. Evento molto più probabile rispetto all'altra speranza, che gli agricoltori riescano a demolire la nefasta Unione Europea, gettandola al più presto dove dovrebbe stare da tempo: nella spazzatura della Storia.
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