sabato 21 dicembre 2024

CARO BABBO NATALE

Chi mi segue lo sa, che sono un miscredente e non credo in nessun essere superiore figurarsi in uno vestito di rosso dalla cocacola che prima era vestito di verde perché come molti altri americani veniva dall'Irlanda dopo aver fatto il giro di mezza Europa ma in fondo era San Nicola di Bari e non era nemmeno di Bari perché era moro. Dopo aver visto mio nipotino piangere per aver scoperto che sotto la barba finta c'ero io vestito strano, ho deciso che non avrei ripetuto quelle pantomime con mia figlia, alla quale fin dalla più tenera età inoltre ho raccontato la storia vera di Santa Klaus, padre degenere che non sono altro (lo so che qualcuno di voi lo sta pensando, e metto le mani avanti).

Ma dopo aver visto la pubblicità di quel nonno che la bimba gli chiede ma i nonni non scrivono a babbonatale e lui risponde certo che si e scrive caro babbo natale vorrei passare più tempo con la mia nipotina e lei lo aiuta a recapitare la letterina e di fatto esaudisce il suo desiderio, siccome non sono ancora nonno anche se anagraficamente potrei, e siccome mia figlia è entrata in quella fascia d'età che i genitori li si calcola poco e io devo solo aspettare che passi tentando di mantenermi vivo e magari decentemente, ma soprattutto siccome con l'età ci si commuove di più non solo coi bei film ma anche con i brutti spot, ho deciso che quest'anno avrei scritto la mia letterina anch'io. Anche se non so cosa chiedergli.

E già perché man mano che ti accorgi che la strada davanti è ormai molto più corta di quella dietro, e il fenomeno tende ad accentuarsi, scopri di avere sogni diciamo così sempre più "conservativi", del tipo mantenere la salute o cose del genere, e quello è il massimo di ottimismo che ti concedi. Certo, resta valido il meraviglioso verso di Vecchioni in Sogna ragazzo sogna ("la vita è così grande che il giorno prima di morire pianterai un ulivo convinto ancora di vederlo fiorire"), ma per quanto sia vero e potente, perché proiettarsi nel futuro è l'unico modo reale che abbiamo di attingere in qualche modo all'immortalità (e perché se no si farebbero imprese memorabili, si farebbero i figli, si amerebbero le storie comunque le si raccontino?), si tratta di una forma di autoinganno che continua, nonostante sia consapevole, per non avere alternative. E allora vai sullo spicciolo: niente sogni grandi, meglio concentrarsi sulle piccole cose.

Solo che anche così la lista sarebbe così lunga che l'ufficio stampa di Babbo Natale la scarterebbe, eppoi lo sanno anche i bimbi più piccoli che nella letterina una cosa, bisogna mettere, anche se te ne vengono in mente tante, che se no quello è pure anzianotto e non ce la fa. Vediamo un po'... vorrei che quelli che pensano che la pace sia qualcosa dove vinciamo noi e il cattivo perde fossero i soli a patire le conseguenze di una escalation... no, troppo ambizioso. Allora vorrei che quelli che ci hanno rinchiusi in casa arbitrariamente per non avere ammesso che erano stati proprio loro a strangolare la sanità pubblica e che era quello il solo motivo per cui non ce la si faceva a fronteggiare un'influenza un po' più seria del solito fossero processati e rinchiusi in galera buttando le chiavi... no, troppi correi, non basterebbero le carceri, anche tenendo fuori i corrivi. Allora i diritti economici fondamentali, il ponte sullo stretto, la TAV che poi persino la sigla è arbitraria, la logica delle privatizzazioni e gli affari dietro di esse... no, ci vuole una cosa più precisa. Mi aiuto con un filmato:

Ecco, vorrei che quelli che credono a questo filmato, e quelli che lo hanno realizzato, e quelli che stanno dettando la linea che si vede chiaramente tra le righe, fossero davvero costretti per tutta la vita a spostarsi solo tramite un treno regionale, meglio del centro-sud ma va bene anche quelli del nord, perché non possono permettersi un'auto di quelle supercare che saranno le sole a poter circolare, né tantomeno una casa abbastanza vicina al lavoro da poterci andare in bici sulle costosissime e trafficogene ciclabili costruite per i privilegiati residenti. Così, anche per provare sulla loro pelle cosa vuol dire impiegare tre ore per un tragitto che in macchina ce ne vuole una, tutti pigiati uno sull'altro fin dalla banchina o dal mezzo pubblico preso per raggiungere la stazione, detestarlo, e sapere che la loro condanna è non uscirne mai fino a che campano. Che dici, Babbo, si può fare?

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