domenica 3 marzo 2024

SENZA DIRLO

Se qualsiasi governo avesse indetto un referendum consultivo che chiedesse esplicitamente "vuoi entrare in guerra al fianco dell'Ucraina contro la Russia?", secondo voi il SI avrebbe vinto? Ok la domanda era retorica: è scontato che avrebbe stravinto il NO; allora la riformulo: secondo voi il SI avrebbe raggiunto il 10 per cento? Fatevi un sondaggio tra i vostri conoscenti, di persona o sui social, se avete dubbi, sarebbe in accordo con l'evidenza che no, quasi nessun italiano vuole entrare in guerra, e anche quando in vista del referendum la già vergognosa e infame campagna di stampa (inzuppata di menzogne come una spugna nell'acqua) venisse rafforzata, il SI alla guerra se anche superasse il 10% non arriverebbe al 20.

E però come denuncia persino l'Avvenire (scelgo questa di citazione, su imbeccata di Pasbas, così non dite che parlo così perché sono comunista...) la scelta politica verso la guerra è bella e fatta, e le decisioni anche economiche sono ad essa perfettamente consequenziali. D'altronde, è dal giorno dopo essere assurta a premier che Giorgia è passata da paladina della sovranità ad ancella di Ursula, e in quanto tale ovviamente non può che obbedire agli ordini e uniformarsi alle direttive di Bruxelles, in questo dimostrandosi degna erede (nel tradimento degli elettori) di Gigino.

Su Byoblu l'intervista all'autore
Ora, se la narrazione ufficiale non ha speranze di trasformare la maggioranza degli italiani in interventisti, è invece già riuscita a cancellare la verità storica, che continuiamo a raccontarci tra noi cosiddetti complottisti senza nessuna speranza di riportarla a galla sotto gli occhi di tutti ma con il solito mantra dell'ottimismo della volontà pur nel pessimismo nella ragione, che in volgare si traduce in "non si sa mai". Ebbene, mi perdoni chi seguendomi me lo sente dire per l'ennesima volta, la verità storica è che (lo ammette persino il New York Times, solo la stampa italiana no) in Ucraina non c'è un governo legittimo, ma uno frutto di un golpe eterodiretto di dieci anni fa, senza il quale non sarebbero nemmeno sorte le ragioni storiche alla base della richiesta di aiuto a Putin da parte delle regioni russe finite dentro i confini ucraini ai tempi dell'URSS.

Accanto a questa verità che bisogna raccontarsi, ce n'è una che basterebbe accendere il cervello per vederla, bella lampante: il fatto che l'intervento russo NON abbia intenti distruttivi, ma miri esclusivamente alla soluzione il meno cruenta possibile del problema causato dal governo golpista ucraino, è dimostrato al limone dal fatto che in oltre due anni, il livello di distruzione e il numero di vittime siano una frazione di quelli raggiunti dagli israeliani a Gaza in quattro mesi. E certo: questi ultimi hanno si intenzione di radere al suolo il nemico e sterminarlo, e avendone la potenza militare lo stanno facendo, ma anche i russi hanno una sproporzione di potenza a loro favore, se non la fanno valere è proprio perché non hanno alcuna intenzione di colpire un popolo fratello oltre il necessario a cui sono stati costretti dai suoi governanti (e traditori) burattini della CIA.

Se la guerra subirà una escalation, quindi, sarà colpa di chi l'ha voluta, sia l'escalation che la guerra stessa. Forse, l'unica speranza per il mondo al momento è, paradossalmente, che al trono dell'Impero venga rieletto Trump. Evento molto più probabile rispetto all'altra speranza, che gli agricoltori riescano a demolire la nefasta Unione Europea, gettandola al più presto dove dovrebbe stare da tempo: nella spazzatura della Storia.

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