venerdì 24 dicembre 2021

CARO BABBO NATALE

Caro Babbo Natale, ti scrivo anche se ormai so che non esisti, anzi l'ho sempre saputo perché quando ero piccolo la vedevo a zia Luciana che iniziava ad agosto a comprare i regali per tutta la famiglia (e stiamo parlando di un clan calabrese degli anni sessanta, la maggior parte di voi per capirlo deve attingere alla cinematografia neorealista) impacchettarli e metterli via. E lo faccio come esercizio retorico, dal momento che sono perfettamente consapevole di non avere nessuna speranza di vedere realizzati i miei desideri.

Oggi per trovare 50mila positivi, di cui forse 10mila con qualche sintomo, hanno fatto NOVECENTOMILA tamponi. Gli stessi tamponi che vanno bene per trovare le cifre necessarie a un ulteriore giro di vita, però, non vanno più bene per poter andare a lavorare. Anche se tornano buoni per patentare un vaccinato con due dosi, intanto che corre a farsi la terza. Ecco, Santa Klaus, quest'anno sotto l'albero vorrei trovare i miei concittadini bivaccinati che si incazzano come bestie e scendono loro in piazza, non i quattro gatti chiamati con spregio no-vax come i dettami della propaganda vogliono (etichettare è il primo passo, e non sempre è una stella cucita), ché milioni in rivolta piegano qualunque tiranno. Invece leggo e vedo che non solo non si sentono, come dovrebbero, presi in giro, ma plaudono alla stretta e anzi lamentandosi che non sia stata fatta prima e magari più dura. Ci resto sempre male, anche se dovrei saperlo, avendolo letto in troppi libri, che quasi sempre gli schiavi amano le proprie catene e sennò non ci sarebbe nessuna schiavitù.

Sono due anni che vado dicendo e scrivendo (ma la prima cosa ho smesso, si rischia troppo, e la seconda ormai quasi, come potete constatare) che con questi numeri, con questi criteri, lo stato di emergenza poteva iniziare decenni fa e potrebbe continuare per sempre. Non si tratta di minimizzare o meno, che ogni singola vita persa è sacra, ma di mantenere o meno la lucidità di analisi indispensabile ad evitare che i malintenzionati se ne approfittino. Ecco, San Nicola conterrone mio, vorrei che un qualche Assange (in mancanza di quello originale, non a caso messo per tempo in condizione di non nuocere) facesse uscire le serie storiche reali, che dimostrano che i numeri per cui continuano a angariarci oggi, se li avessimo contati allo stesso modo, ci sarebbero stati per ogni santa epidemia influenzale, il che vuol dire semplicemente (ripeto, sono due anni che lo urlo al vento) che ci saranno finché vorranno, o finché i cittadini non gli imporranno di smettere di contare e preoccuparsi solo di curare chi sta male. E con ogni mezzo possibile, non - come hanno fatto - impedendo qualsiasi cura allo scopo preciso di lasciare senza alternative la sperimentazione di massa di sieri mai testati prima.

Che poi, cifre alla mano, se avessero un minimo di pudore oggi tutti quelli che hanno montato sto teatrino, in Italia come altrove, dovrebbero andare in TV a reti unificate a dire: "scusate, ci siamo sbagliati, i vaccini non funzionano, ora sperimentiamo tutti i protocolli che abbiamo improvvidamente affossato, e intanto interrompiamo la campagna, mettiamo su una commissione di inchiesta per fare luci su quei tanti, troppi, che da mesi vanno morendo improvvisamente in ogni dove (le cronache sono piene, e mai che un giornalista faccia seguire l'informazione, o almeno la domanda, sulla loro recente vaccinazione) senza mai avere avuto malattie importanti, e promettiamo di risarcire chiunque abbia avuto danni in proporzione agli stessi". Ti sembra troppo, caro il mio omone della Coca Cola, come regalo di Natale? Va bene, mi accontento che inizino a glissare, dismettano tutti i provvedimenti liberticidi, e si ritirino a vita privata.

Ora, lo so bene che il covidiota a questo punto ripeterà il mantra del calo dei sintomi e la litania della responsabilità sociale. Ma, oh Gesùpiccinopicciò, non sono così ottimista da osare di chiederti di fare tornare il lume della ragione in milioni di teste, so da me che quando è troppo è troppo, eppoi forse a questo punto è lecito dubitare che ce lo abbiano mai avuto davvero. L'unica mia misera consolazione è che lo scrissi fin da giugno, e per tutta l'estate, che il calo dei contagi non poteva essere dovuto alla campagna vaccinale dal momento che quello dell'anno prima, senza vaccini, era molto ma molto più marcato, deducendone la previsione, puntualmente avveratasi adesso, che vaccini o non vaccini con l'inverno sarebbe arrivata una nuova influenza e l'unico modo per non avere di nuovo i contagi alle stelle sarebbe stato non contarli. E invece curare tempestivamente chiunque inizi a star male, abbandonando i tamponi al loro destino di strumento statistico mal riuscito, anziché sprecare i soldi pubblici per mantenere questo assurdo baraccone, e intanto tagliando i fondi alla sanità al punto che oggi a Roma se vai a farti un prelievo in ospedale o struttura convenzionata dopo tot numeri te lo paghi. Ecco, mi accontento che tutti i zelanti tripunturati siano costretti a farsi le analisi del sangue di frequente, a monitorare i trombi causati dai sieri, e ogni volta costretti dai tagli alla sanità ad alzarsi più presto e sennò pagare di tasca. A parziale mitigazione della condanna, ti propongo di fargli sparire gli specchi da casa, che tanto coperti dagli sputi non funzionano bene.

Buona festa del Sole Invitto a tutti, che gli antichi saggi avevano fissato tre giorni dopo il solstizio invernale, quando ci si cominciava ad accorgere che le giornate avevano anche stavolta ricominciato ad allungarsi, che quindi l'Astro del giorno non aveva nemmeno stavolta deciso di abbandonarci per sempre. Il grande Eduardo la sintetizzava meglio: "ha da passà a nuttata!". Ecco, caro Babbo Natale, ora chiudo gli occhi, e domani questo incubo sarà finito, vero? vero?....

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