Ma il titolo giusto del pezzo sarebbe: piangere sul latte versato serve, a evitare da ora in poi di metterlo sul gas e uscire...
Se lo avessimo fatto in passato, oggi non piangeremmo quasi 300 morti e la totale distruzione di un'area; quindi se lo facciamo adesso, non piangeremo - o almeno non piangeremo così tanto - la prossima volta che la Natura deciderà di ricordarci che può tranquillamente fare a meno di noi, lei.
L'evento, se finalmente come Paese vogliamo crescere e cominciare a trarre insegnamento dai nostri errori, ci consente di stilare una LISTA DI COSE DA FARE, ovviamente in cima alla quale ci sono i soccorsi, che stanno funzionando (anche se meno di quanto la retorica di Regime dica...) nonostante Prefettura e Ospedale distrutti, la rapida installazione di strutture provvisorie che rendano possibile il ritorno degli abruzzesi a una vita il più possibile normale, e la ricostruzione. Sulle prime due, siamo campioni del mondo, e la metafora è calcistica non a caso, perchè anche le nostre squadre quando rischiano seriamente l'eliminazione danno il meglio e magari vincono il Mondiale. Dalla terza in poi, cominciano le dolenti note, come dimostrano non tanto le boutade dell'uomo di Arcore su L'Aquila 2 quanto il fatto che il tipo non sia stato subito sommerso di fischi e improperi e invece addirittura ci sia anche qualcuno che ragiona sulla proposta prima new town.
Ecco dunque la lista, aperta ovviamente:
- inchiesta seria ed eventuale incriminazione di progettisti ed esecutori degli edifici in cemento armato che sono crollati nel sisma, con sospensione di tutti gli appalti a loro affidati fino alla eventuale assoluzione - indovinate chi ha realizzato l'Ospedale dell'Aquila? Si, Impregilo, quelli che dovrebbero fare il Ponte sullo Stretto...
- annullamento immediato delle Grandi Opere, Ponte in testa, con storno degli stanziamenti in un Fondo per le Opere Piccole ma Utili (FOPU?), quelle si - fra l'altro - davvero in grado di rilanciare l'economia attraverso il volano del moltiplicatore keynesiano...
- avvio di una capillare rilevazione del territorio e dell'edilizia abitativa e pubblica, a cominciare dalle zone a più elevato rischio sismico (come l'Area dello Stretto) vulcanologico (come le falde del Vesuvio) o in generale geologico (aree esposte ad esondazioni o frane), allo scopo di realizzare una mappa delle priorità degli interventi di ristrutturazione o eventuale rifacimento...
- immediata entrata in vigore delle norme antisismiche più avanzate nella costruzione di qualsiasi edificio in tutto il territorio nazionale: quelle approvate nel 2001 sono ancora non applicate, ma c'è chi ritiene siano già superate...
- capovolgimento immediato del Piano casa: niente più ampliamenti di villette e simili amenità, ma incentivi al recupero dei centri storici, alla resa a norma antisismica, alla efficienza energetica e all'installazione di impianti di microproduzione solare ed eolica...
- annullamento del piano di costruzione delle centrali nucleari, ovvero loro localizzazione esclusiva nell'unica zona d'Italia a scarso rischio sismico, e feudo di recente conquista berlusconiana: saranno contenti, i Sardi?!....
Se qualcuno sta facendo gli scongiuri, sappia che il suo gesto incarna l'italico costume, lo stesso che induce tanti, troppi, in questi giorni a percepire la tragedia abbruzzese come una fatalità. Invece i colpevoli ci sono, e sono anche quelli che hanno voluto investire risorse spropositate nella costruzione di una assurda linea metropolitana anzichè nella messa in sicurezza degli stabili in una zona notoriamente sismica, e quelli che per un motivo o per l'altro non si sono opposti alla cosa. A Reggio Calabria, il Sindaco-Più-Amato-Dagli-Italiani sta "abbellendo" le piazzette e realizzando i tapis roulant. Contenti loro...
Nessun commento:
Posta un commento