Che commozione sentire i cosiddetti giornalisti televisivi enfatizzare stamattina presto l'approvazione quasi unanime del federalismo fiscale, sottolineando l'avvio - finalmente! - di una nuova stagione di dialogo istituzionale tra governo e opposizione! La colazione è andata giù una bellezza!
Peccato per quel voto contrario dell'UDC, e di Follini (ex UDC, ed ex vicepremier di Berlusconi) e pochi altri nel PD: sarebbe stato bello poter dire, un domani, che l'intera classe politica ci ha condotto alla bancarotta. Invece, con qualcuno che si è smarcato, si crea un precedente pericoloso, vista la consuetudine italica al voltafaccia: un domani, vedrete, sarà difficile trovare un padre a questa sciagura.
Anzi, no, uno c'è: ci ha messo la faccia (tanto ormai...), e si è portato pure la famiglia a celebrare il suo trionfo personale, Umberto Bossi, proprio lui. Forse perchè non conta di sopravvivere alla rovina definitiva dell'Italia, chissà... Speriamo di si, invece: almeno avremo un colpevole!
Ma perchè siamo così pessimisti? In fondo, se sono tutti d'accordo, pure quelli dell'Italia dei Valori, gli unici a fare una qualche opposizione negli ultimi tempi, ci sarà un motivo, no?
E non lo so. Intanto la legge è tecnicamente una Legge Delega: non dice nulla, ma lascia al governo (che ha due anni per i decreti attuativi...) e agli altri protagonisti (una bicamerale - ahiahi! - e una commissione tecnica paritetica) il compito di trasformare in norme i principi enunciati. Quindi si afferma il capovolgimento della sussidiarietà e della struttura dell'Erario, che vuol dire che uscite ed entrate vengono gestite prima a livello locale e solo per questioni residuali a livello nazionale, mentre si prevede che a gestire questa nuova complessità verranno individuati criteri di bilancio univoci con l'obiettivo di mantenere costante la pressione fiscale.
In altre parole, niente nelle norme appena approvate ci garantisce, attualmente, che ci sarà mai più modo di sapere come vanno realmente le cose nei conti pubblici, e che tutto non si tradurrà in aumento incontrollato della spesa pubblica e della pressione fiscale complessiva, ma nei prossimi cinque anni decreti attuativi e commissioni varie faranno si che tutto ciò magicamente avverrà: voi ci credete? Viene da dire "I know my chicken". Reggio Calabria città metropolitana dice tanto (per chi sa leggere bene le dichiarazioni, come questa del Sindaco Scopelliti) , Roma Capitale dice il resto. Andremo allegramente verso la bancarotta, e ci stiamo privando anche dei pochi strumenti per accorgercene. Avremo la febbre da cavallo, ma avremo rotto il termometro e buttato nel cesso la tachipirina.
Se l'Italia dei Lavori (non è un refuso: Di Pietro ha avviato il buco nero dell'A3, ed è pure a favore del Ponte) non ci sorprende, il Partito Democratico ha perso l'ennesima occasione per dimostrare di esistere: che vuol dire l'astensione? O sei d'accordo o sei contro, non stiamo mica parlando di una leggina qualsiasi! Perchè non approfittare delle imminenti elezioni europee per dire chiaramente, ad esempio, che l'unico federalismo che ha senso è quello degli Stati Uniti d'Europa? O almeno, che in prospettiva di un'auspicabile crescente unione politica e armonizzazione fiscale europea cianciare di federalismo fiscale interno a uno Stato che non ha più sovranità monetaria è una minchiata, se non una furbata ad uso e consumo dei soliti mangioni?
Basta, chi volesse si legga direttamente questo "epocale" provvedimento. Poi se ci trova qualcosa di buono, e magari di concreto, ce lo dica in un commento che ne parliamo...
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