domenica 1 dicembre 2019

SMISURATE LE PAROLE

"La verità è odio verso chi odia la verità": togliere la libertà di
odiare è togliere l'ultima arma possibile a chi è stato maltrattato
Mi hanno invitato su Facebook, a un gruppo contro l'odio (si chiama proprio "basta odio"). E' stato un "amico da facebook", un cristiano con cui forse qualche volta ho giocato da bambino per strada nel quartiere, e che non so per quali vie mi ci trovi in contatto via social, non avendoci scambiato una parola almeno da 40 anni. Magari però è una brava persona, anzi ne sono certo, ed è questo il peggio. Il fatto è che l'odio è un sentimento, e io trovo abbastanza terrorizzante il fatto che di recente si sia addirittura deciso di legiferarci sopra: sarà che ho letto Orwell, ma davvero, non per finta citando la vulgata che parlasse in funzione anticomunista. Mi spiace declinare l'invito, ma io sono a favore, dell'odio come di qualsiasi altro sentimento sincero.
Perché? Come perché? Ma ditemi voi, se ad esempio il mio popolo viene sottomesso, sfruttato, schiavizzato e maltrattato, non avendo né la forza né la capacità o i mezzi per reagire, ma porcogiuda almeno il cazzo di diritto di odiare chi ci sottomette sfrutta schiavizza maltratta ce lo volete lasciare, o no? Avrei anche il diritto di ribellarmi, eventualmente, e se serve con la violenza, in tal caso. Per cui cambio esempio, facciamo che una intera classe di politici abbia svenduto il mio Paese al Nemico, o perlomeno che io creda liberamente (o volete togliermi anche la libertà di pensiero?) che questo sia esattamente il modo migliore per sintetizzare la parabola dell'eurozona (o se preferite, quella delle privatizzazioni, ad essa prodromica). Se io decidessi di tramutare il mio odio in azione, sarebbe perfettamente giusto, oltre che legittimo, che chi è preposto alla pubblica sicurezza cercasse di fermarmi, e chi all'azione penale mi processi e punisca a secondo di quale azione io sia poi riuscito ad intraprendere, e delle conseguenze che ha avuto. Ma io sono pacifico, voglio solo odiarli. E poter dichiarare liberamente il mio odio, magari esprimendo (beninteso, senza offendere o calunniare nessuno, che ricadremmo nel penale) le mie ragioni e le mie opinioni. Perché no? Perché "basta"?
Perché con la scusa di fermare l'odio, questi hanno messo nel mirino l'essenza stessa della democrazia. Siamo tutti sui social, chi più chi meno: basta settarli per intercettare delle "parole chiave" per fare fuori ogni forma di dissenso, ogni lettura della realtà differente da quella ritenuta ammissibile da chi detiene il potere. E il bello è che, grazie a questa sapiente operazione linguistica, in prima fila tra i censori oggi troviamo proprio coloro che ieri sbraitavano al conflitto di interessi di Berlusconi e alle varie leggi bavaglio che aveva tentato di approvare. Miracoli della neolingua: Orwell, appunto. Ma più fanno così, più mi viene da odiarli, e da dirmi sovranista anche se il termine è ormai usato con accezione spregiativa anche da chi prima se ne fregiava.
Che c'entra il sovranismo? Eccovi serviti: per demonizzare chi liberamente ritiene, magari sbagliando ma avendone pieno diritto, che gli Stati sovrani liberali siano stati nell'intera storia dell'umanità l'unico ente entro il quale la democrazia sostanziale si è un minimo attuata praticamente (non dimenticando che nelle poleis dell'antica Grecia ne erano esclusi le donne e gli schiavi, quindi tre quarti della popolazione), hanno scomodato persino la Treccani. Leggete, è un test: se non inorridite, siete anche voi persi alla causa. Pronti per essere messi in scatola come le "sardine", movimento concepito per intercettare e disinnescare gli ultimi afflati movimentistici eventualmente sopravviventi in quei giovani a cui hanno tolto tutto, speranza compresa, e ora gli tolgono anche le possibilità di ribellione, incanalandole in canali eterodiretti che fanno da valvole di sfogo. Come il neoambientalismo fanatico che si va affermando come una religione fin dalle scuole elementari: ve lo dico per esperienza quasi diretta.
La stessa sintassi vale per il consumo: ai cittadini tolgono sempre più capacità di spendere? La sostituiscono con l'illusione che comprando on-line a prezzi stracciati vengano compensati, magari nel quadro di iniziative come il black friday, che grazie alla neolingua da giorno singolo e sporadico è divenuto periodo ricorrente e più o meno lungo dove si gratta il fondo del barile di una domanda interna ridotta al lumicino (inoltre riversando gli utili quasi sempre in multinazionali apolidi e quasi esentasse), in violazione peraltro delle normative che volevano i saldi confinati in periodi precisi dell'anno.
Idem per la beneficenza collegata alle malattie, alla denutrizione, o agli eventi climatici o naturali in genere: per soppiantare il progressivo svuotamento delle istituzioni pubbliche della capacità di investire in deficit in qualunque campo, si solletica la umana pietà dei cittadini perché chi se lo possa ancora permettere in pratica si autotassi. Io uso questa tecnica, se volete imitarmi è gratis: chiunque blateri di ambiente, alluvioni, ponti che crollano, immigrati da salvare, malattie incurabili o piaghe sociali (e ce ne sono millanta ogni giorno) se subito dopo non aggiunge che lo Stato italiano dovrebbe recuperare la piena sovranità monetaria per investire nel risanamento del territorio, nel rifacimento delle infrastrutture dei trasporti magari con la loro rimodulazione in favore del marittimo, nell'accoglienza mirata, nella sanità pubblica statale (abolendo le asl, assieme alle regioni), eccetera, io lo mando immediatamente mentalmente affanculo, e se è in TV giro canale. Li odio, si li odio, e ne vado fiero. Poi, se ho due spicci che mi avanzano, decido io se e come darli in beneficenza, tra coloro che non mi hanno solleticato il velopendulo con pubblicità strappalacrime o serate con gli ospiti col numero appiccicato al petto.
Fate come me, smisurate le parole. Non possono chiuderci tutti i blog e i profili, sennò chiudono bottega loro.

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