martedì 25 giugno 2024

E' STATO I(N)VANO

Diamo il nostro bentornato al nostro Anzianotti (e mica sono tutti Jovanotti...) che è rientrato a Roma da un pellegrinaggio di circa 900 chilometri di pedalate, vabbè in qualche tratto servoassistite... Avevamo salutato la partenza in questo post, non era detto che avremmo salutato l'arrivo (sgrat sgrat). Lo facciamo pubblicando un altro lotto di video in soggettiva, che bontà sua ha selezionato per noi.

Tra gli altri, un paio di tratti di basolato evidentemente di epoca romana. Se ne incontrano dovunque, in quello che era il territorio dell'Impero, indistruttibili da duemila anni, dove non sono state coperte smantellate cannibalizzate. I nostri asfalti vanno rifatti di continuo (provate voi a fare la Terni Orte o viceversa senza trovare un cantiere, io sono una quindicina d'anni e non mi è mai capitato), i ponti degli archistar quando crollano dopo cinquant'anni si sente dire che "è normale, era vecchio", e anche quelli miliardari in cronaca te li presentano garantiti per duecento anni come se fosse una gran cosa e non un fallimento annunciato in faccia a Ponte Milvio.

Ma non divaghiamo. Ivano è tornato, con la sua biciclettina, e già quando mi ha annunciato la sua intenzione di viaggio ho gioito per lui, chiesto dettagli, ma non certo chiesto perché: conoscevo la risposta. Le cose più belle della vita non si fanno con un perché. Sono meravigliosamente inutili. Vivere, è una cosa stringi stringi meravigliosamente inutile, non sarà un caso che te ne inizi ad accorgere solo a una certa età, quando il corpo ti comincia a dire "questo non si può fare" e tu non ti puoi nemmeno arrabbiare come facevi da piccolo quando te lo diceva mamma o papà. Alla fin fine, l'unica cosa che conta è la libertà, e misuriamo le cose per quanto la aumentano o la diminuiscano, persino per i soldi è così. Ivà, se ne organizzi un altro la prossima volta vengo con te...

venerdì 21 giugno 2024

CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE

Sarà anche condensa, ma che cavolo avevano da passare e spassare
sul cielo di Santa Severa? Il reticolo, surreale abbastanza da rendere
credibile qualsiasi "complottismo", continuava anche dietro il dito...
Abbiamo avuto finora il giugno meno caldo da molti anni a questa parte, ma agli alfieri del cambiamento climatico da riscaldamento globale a base antropica non basta nemmeno che si possa esclamare "signora mia, ariecco le mezze stagioni!". D'altronde, le religioni sono così: tocca credergli ciecamente e poi capovolgere e ricapovolgere ogni logica con l'unico punto fermo di giustificare il proprio credo. Se vivi, o vinci la partita, devi ringraziare Dio che è con te, ma se perdi o muori allora dovresti incolparlo, e invece - opplà! - una bella capriola logica e devi ringraziarlo lo stesso.

Se dicessi queste cose in una platea in presenza sentirei già sibilarmi contro "negazionista": è tecnica antica ma molto in voga, basta che osi calcolare i morti palestinesi a fronte di quelli ebrei negli ultimi mesi come negli ultimi decenni e sei "antisemita" (che poi anche i palestinesi sarebbero semiti, non rileva), basta che osi ricordare che l'Ucraina fece da spalla all'invasione nazista dell'URSS e ha cominciato lei nel 2014 le ostilità contro la Russia e le proprie stesse regioni russe e sei "putiniano" (ed è Putin il nuovo Hitler, lo dice Zelenskij e il coro ripete), basta che osi dubitare di qualunque versione ufficiale dei fatti e anche se nella storia anche recente la versione ufficiale iniziale è stata quasi sempre sputtanata sei "complottista".

Non si tratta di negare che, ad esempio, i ghiacciai negli ultimi decenni si siano parecchio ritirati: peraltro, non si può, sono dati oggettivi. Ma è altrettanto oggettivo che nel librone di storia del pianeta, di cui la storia dell'umanità è una pagina, quella della civiltà un rigo e quella dello sfruttamento di massa delle risorse non rinnovabili una virgola, i ghiacci si sono espansi e ritirati molte volte di caterve di chilometri - ed è storicamente documentato che il susseguirsi di periodi di anni o decenni più caldi o più freddi è la regola, e per cause sempre diverse e mai attribuibili alle attività umane.

Ma non è questa ultima attribuzione l'arroganza più grave e pericolosa dell'ambientalismo di moda (che così svela di essere solo di facciata, avendo ben altri fini che la salvezza della specie umana e del pianeta), è l'ingenua e delirante deduzione che non solo agire sul nostro comportamento (che è giusto, per carità, fosse anche solo per educazione) possa davvero modificare qualcosa che magari ha cause molto più profonde, ma soprattutto che l'impatto della nostra azione sia scientificamente calcolabile in modo da far rientrare il fenomeno o quantomeno ad attenuarlo significativamente. I tappini attaccati alle bottiglie, le auto elettriche, la termovalorizzazione, insomma, sarebbero in grado di far riscendere la temperatura media di quel grado e virgola di cui sarebbe aumentata per causa nostra, e quindi di ricicciare i ghiacciai.

La scienza come religione, di nuovo. Quando invece essa sarebbe la casa del Dubbio: non è che i nostri patetici interventi sono in realtà inutili, o magari addirittura controproducenti? Se davvero siamo in grado di far calare significativamente la temperatura media del pianeta, siamo anche in grado di calcolare di quanto serve, per evitare magari di farla calare troppo? Non sarebbe meglio concentrarsi, ed investire risorse, su quello che ha portato la nostra specie fin qui, l'adattamento? e, ad esempio, varare un piano massiccio di investimenti pubblici per liberare i letti dei fiumi dagli insediamenti e mettere in sicurezza naturale le sponde, piuttosto che lamentarsi del cambiamento climatico alla prima pioggia che lava a valle case e strade che li non ci dovevano stare?

Sia mai, ho nominato gli investimenti pubblici, ecco stavolta il sibilo di "antieuropeista". Proprio in questi giorni è arrivata l'ennesima procedura di infrazione del deficit. Figurarsi se si può, che so, varare un piano per sistemare gli acquedotti (che perdono regolarmente un multiplo di volte acqua di quanto si possa imputare alla peggiore stagione di siccità), o incentivare sul serio la microproduzione elettrica da fonti rinnovabili (tra cui al primo posto l'idroelettrico, altro che minchiate modaiole). Il ponte sullo Stretto, inutile e dannoso da ogni punto di vista tra cui quello ambientale, quello si può: più soldi si stanziano per un'opera, meno il cittadino elettore può controllare a spanne quanto sfrido si rende disponibile per la mangiogna. Ma casa tua no, quella ti obbligano a ristrutturartela coi tuoi soldi, così di fatto abbattendone il valore commerciale dall'oggi al domani (e tu magari hai un mutuo calcolato sul vecchio valore, con un residuo superiore al valore attuale). "Eccerto, vorrai mica creare un buco come quello del superbonus facciate!" ti dicono, dimenticando che il buco c'è stato proprio solo perché hanno messo in mezzo esosi intermediari, regalando come di consueto soldi alle banche e favorendo la nascita di soggetti fittizi, il tutto con la scusa che lo Stato non può investire direttamente in deficit, nemmeno per rendere ecologiche le case dei propri sudditi, che dico nemmeno per renderle antisismiche.

A proposito, siete stati di recente a Castelluccio di Norcia? Mi è capitato, purtroppo, e ho trovato solo un mucchio di ruderi. Dal 2016 hanno al massimo solo portato via le macerie. I bancarellisti appostati attorno al cocuzzolo, a tentare di capitalizzare un minimo della immensa bellezza del sito naturale (la fioritura, le lenticchie, la caldera adattissima al volo amatoriale), te lo dicono con un velo di tristezza rassegnata che non si può raccontare. E ti raccontano che a Norcia va un po' meglio, ma ad Amatrice mica tanto.

Viva l'Italia, e soprattutto l'Europa, nostro novello sovrano senza controlli democratici, messo li dal capitalismo multinazionale (con la complicità pagata di molti ascari, il peggiore dei quali sta al Colle, e quella gratis dei troppi creduloni nostri concittadini) solo per riprendersi quello che ci avevano dovuto dare per averci raso al suolo nell'ultima guerra, e solo perché sennò diventavamo comunisti. Fino alla prossima, forse imminente, guerra guerreggiata, che tanto "è colpa di Putin", mica della Nato che ha eterodiretto un golpe in Ucraina dieci anni fa per mettere il naso alle sue porte. Immaginate che il Messico abbia ancora nei suoi confini le regioni messicane che fanno parte degli USA per via di una guerra, e che i russi riescano a mettere a capo del governo messicano un attorucolo televisivo che inizia a maltrattare in vario modo gli statunitensi di quelle regioni: secondo voi, gli USA aspettano dieci anni prima di intervenire, o lo fanno il giorno dopo e a tutta potenza, incuranti come al loro solito dei "danni collaterali"?

giovedì 13 giugno 2024

SEI TU, ROMEO?

Della serie "forse non tutti sanno che", il nome Romeo, che in Italia come nome non è molto usato ma è noto a tutti grazie a un certo Scrollalanza ma come cognome è presentissimo specie dalle mie parti, deriva proprio da Roma. L'unico modo per fare i turisti quando non esisteva il turismo, infatti, era fare i "romei", cioè scarpinare fino a Roma per chiedere il perdono per i propri peccati, percorrendo perlappunto la via Romea, se venivi dalla Germania anzi praticamente dalla Danimarca, oppure la via Francigena, se venivi dalla Francia anzi praticamente dall'Inghilterra.

Quelle antiche vie sono oggi ricalcate da strade superstrade autostrade. Ma spesso sono ancora li anche gli antichi tracciati, magari sterrati, lungo e attraverso fiumi, per boschi valli e passi, e ripercorrerli in tutto o almeno in parte è diventato quasi di moda. Dove il quasi è perché non è mica facile: io ad esempio non ce la farei, anche avendone il tempo e i mezzi. Per cui, anche se lo fanno in molti, non sono così tanti da rendere probabile, statisticamente, conoscerne qualcuno. Ancora meno che questo sia un tuo amico e ti mandi pure qualche video. L'occasione non si può perdere, per pubblicare una volta tanto un post lontano dalla linea editoriale.

Ivano ha un paio d'anni più di me, buone gambe, una bici servoassistita, una videocamera, il tempo (è in pensione, beato lui), il coraggio e la visione sufficienti per decidere di partire, da solo perché nella vita è importante anche ogni tanto prendersi del tempo per stare da soli con se stessi, rifacendo praticamente tutto il tratto italiano della via Francigena. Se anche l'età non ve l'avessi detta, l'avreste dedotta dal piano di viaggio, che vi mostro così come me lo ha mandato, rigorosamente vergato a penna su un notes. Mentre vi scrivo è circa a metà tragitto, che per quanto possibile ha organizzato prima di partire, visto che certi tratti con la batteria scarica e senza essere ciclisti professionisti è difficile farli. Ma tutta l'operazione è da segnalare per lo spirito, decisamente da emulare: si viaggia, come diceva Faber (qui nella magnifica versione di Ginevra), "per la stessa ragione del viaggio: viaggiare". Conta il tragitto, non la conclusione, esattamente come per la vita.

Auguriamo buon viaggio a Ivano, guardando i suoi reportage, e ascoltandoli anche, se avete fatto allontanare i bambini, però: non sappiamo quali altri peccati abbia da farsi perdonare col suo pellegrinaggio, ma certamente qualche parolaccia si, e so che le peggiori non sono nei filmati. Forse ci verrà voglia di imitarlo, ma sicuramente lo ammireremo, ci faremo due risate, e verrà in mente anche a noi una vecchia suite dei Pink Floyd...

domenica 9 giugno 2024

DA DOMANI

Ho iniziato a scrivere questo post venerdì, prima, che il weekend più incredibile nella storia del tennis italiano (pure in un periodo in cui se ne sono susseguiti di altri decisamente storici, come quello della seconda Davis lo scorso autunno) cominciasse a dare i suoi verdetti, se mi credete. E se non mi credete, come si dice, stica. L'ho fatto perché, veramente, la cosa da celebrare non è tanto che Jannik Sinner da lunedì 10 giugno 2024 (da domani, per chi mi legge appena pubblico il post, domenica) è ufficialmente il ventinovesimo numero uno da quando le classifiche del tennis mondiale le fa il computer. E' che in uno dei quattro tornei più importanti del mondo c'è un italiano in semifinale sia nel singolare che nel doppio sia maschile che femminile, anzi già in finale nel singolare femminile e nel doppio maschile, e oggi potrebbe essere che facciamo filotto, se Errani-Paolini e Sinner vincono.

Per chi calca i campi da tennis da quando, bambino asmatico tenuto amorevolmente lontano da ogni attività fisica da genitori troppo premurosi e medici di una volta, ricevette in regalo dalla Befana del Ferroviere una coppia di racchette improbabili (di finto legno, in realtà cartone pressato, che alla prima pallina vera si sarebbe sbriciolato, e con corde di nylon da pesca solo un po' più spesso) iniziando a esercitarsi contro la parete del soggiorno, e poi contro il muro di uno dei sostegni sotto il ponte nuovo sul Calopinace, oramai oltre mezzo secolo fa, è una congiunzione astrale che mai avrebbe sperato si realizzasse, nemmeno nel più fantasioso dei suoi sogni. E so di dire cose che, con più o meno piccole varianti, moltissimi italiani potrebbero sottoscrivere.

Poi anche le ragazze sono andate in finale, mentre invece Sinner no: troppo precaria la condizione fisica per reggere cinque set contro forse l'unico attualmente al suo livello. E poi, e siamo arrivati a domenica, gli italiani hanno perso tutte le finali. Quindi la congiunzione astrale non si è compiuta appieno, ma quel bambino sarebbe ancora orgoglioso, perché quando sfidava il muro per ore impersonando i suoi eroi in veri tabelloni almeno dagli ottavi in poi, imitando lo stile ora dell'uno ora dell'altro nel tirare i colpi, tra quegli eroi di italiano c'era solo Panatta (anche se a "classe" era il migliore) e oggi invece avrebbe l'imbarazzo della scelta. E comunque uno di questi, un ragazzo il cui unico difetto sembra essere quello di dire un po' troppo spesso di essere solo un ragazzo normale, che magari sarà pure vero ma quando smette di dirlo forse diventa imbattibile, da lunedì, da domani, forse l'ho già detto, sarà il numero uno del mondo.

Volevo chiamarlo così, questo post, ma poi mi sono ricordato di averlo già scritto (per un certo Federer) e anzi con alcune cose dentro che erano le stesse che mi venivano in testa di ripetere, per cui andatevelo a rileggere, come pure a maggior ragione si può ancora rileggere per intero e sottoscrivere il post con cui celebravo l'ascesa a numero quattro. Ma la cosa più bella da andarsi a rivedere, perché la dice lunga e insegna qualcosa a ciascuno di noi, è il video di sei anni fa quando a un ragazzino che si era appena affacciato tra i professionisti veniva chiesto quale fosse il suo sogno. Solo un altro prima di lui rispose allo stesso modo con ancora più faccia di tolla, si chiamava Djopkovic. E si, avete indovinato.

domenica 2 giugno 2024

QUANDO C'ERA LUI

Quando ero ragazzo la frase del titolo capitava di sentirla dai vecchi, riferita a un tizio che ci aveva trascinato in una guerra disastrosa. Spesso, ad eventuale spiegazione, era accompagnata dalla porta di casa che si poteva lasciare aperta e dai treni che arrivavano in orario. Troisi, che in questi giorni che fa trent'anni che non c'è più, col suo solito genio la questione la liquidava dicendo che allora perché capo del governo, bastava che lo facevano capostazione. Noi che Troisi possiamo al massimo limitarci di mandarlo a memoria e tenerlo nel cuore, e citarlo, non certo imitarlo, siamo costretti ad argomentare. Anche perché la cronaca in qualche modo lo impone.

I vecchi nostalgici di cui sopra, infatti, non avevano i mezzi economici e nemmeno culturali per guardare le cose in prospettiva storica. Se vieni da generazioni di miseria e qualcuno ti da una casa, un lavoro, strade-ospedali-scuole-eccetera, poi la guerra sono tre mesi di bombardamenti e tre anni di fame nera, è umano rimpiangere e non è semplice comprendere le responsabilità, al massimo arrivi a dire (come facevano, al punto di farlo diventare un altro luogo comune) che l'unico errore è stato seguire quel pazzo di Hitler.

Pure sta storia della pazzia di Hitler, tra l'altro, è comoda e consolatoria: era lui che era pazzo, mica era colpa nostra. Ma i veri pazzi, lo si scopre solo studiando la storia e non la sua vulgata ufficiale, furono quelli che imposero alla Germania dei danni di guerra tali da metterla in ginocchio, Hitler fu solo quello che promise e mantenne di risollevarla, e altrimenti non si spiegherebbe il seguito che aveva (lui tra l'altro le elezioni le vinse, non fu un Savoia ad affidargli vigliaccamente l'incarico di governo). E infatti i suoi nemici l'errore non lo rifecero dopo la seconda, di guerra, anche se poi avrebbero fatto l'errore opposto: consegnare l'Europa nelle mani della Germania unita (unita a spese nostre), col solo De André a vedere ballare la polka a culo nudo sul muro di Berlino, alla scimmia del quarto Reich.

A destra un cavaliere, a sinistra no. Ma forse il chirurgo è lo stesso...
Ma questa fin qui è stata solo una lunga digressione iniziale, perché la cronaca non ci impone di parlare di quel Lui, ma di quell'altro Lui. Sua figlia, infatti, proprio oggi è stata nominata Cavaliere, come già il padre fino all'antonomasia. E già il padre doveva i suoi risultati non già alla attitudine al lavoro, bensì ai buoni uffizi di un padre banchiere e di amici (degli anici) siciliani, oltre che alla tendenza ad agire - per dirla con un eufemismo - borderline rispetto alla legalità. Ma già Marx ci aveva avvisato, che non esiste accumulazione originaria del capitale senza delitti e ruberie: non ci eravamo stupiti. Solo che l'onorificenza era un po' troppo, sapeva di presa in giro, e gira gira ha finito per squalificare l'etichetta. La figlia, però, nemmeno quello, non ha dovuto nemmeno delinquere per costruirsi una carriera di editore. E in un Paese in cui il nepotismo ha radici storiche profondissime, nella Chiesa romana, ramificate fino ad attori e cantanti e nicchie insospettabili di qualunque professione, provate voi a fare il notaio o il farmacista senza essere figlio di, non è nemmeno originale.

Ma c'è un'altra ragione per cui il Cavaliere è tornato agli oneri della cronaca: finalmente, dopo decenni di tentativi, hanno approvato la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Oddio, approvato: trattasi di legge costituzionale, e finora l'unica passata nottetempo e istantaneamente, senza dover passare dalla forche caudine del difficile iter di approvazione con tanto di referendum finale, è stata l'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione, autentica furfanteria con mandanti tra i padroni dell'UE e vittime (quasi tutte inconsapevoli) noi tutti. Ma tant'è, a Silvio l'aveva tanto raccomandata il suo mentore Licio, e ci teneva tanto che oggi gliela dedicano tutti. Tra l'altro, nemmeno è tanto semplice capire perché è pericolosa, uno potrebbe dire che mi frega, al massimo sospettare per partito preso, invece è il primo passo (l'acqua calda nella pentola della rana) verso il controllo della pubblica accusa da parte del potere esecutivo, e ciao ciao Montesquieu.

Che poi dopo di Lui, peggio ancora che dopo dell'altro Lui, siano arrivati furfanti di tale portata da giustificare quasi il rimpiangerlo, è un altro paio di maniche. Se ce lo avessero detto esplicitamente, che la scelta era tra la dittatura macchiettistica di un mezzo mafioso che anche solo per tenerci buoni però ci voleva far mantenere un certo tenore di vita, e la dittatura dissimulata ma feroce di un regime di banchieri e tycoon multinazionali che ci vuole impoverire e togliere la casa il lavoro e persino il controllo sui nostri stessi corpi, forse anche a sinistra in molti avremmo votato per la prima. Anche con le porte sprangate e i treni in ritardo.

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