giovedì 2 aprile 2009
QUESTA CITTA' METROPOLITANA E' UNA GRANDE COSA. NOSTRA.
Devo tornare sulla Città Metropolitana di Reggio Calabria perchè mi ha assalito un'immagine. Ma non so se dirla. Vabbè la dico.
Come i reggini sanno da decenni e gli italiani che vedono Rai 3 di notte da poco, a Reggio non c'è l'acqua potabile. E sarà l'ultimo capoluogo di provincia italiano ad avere il gas di città. E ospedali e cimiteri sono territorio extrastatale. E le case, condonate o meno, sono per il 90% nate abusive e magari lussuose dentro ma quasi tutte non rifinite fuori, cosicchè l'automobilista di passaggio sulla tangenziale può pensare di essere a Gaza dopo i bombardamenti israeliani (tutta lungimiranza, perchè quei ferri lasciati spuntare sul terrazzo ad arrugginire ora saranno un altro piano per la bambina che si sposa, chissenefrega se sforiamo il 35 per cento...). Sensazione rafforzata se dovesse entrare in città dall'impossibilità materiale di schivare tutte le buche nell'asfalto.
Però ora sarà Città Metropolitana, e come sapete perchè la cosa diventi effettiva un certo numero di comuni limitrofi deve accettare di confluirvi. Ora, Reggio è una lingua di case lunga sul mare 40 chilometri e stretta quasi sempre meno di uno, poco più nel centro, e con propaggini lungo le varie strade che risalgono le pendici dell'Aspromonte fino a frazioni montane (a oltre 1200 metri s.l.m.).
In geografia politica ed economica, avrebbe senso che la sua conurbazione di fatto con Melito Porto Salvo a sud, Villa San Giovanni a Nord, e Messina a Ovest, diventasse di diritto. Ma l'affare è stato fiutato: chiederanno di aderire anche i comuni della Locride, a 100 e passa chilometri di distanza, collegati al capoluogo da una statale fatiscente pericolosa e così trafficata da essere di fatto impercorribile, e una linea ferroviaria a un binario solo non elettrificata. Il capofila dell'iniziativa è il sindaco di Roccella Jonica, il nome non ce la faccio a scriverlo (ero bambino quando l'ho sentito la prima volta), leggetelo qui, vi dico solo che era sottosegretario con Craxi.
Insomma, l'immagine che mi ha assalito è questa: un tunnel che dalla Locride passi sotto l'Aspromonte e si colleghi direttamente col ponte sullo Stretto! Lungo decine di chilometri, supererebbe lo stesso ponte per faraonicità e stanziamenti, e avrebbe l'appoggio incondizionato e bipartisan di tutti i politici e dei loro amici e degli amici dei loro amici. Nonchè del popolo di quella parte d'Italia che ha dato il nome al tutto e forse per questo porta con se in nuce le caratteristiche esasperate dei connazionali, in primis quella voglia di schivare le responsabilità, e affidarsi a Papà che è buono e provvede a tutto, così bene descritta da Laura e Lory.
Non lo volevo dire, perchè l'idea è così folle che se la leggesse il Boss potrebbe anche pensare di farla propria. Ormai mi è scappata, confido sul fatto che questo blog è frequentato poco, magari nulla dai pidiellini. Che a Milano....
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