I primi risultati di questa strategia si vedono già nei sondaggi: poco più di un mese fa il PD veleggiava sopra il 35% seguito a distanza da un Movimento 5 stelle dato al 20% ma in forte accelerazione, Berlusconi era sparito e il PdL era dato sotto il 10% mentre tentava pateticamente di organizzare le proprie inutili primarie, e Monti giocava a Cincinnato, oggi i grillini sono scesi sotto il 15%, l'onnipresente Silvio è al 20% in salita, Monti altrettanto, e il PD continua a dirsi vincente alla Camera oramai solo per scaramanzia mentre al Senato è già arrivato a scavare il fondo del barile delle risorse con l'appello al voto utile.
In ogni caso, e d'altronde Napolitano non sa più come ripeterlo, il prossimo governo ha la strada talmente tracciata che entrare nel merito di come effettivamente poi sarà composto rischia di essere esercizio di stile, o di tifo paracalcistico se preferite, del tutto vuoto di contenuto. Costretto a dare delle quote, oggi darei quasi per certo un governo Monti-Bersani quasi indistinguibile per linea politica da quello uscente, se non per qualche "legge civilizzatrice" per tenere buono Vendola, ammesso che serva (e se aritmeticamente non dovesse servire, consideratelo pure già fuori). Con questa previsione, il sostegno al M5S forse aumenta addirittura di importanza, pur cambiando natura: non avendo nessuna speranza di portarlo a una vittoria assoluta, a maggior ragione è fondamentale una presenza significativa in parlamento di soggetti diversi per natura dal monoblocco di potere che ci ha portato a questo punto, unici capaci di costituire quei granelli di sabbia in grado di incepparne il funzionamento. Per la stessa ragione, oltre che per evitare che certe istanze restino ancora fuori dal parlamento, auspico anche il superamento del quorum almeno alla Camera per Rivoluzione civile di Ingroia (al Senato è fuori discussione, quindi votarli è davvero del tutto inutile): saranno meno potenzialmente incisivi dei grillini, ma anche gli arancioni sono gente di altra pasta rispetto al politicume imperante (e dico questo mentre penso che però in fondo abbia ragione Fini e Ingroia non avrebbe dovuto candidarsi).
Se pensiamo alle porcherie che sono successe nel silenzio generale nelle ultime due legislature, grazie a questa legge elettorale immonda (che tutti prima o dopo hanno detto tale ma che alla fine si sono guardati bene dal toccare), se la prossima dovesse registrare un'inversione di tendenza almeno da questo punto di vista, che c'è qualcuno che ci racconta da dentro quello che combinano, sarebbe buona cosa. Politica è anche sapersi accontentare...
E ora i consueti approfondimenti per i lettori meno pigri:
- Debora Billi, ovvero la cronaca ragionata delle tre settimane che hanno stravolto le prospettive elettorali;
- Pasquino, ovvero come e perché la lezione di Grillo in tema di democrazia diretta è più importante della sua eventuale vittoria in democrazia indiretta;
- Grillo, ovvero. tanto per andare sul concreto di cose di sinistra tradite dal PD, ad esempio a me già sentire dentro al parlamento una voce che difendesse l'articolo 11 della costituzione non dico che basterebbe, ma farebbe tanto bene al cuore;
- Bertani 1, ovvero dirigibili auto a idrogeno e trasporti fluviali, ovvero tanto per andare sul concreto di cose di sinistra dimenticate dal PD e portate avanti da Grillo;
- Bertani 2, ovvero come e perché, attraverso il racconto di suicidi e guerre tra poveri, solo se gli antiMonti in Parlamento saranno "abbastanza da creare grattacapi" abbiamo qualche speranza;
- Ilaria D'Amico, ovvero come e perché basta avere il minimo sindacale di giornalismo nel sangue per mettere nel sacco un truffatore seriale, dimostrazione a contrario che qualcun altro invece quel minimo non ce l'ha.
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