Vecchioni la canta benissimo, in Sogna ragazzo sogna: "la vita è così grande che quando sarai sul punto di morire pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire". Ma la vera prepotente bellezza di questo verso è che si può leggere in entrambi i sensi: sia come tributo al meraviglioso egoismo di un vecchio che ci mostra come si fa a vivere, sia come monito contro l'illusoria proattività di un poveretto che non saprà mai se li sarà mai cresciuto un albero. E questo, in molti lo sapete e chi non lo sa mi creda sulla parola, è ancora più atroce se hai una qualche discendenza su questa terra.
La stanchezza deriva dal dover assistere senza avere alcun potere reale di contrastarlo al dominio della menzogna, e anche se non fosse tale fa lo stesso: la grancassa della propaganda suona dappertutto la stessa canzone, e tu che non sei d'accordo su nulla sei sempre più frustrato dal non sentire una voce che dica le cose che pensi tu se non da palchi ristretti, emarginati al limite dell'irrilevanza. Ben oltre il quale si trova anche questo blog, creato ben sedici anni fa e rotti da uno che era "nel mezzo del cammin" della sua vita, quindi aveva orizzonti ben diversi.
Allora non ti resta che spegnere del tutto, dopo averne ridotto l'utilizzo al tempo di un caffè doppio la mattina presto, l'informazione mainstream, che non è che sia mai stata sto granché ma da qualche tempo è una fogna a cielo aperto di bugie su bugie declamate col tono con cui si passa un luogo comune condiviso, e la faccia di tolla che ci vuole per riuscirci. Per cui ogni volta che ne sento una l'impulso sarebbe imbracciare un megafono, arringare le folle, fondare un partito, passare porta a porta con un secchio di acqua gelida, ed è frustrante ogni volta doverlo reprimere o rompere i coglioni a chi vive con te ed ha ancora lo stomaco di sopportarti, con le tue verità alternative che non condivide nessuno.
Lo vorrei fare, uno specchietto facile facile con in due colonne quello che ci raccontano e quello che invece molto più probabilmente è, riga per riga parlando di Russia e Ucraina, Israele e Palestina, clima e ambiente, Europa e moneta, pubblico e privato, diritti fondamentali negati e diritti fasulli concessi, eccetera eccetera. Ma mi sembra così tanto vana, come fatica, che alla fine non scrivo di niente, e rieccoci all'inizio. Così, ho deciso intanto di parlarvi della mia stanchezza. La tabella, il quadro sinottico che illustra la distanza tra il punto di vista ufficiale e dominante e quello di questo boomer e di altri quattro gatti, prima o poi arriverà. Forse.
Accontentiamoci per ora di condividere il giramento di cabbasisi per la ricorrenza del 7 ottobre, in cronaca, presentato allo stesso propagandistico modo da tutti i canali come un massacro terroristico che giustifica ampiamente (e invece nemmeno, anche quando) un anno di ritorsioni israeliane, e invece nato con ogni probabilità come tentativo da parte di una milizia di un popolo oppresso da decenni di procurarsi ostaggi per avere merce di scambio col nemico, tentativo da un lato riuscito solo per imperizia o complicità militari e dall'altro divenuto sanguinoso proprio per le modalità di reazione (e solo in questo senso il parallelo con l'11 settembre è corretto, non in quello nelle intenzioni di chi lo ha proposto). Senza considerare, poi, che le ritorsioni sono diventate un anno di rappresaglie sempre più ad ampio raggio (e il coro sempre a parlare di "attacchi" a proposito delle legittime, e attentamente moderate, reazioni ad esempio iraniane, e di "legittime reazioni" a proposito delle continue escalation israeliane), tanto da arrivare a proporzioni che fanno invida a quelle naziste tipo Fosse ardeatine o Sant'Anna.
Ora, e questo vale per tutto, non è che io pretenda che il mio punto di vista "altro" sia quello giusto, ci mancherebbe, io pretendo "soltanto" che in questa come in tutte le altre questioni ci sia spazio per proporre un punto di vista "altro" qualsiasi, permetterne il confronto ad armi pari davanti all'opinione pubblica, e a quel punto vinca il migliore. Non è una questione da poco: su di essa si gioca purtroppo il poter dire o meno di essere in democrazia. Senza aver consentito ciò, chi ti parla di democrazia ti sta solo prendendo in giro. Ti fa cascare le braccia, e lo sta facendo pure apposta.
2 commenti:
Una volta, alla radio, ho sentito Piroso raccontare di quando il Cavaliere gli rivelò che, a suo modo di vedere, la “gente” non nulla (lui fu più efficace) di quello che succede anche se la tv spara notizie a getto continuo… e tutto questo perché non se ne frega, prendendo posizione sulla base di convinzioni che alla fine danno retta più alla persona che alle idee. É quello che spiega anche il successo commerciale degli “influencer”, non si segue più il tale prodotto ma si cerca quello che è utilizzato dal tizio o la tizia che “sto seguendo” (espressione sintomatica) sui social… E l’effetto di tutto questo lo si vede soprattutto in cabina elettorale. Se avesse ragione, sarebbe praticamente inutile scrivere… a mio avviso, ha torto (in parte ovviamente, lui sapeva bene di cosa parlava:-) perché la sua teoria riguarda la maggioranza delle persone ma non tutte… e non sono poche quelle che leggono per il piacere di esplorare e di conoscere… sono lettori infidi perché cercano, di default, il disaccordo tuttavia, leggono con assoluto piacere e diventano complementari a chi ama scrivere documentandosi… questo “contagio” impedisce il pensiero unico… la comunicazione mainstream continuerà ma non riuscirà a plagiare tutti… ed è assai divertente l’esercizio di smascherare certe ipocrisie,, l’importante è non sperare che altri vedano quello che vedi tu… non possono, anche perché stanno guardando l’ultima moda lanciata da Instagram… scrivi ragazzo, scrivi:-)
eddai un commento ogni tanto ti allunga la vita, grazie. alla fine mi lamento un po' ma finché ho alito scrivo, leggo e scrivo per non morire...
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