venerdì 2 ottobre 2020

RADIO CIXD 28 - LA DONNA CANNONE

C'è stato un momento, nei primi anni 80, che i discografici tentarono di arginare la crisi del vinile introducendone un nuovo formato, una via di mezzo tra il Long Playing e il 45 giri, che andava a 33 come l'album ma però conteneva 4 brani, non proprio 2 ma pochi, e infatti lo chiamarono Q disc. Lo fecero fare a tanti, spesso assieme, cito a memoria: Dalla, Graziani, Cocciante, Gaetano, persino i Dire Straits. Per la ragione opposta a quella che la vedrà scendere nell'era del CD (che demotivò la selezione sia perché offriva più spazio sia perché riempiendolo si pensava di compensare il prezzo elevato con la quantità), la qualità media dei brani era spesso elevatissima. Come nel caso di questo disco di De Gregori.

A parte la notissima title-track, ci sono infatti altri tre brani che meriterebbero di essere strappati al loro destino di minori e misconosciuti, e infatti ve ne parlerò come al solito. Ma c'è una ragione in più per aver scelto di recensire questo disco: è l'occasione per parlare di una donna bellissima e attrice straordinaria, da troppo tempo costretta a ritirarsi: Monica Vitti.

Infatti, forse non tutti sanno che questo minialbum è la colonna sonora di uno degli ultimi film con lei protagonista: Flirt, si chiamava, talmente "minore" che incredibilmente non se ne trova su Internet neanche uno spezzone- il regista è l'uomo che l'accompagnerà per il resto della sua vita, suo marito da 20 anni, purtroppo caratterizzata da una malattia degenerativa che l'ha tolta alle scene e alla vita pubblica, ma non alla mente e al cuore di tutti gli italiani (e non solo), nonostante i decenni trascorsi. Ma chi ha avuto come il sottoscritto la fortuna di vederlo al cinema, dopo aver goduto dell'ennesima prova attoriale fuori dal comune della succitata (nel ruolo di una donna che scopre che il marito ha un amante ma presto capisce che questa è invece totalmente frutto di una allucinazione di lui, e allora decide di non trattarlo come un malato ma di cercare di riconquistarlo come se la rivale esistesse veramente), se ha aspettato come ogni buon cinefilo lo scorrere dei titoli di coda, si è ritrovato il bonus di ascoltare inattesa una delle più belle canzoni d'amore mai scritte.

L'EP in realtà ha cinque tracce e non quattro, ma una - proprio la soundtrack del film - è eseguita con due versioni diverse. Eccovi il consueto specchietto che vi consente l'accolto mentre leggete le mie note di accompagnamento.


1. La donna cannone
Devo proprio dire qualcosa? E' impossibile che non l'abbiate ascoltata, in una delle cento tra versioni dello stesso "principe" e cover, improbabile che non l'abbiate rovinata al karaoke, quasi certo che vi piaccia tantissimo e la conosciate a memoria o quasi. De Gregori sarà anche calato come autore, dopo, come peraltro è fisiologico, ma il brano è di quelli che se anche avesse scritto solo questo meriterebbe eterna memoria.
2. Flirt #1
Peccato non aver trovato scene del film in cui scorre questo struggente tema. Magari non sono stato abbastanza bravo, provateci voi. Se no pare non sia in vendita nemmeno il DVD, dovete cercarvi la cassetta in qualche bancarella, o aspettare che decidano di passarlo in TV.
3. La ragazza e la miniera
Qui invece ho un ricordo personale, e anche piuttosto divertente. Ero un ventenne universitario che per tirare su qualche lira ogni tanto faceva un mese a liquidare schede di disoccupazione agricola. Un lavoro ripetitivo, per cui quando mi scappava di cantare ero ben accetto dagli altri (si lavorava in tanti tutti su un enorme tavolo, non proprio un tot a scheda ma dovevi farne tante), anche se ogni tanto dato che già allora conoscevo più canzoni della media sollevavano il dubbio che me le inventassi. Poi una volta intonai "meno male che c'è sempre qualcuno che canta e la tristezza te la fa passare ... perché la vita è un lavoro a cottimo...", e ne furono certi. La canzone era questa, ma non c'erano gli smartphone e non li convinsi.
4. Flirt #2
Il Dylan de noantri non si poteva far mancare un pezzo tutto d'armonica, che poi in un film struggente ci sta benissimo.
5. Canta canta
Quanto è più efficace un brano così di mille pomposi discorsi retorici, sulla funzione riabilitativa che dovrebbe avere il carcere, e sulla presa di distanza dal giudizio etico sui comportamenti altrui che dovremmo tutti avere, specie nei confronti di chi paga i suoi debiti e chiede solo di poter voltare pagina in pace!

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