giovedì 9 aprile 2009

IL LATTE VERSATO

Abbiamo tolto piangere dal titolo perchè le lacrime stanno già scorrendo a fiumi, da giorni. Quelle vere, di chi ha perso persone e cose nel sisma, e quelle finte, vomitevoli, di chi sguazza nei drammi altrui per ricavarne vantaggi di carriera. Anche quando ha già avuto dalla stessa molto ma molto più di quanto le proprie doti professionali e personali gli facessero meritare, come l'insetto che imperversa tutte le sere su Rai Uno. Che si aggirava sulle macerie con un pelouche raccattato mentre magari il corpicino del suo proprietario era li sotto, per titillare il voyeurismo e cavalcare la commozione: che orrore, pensare a quando l'ha visto e ha deciso di prenderlo e girare la scena...
Ma il titolo giusto del pezzo sarebbe: piangere sul latte versato serve, a evitare da ora in poi di metterlo sul gas e uscire...
Se lo avessimo fatto in passato, oggi non piangeremmo quasi 300 morti e la totale distruzione di un'area; quindi se lo facciamo adesso, non piangeremo - o almeno non piangeremo così tanto - la prossima volta che la Natura deciderà di ricordarci che può tranquillamente fare a meno di noi, lei.
L'evento, se finalmente come Paese vogliamo crescere e cominciare a trarre insegnamento dai nostri errori, ci consente di stilare una LISTA DI COSE DA FARE, ovviamente in cima alla quale ci sono i soccorsi, che stanno funzionando (anche se meno di quanto la retorica di Regime dica...) nonostante Prefettura e Ospedale distrutti, la rapida installazione di strutture provvisorie che rendano possibile il ritorno degli abruzzesi a una vita il più possibile normale, e la ricostruzione. Sulle prime due, siamo campioni del mondo, e la metafora è calcistica non a caso, perchè anche le nostre squadre quando rischiano seriamente l'eliminazione danno il meglio e magari vincono il Mondiale. Dalla terza in poi, cominciano le dolenti note, come dimostrano non tanto le boutade dell'uomo di Arcore su L'Aquila 2 quanto il fatto che il tipo non sia stato subito sommerso di fischi e improperi e invece addirittura ci sia anche qualcuno che ragiona sulla proposta prima new town.
Ecco dunque la lista, aperta ovviamente:
  1. inchiesta seria ed eventuale incriminazione di progettisti ed esecutori degli edifici in cemento armato che sono crollati nel sisma, con sospensione di tutti gli appalti a loro affidati fino alla eventuale assoluzione - indovinate chi ha realizzato l'Ospedale dell'Aquila? Si, Impregilo, quelli che dovrebbero fare il Ponte sullo Stretto...
  2. annullamento immediato delle Grandi Opere, Ponte in testa, con storno degli stanziamenti in un Fondo per le Opere Piccole ma Utili (FOPU?), quelle si - fra l'altro - davvero in grado di rilanciare l'economia attraverso il volano del moltiplicatore keynesiano...
  3. avvio di una capillare rilevazione del territorio e dell'edilizia abitativa e pubblica, a cominciare dalle zone a più elevato rischio sismico (come l'Area dello Stretto) vulcanologico (come le falde del Vesuvio) o in generale geologico (aree esposte ad esondazioni o frane), allo scopo di realizzare una mappa delle priorità degli interventi di ristrutturazione o eventuale rifacimento...
  4. immediata entrata in vigore delle norme antisismiche più avanzate nella costruzione di qualsiasi edificio in tutto il territorio nazionale: quelle approvate nel 2001 sono ancora non applicate, ma c'è chi ritiene siano già superate...
  5. capovolgimento immediato del Piano casa: niente più ampliamenti di villette e simili amenità, ma incentivi al recupero dei centri storici, alla resa a norma antisismica, alla efficienza energetica e all'installazione di impianti di microproduzione solare ed eolica...
  6. annullamento del piano di costruzione delle centrali nucleari, ovvero loro localizzazione esclusiva nell'unica zona d'Italia a scarso rischio sismico, e feudo di recente conquista berlusconiana: saranno contenti, i Sardi?!....
Se tutti gli italiani, in primis i tanti elettori del Popolo delle Libertà, saranno in grado di condizionare i loro rappresentanti al punto da fargli prendere questi provvedimenti e altri sulla stessa falsariga, bene. Altrimenti, altro che radon: prevediamo con largo anticipo centinaia di morti nelle macerie di Reggio e Messina (che fino agli anni 70 costruivano antisismico, poi dopo tra un abusivismo e un altro non si sa, però almeno li l'esecutore è si la stessa persona del controllore - cosa che non inquieta Lunardi - ma è anche lo stesso che ci abita e a cui la casa cade in testa, nel caso...), il relitto del Ponte a eterna memoria, un esodo biblico dal risvegliato Vesuvio non sufficientemente rapido per scongiurare vittime, centrali nucleari non ancora finite e già incapsulate nel cemento armato per arginare le fughe radioattive a seguito delle crepe aperte da un sisma, e ancora nuove Sarno e nuove L'Aquila a tinchitè, per dirla con Camilleri...
Se qualcuno sta facendo gli scongiuri, sappia che il suo gesto incarna l'italico costume, lo stesso che induce tanti, troppi, in questi giorni a percepire la tragedia abbruzzese come una fatalità. Invece i colpevoli ci sono, e sono anche quelli che hanno voluto investire risorse spropositate nella costruzione di una assurda linea metropolitana anzichè nella messa in sicurezza degli stabili in una zona notoriamente sismica, e quelli che per un motivo o per l'altro non si sono opposti alla cosa. A Reggio Calabria, il Sindaco-Più-Amato-Dagli-Italiani sta "abbellendo" le piazzette e realizzando i tapis roulant. Contenti loro...

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