mercoledì 22 aprile 2009

CENT'ANNI COSI' L(I)EVI...

Per una volta non ci sottraiamo ad un coro mediatico, ma è per un buon motivo: gli auguri di buon centesimo compleanno a Rita Levi Montalcini.
Le note biografiche complete potete leggerle su Wikipedia, a noi basta notare che questa donna nata prima della Grande Guerra arriva a questo traguardo con la mente lucidissima, che è l'unica condizione da porre al demonio che faustianamente volesse propinarci una lunga vita. In una sua recente intervista al Messaggero, ad esempio, dichiara tra l'altro:
  • "Il segreto della mia vitalità è che vivo ora per ora, continuamente impegnata nella ricerca scientifica e nei problemi sociali. Non ho tempo di pensare a me... La mia vitalità deriva dalla totale indifferenza a me stessa"
  • "Guai a mandare il cervello in pensione. Lavoro giorno e notte con un’équipe eccezionale. All’Ebri, l’European Brain Research Institute, io e i miei giovani collaboratori stiamo approfondendo gli studi sull’Ngf, che accompagna lo sviluppo degli esseri umani dalla fase prenatale fino all’invecchiamento. Queste ricerche potrebbero avere conseguenze importanti per combattere le malattie neurodegenerative ed avere un farmaco efficace contro l’Alzheimer"
  • "Noi, popoli “colti”, siamo colpevoli dei crimini della schiavitù e del colonialismo che hanno sconvolto l’Africa e anche oggi abusiamo di quel meraviglioso continente, mentre dovremmo continuamente scusarci del male che abbiamo fatto in passato" (la sua Fondazione si occupa di dare "un futuro alle donne africane")
  • "Il male è l’eccessivo desiderio del proprio benessere e il disinteresse per il bene comune. Sappiamo che una minima frazione dell’umanità che vive nei paesi sviluppati gode di un eccezionale benessere mentre la grande maggioranza soffre in modo incredibile. Questo è il male: cullarci nel nostro benessere e disinteressarci degli altri che soffrono"
  • "Non bisogna mai darsi per vinti. Io stessa dovrei “ringraziare” Mussolini per avermi giudicata persona di “razza inferiore” e avermi così costretta a lavorare segregata nella mia camera da letto, dove avevo allestito un piccolo laboratorio e cominciato le ricerche che mi hanno portato al Nobel".
Il Nobel lo ha avuto nell'86, dal 2001 è Senatore a vita, e anche questo compito lo ha preso sul serio, contando più presenze in aula di tanti colleghi più giovani, cosa per cui è stata attaccata e persino schernita ed offesa (da Storace, quando era berlusconiano...) allorquando i senatori a vita sono stati utili alla fragile esistenza del governo Prodi.
Ma lei tira avanti, porta avanti i suoi progetti, anche quando è difficile districarsi dalle contraddizioni etiche che il mondo della ricerca medica e farmacologica oggigiorno comporta, muovendosi sul filo del rasoio con agilità. Come quando, nell'intervista succitata, alla domanda se fosse mai stata innamorata, Rita risponde "Ho avuto amicizie profonde, ma veri amori, no..." Che sia questo, il segreto della sua longevità?

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