sabato 18 dicembre 2021

RADIOCIXD 50 - ALCHEMY

Questo live se te lo sei perso è proprio il caso di dire "cacchio, me lo sono perso!". Con la testa di oggi si poteva capire da subito, che quella band era come un tavolino con una gamba sola e non sarebbe stata in piedi a lungo, ma allora chi poteva saperlo, che saltata (a venti anni e senza un soldo in tasca...) Cava dei Tirreni (la location più vicina a Reggio)  ti perdevi l'Alchemy tour e non avresti avuto più occasione, di vedere i Dire Straits dal vivo, se non nella tournée di addio (ma al Palaeur, acustica pessima). Certo, Mark Knopfler continua ancora oggi, e da allora ad oggi molte volte è passato in concerto dall'Italia, e oltre ai suoi brani da solista (pur apprezzabili ma non certo memorabili) lui dal vivo propone sempre molte cose del suo passato, ma non è mica la stessa cosa.

Non sono riuscito a trovare l'intero video in rete, magari siete più fortunati di me, o magari vi procurate il DVD (il link non ve lo metto, non faccio pubblicità ai profittatori della pandemia - ma chi ce l'ha più in casa un lettore?), per cui vi confeziono come strenna natalizia la tracklist commentata coi tube singoli (con qualche dubbio sulla loro estrazione proprio dal video ufficiale). Ma una fruizione continuativa del concerto è qui più ancora che mai vivamente consigliata, specie se avete accanto minori (va bene pure se solo di 40 o 50 anni...) da sorprendere. Vi si vedono alcuni ragazzi scatenarsi su un palco con in mezzo uno di loro, proprio quello che produce sequenze di note inimmaginabili e incredibili, quasi impassibile, a capovolgere tutti i luoghi comuni sul chitarrista rock già allora cristallizzati da decenni di imitatori di Hendrix. A volte, gli si muovono solo le dita. Ma a velocità irreali. E a produrre suoni a dispetto della velocità perfettamente scanditi e "in tema".

1. Once Upon a Time in the West
Tredici minuti. L'attacco sottolinea, come nella versione studio, l'omaggio a Morricone già chiaro nel titolo. Ma l'andamento reggae dell'originale qui lascia spazio a un arrangiamento rock ormai consolidato. Vi ho messo il tube col solo audio perché non ho trovato il video di questa stessa versione, che dal settimo minuto è assolutamente strepitosa per esecuzione strumentale e qualità della registrazione.
2. Expresso Love
Qui invece il video è quello proprio di Alchemy live. Il pezzo è un rock a struttura classica, tratto da Making movies del 1981. Farebbe la fortuna di qualsiasi album di qualsiasi altro rocker, ma in questo contesto di capolavori si ritrova declassato a brano di passaggio.
3. Romeo and Juliet
Anche qui meglio il solo audio che un video di un'altra esecuzione. Il celeberrimo brano del 1981 qui viene allungato a otto minuti, ma nonostante i virtuosismi finali (dal settimo minuto in poi) il suo valore resta nella storia che racconta, con una metrica che tradisce le radici dylaniane dell'autore anche quando l'arrangiamento tende a mascherarle. Ai tempi la ballavamo in discoteca, nell'atteso momento dei lenti, e la sapevamo tutti a memoria. Io l'ho cantata (al matrimonio del mio amico Saverio, accompagnato al piano dal mio amico Antonello), ma sono certo che molti di voi possono dire altrettanto, o giù di lì.
4. Love Over Gold - 
Ve ne ho già parlato qui. Anche per questo vi mostro il video del live anche se la qualità dell'audio del tube che ho trovato non è granché. Il brano in qualche modo è la title track del disco, se è vero che gli alchimisti cercavano di ottenere l'oro da altri materiali. 
5. Private Investigations
Anche di questo brano vi ho già parlato a proposito dell'album da cui è tratto. Ve ne propongo una versione video dal tour successivo, non avendo trovato quella di Alchemy, sperando che data la natura intimista del brano si possa perdonare la peggiore qualità del suono e l'esecuzione meno accurata.
6. Sultans of Swing
Per fortuna invece di questo brano la versione originale di Alchemy ve l'ho trovata. Il brano è il primo e il più famoso della band, se ne trovano migliaia di versioni loro e migliaia di cover. Ne fece una anche Cristiano De Andrè coi Tempi duri. E una la facevamo anche noi Ristrittizzi (traduzione in un riggitano inventato proprio di Dire Straits e Tempi duri). Questa dura quasi undici minuti, e la già lunga e strepitosa coda strumentale della versione studio (allora in radio noi la passavamo tutta, oggi se vi capita di sentirla a un certo punto la sfumano: dovrebbe essere reato penale) qui diventa assolutamente monumentale, dal quinto minuto in poi: da non credere alle proprie orecchie. E occhi, visto che gli inquadrano spesso le mani.
7. Two Young Lovers
La versione studio di questo brano fa parte di un q disc del 1982 ingiustamente dimenticato, quattro rock'n'roll (il più noto è Twisting by the pool) tutt'altro che disprezzabili. Ma nei live è presto assurto a introduzione di Tunnel of love, e chi ha consumato il vinile è così che lo ricorda.
8. Tunnel of Love
Di questo iconico brano ho trovato un live di poco successivo ad Alchemy, che da quasi un quarto d'ora passa a oltre sedici minuti. Si sente bene, e anche l'esecuzione è buona anche se leggermente diversa nella lunghissima e famosissima coda. Nel 1981 in radio la già lunga coda della versione studio la prolungavamo missando più volte il 45 giri con l'ellepì. Se uccidi un dj per averla invece sfumata, non è reato.
9. Telegraph Road 
Nel merito di questo pezzo ho già parlato qui. Questa versione live è una volta tanto una fedele riproposizione di quella in studio, ed è proprio quella di Alchemy.
10. Solid Rock
Per questo brano vale quanto detto più su per Expresso love, album di origine compreso. In più, il testo, che a un ascolto superficiale sembra vi parli di una musica tosta, a un ascolto attento richiama un noto brano del vangelo, spesso scelto nei matrimoni. Dylan rules again.
11. Going home
Forse il titolo ha giocato un qualche ruolo, nella scelta di questo brano per chiudere questi epocali concerti. O forse anche, chissà, qualcosa nell'anima di Knopfler che già gli suggeriva una carriera lontana dalla band. Il brano è infatti tratto dalla prima di molte colonne sonore scritte dal nostro, quella del film Local hero, pellicola tutto sommato dimenticabile con tra i protagonisti un vecchio Burt Lancaster, del 1983. E non si può dire che anche musicalmente non sia una chiusa perfetta.


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