sabato 19 marzo 2022

INCUBO NUMERO ZERO

Lo confesso: sto seriamente pensando di chiudere il blog. Lo so che sarete in pochi a stracciarvi le vesti, non ve lo vengo a dire per questa ragione, ma perché i motivi che mi ci condurrebbero riguardano tutti noi. E anche tutti i filogovernativi, si, che hanno fermamente sostenuto la legittimità di una serie di provvedimenti incostituzionali e liberticidi con l'argomento (tutt'altro che statisticamente dimostrato: non mi arrendo, e so quello che dico) della eccezionalità della pandemia, ed ora si ritroveranno con ogni probabilità angariati da tutta una serie di provvedimenti ben peggiori molto meglio motivati da un bello stato di guerra e non potranno dire niente (salvo guardarsi allo specchio, o dirsi che zio Gino glielo aveva detto).

Certo, è sempre possibile prendersela con un nemico esterno (il virus o il cattivone russo valgono quanto i terroni per i bossiani o i negri per i razzisti, come fa gente che pensavo intelligente a non capirlo è per me un mistero), ma temo funzioni solo in parte, finché si tiene accesso il fuoco della menzogna a se stessi magari con l'aiuto dei tanti fornelli accesi di continuo da una stampa mainstream che pare proprio aver fatto con la pandemia le prove a gestire l'informazione di guerra, tanto è inqualificabilmente e vomitevolmente monocorde. Ma quando ti distrai, quando ti vedi riflesso nella vetrina camminando, quando ti addormenti, caro il mio covidiota oggi filonazista (inconsapevole, anzi presumendo l'opposto), non puoi controllare la verità che emerge dai tuoi incubi, come dai miei.

Il nostro mondo, infatti, sembra più forte ma è molto più fragile di quello dei nostri padri e nonni. Loro avevano una rete sociale solida, noi l'abbiamo rimpiazzata con una quasi esclusivamente impalpabile. Loro sono sopravvissuti a due guerre, combattute sul loro territorio. Noi non abbiamo nessuna possibilità di sopravvivere a una guerra combattuta nemmeno proprio qui. Quanto possiamo resistere senza elettricità, un giorno o due? certo non di più: niente frigo, niente riscaldamento o acqua calda, niente ricarica alla nuova carissima auto plug-in comprata a rate per sentirsi ecologici, e soprattutto niente smartphone o computer. Fate un pensiero del genere prima di andare a dormire, e siete fottuti.

Alle due o tre del mattino arriva l'incubo, e vi svegliate sudati nel letto. Magari avete pure urlato rischiando di svegliare colui/colei con cui dormite, e già questa è una consolazione perché magari basta toccarlo/a per tentare di recuperare un minimo di tranquillità cardiaca ed il sonno, se no non resta che alzarsi, come se dormite soli è l'unica. Siete a piedi (non ci sono più carburanti, né treni) per strada a tentare di raggiungere un figlio lontano, e non sapendo nemmeno se lo trovate dov'era o se è ancora vivo, perché non ci sono più cabine telefoniche e quasi nessuno ha telefoni fissi. Per mangiare o bere dovete rubare, o ruspare nei rifiuti, o sperare nella solidarietà di qualcuno, perché se voi avevate qualcosa l'avete finita o ve l'hanno rubata, ma in qualche modo siete ancora vivi e continuate a camminare. Non avete un soldo in tasca, perché nel frattempo i contanti li hanno aboliti, e la moneta elettronica ha bisogno di corrente, oltre che di obbedienza politica (chi osa criticare il governo, basta un click). I dettagli metteteceli voi. Il carburante ai vostri incubi ce lo mette la vostra sorda consapevolezza di essere stati i responsabili, in definitiva, di quanto vi accade: consentendo con il vostro consenso che chi aveva questi piani da anni cominciasse ad attuarli montando un circo equestre sulla cosa più disponibile in natura, il virus del raffreddore.

Ma torniamo al blog. Su Facebook c'era un gruppo dal nome "Movimento non sono un covidiota" o qualcosa del genere: cancellato, con tutti i post e i commenti di tutti, compresi le pochi menti che hanno continuato a pensare negli ultimi due anni, e si anche degli idioti terrapiattisti magari troll. Il forum di Comedonchisciotte c'è ancora, ma quella testata ha deciso di trasferire il proprio canale social principale su Telegram, per prevenire chiusure: è meno probabile che questo si comporti come Facebook, anche se non è certo. E comunque anche sul web si è precari: Sputniknews e Libreidee, che trovate in spalla destra tra i siti che seguo, per poterli ancora visitare bisogna attivare il VPN, quindi prima ancora bisogna sapere che c'è e cos'è (un accrocco che aggiungete al browser e vi fa navigare attraverso un nodo estero, che so rumeno o turco, permettendovi di raggiungere siti bannati in Italia). E il fatto di non avere notizie di conseguenze patrimoniali e penali ai detentori di questi e altri siti o gruppi social in lista nera non significa nulla: sono quel tipo di notizie che oggi trovate proprio solo sui siti a rischio di oscuramento. Quindi quando chiuderanno questa voce, e se non lo faranno sarà solo perché quantitativamente irrilevante, o il suo gruppo Facebook o Whatsapp, o magari anche i corrispondenti miei account su Google e/o Meta, semplicemente sarà come se non ci fosse mai stata, a parte per me e per quei dieci di voi, sui circa cento che in media mi leggete, che magari mi contatteranno per chiedermene ragione. Dovrei forse quindi ascoltare il consiglio di chiudere bottega ordinatamente, memorizzando il memorizzabile in locale, risparmiandomi almeno le conseguenze personali?

Sapete, il mio corso di laurea non era di quelli considerati tosti: Scienze politiche, indirizzo politico-sociale. Ma a suo tempo (eoni fa) l'ho preso sul serio: diversamente dal liceo (dove studiavo il minimo indispensabile e poi me la cavavo di furbizia e savoir faire), passavo tra corsi e libri ben più di una giornata lavorativa, fino alle sedici ore al giorno del periodo della tesi (sperimentale). Ma non è solo per questa ragione che mi sono laureato in tempo, senza nemmeno pagare le tasse del primo anno fuori corso: fu anche perché non ho mai saltato un appello d'esame, neanche se magari mi sentivo poco pronto. Facevo di tutto per essere il più preparato possibile, ma quando arrivava l'esame ci andavo, con quello che sapevo, andasse come andasse: pensandoci bene cosa potevano fare? rimandarmi all'appello successivo? bocciarmi, cioè rimandarmi alla sessione successiva? e se avessi rinunciato da me, non sarebbe stata la stessa cosa? Perché bocciarmi o rimandarmi da solo?

Quindi continuo. Anche perché sta cosa della guerra qualche occhio chiuso dalla pandemia ha cominciato a riaprirlo, qualche cervello spento per un tipo di paura forse quest'altro tipo lo sta riaccendendo. Leggo e sento amici ieri proni alla narrazione ufficiale del covid oggi ribellarsi a quella della guerra. Putin è quello che è, ma non salva né la nostra anima né il mondo cavarcela addossandogli ogni responsabilità. La guerra in Ucraina non è scoppiata oggi, ma nel 2014 quando l'occidente ha favorito una cosiddetta rivoluzione colorata mettendo al potere un suo fantoccio che intanto faceva le prove in un reality show. E non è una idea partorita oggi nella mente di un complottista, se volete la potete sentire dalla viva voce di Giulietto Chiesa in un video del 2014. O se non vi sta bene da lui perché era comunista, sentitela da uno che di governi fantoccio se ne intendeva, avendone istituiti e manovrati parecchi (tra cui la dittatura di Pinochet in Cile): Henry Kissinger. Aderendo alla propaganda di guerra le guerre non si fermano, si alimentano. Si fermano, forse, o comunque certamente se ne evita il ripetersi, solo cercando di capirne le cause vere, traendo la lezione dalla Storia. La NATO deve fermarsi a distanza dalla Russia. I popoli devono autodeterminarsi, ma i popoli quasi mai corrispondono agli Stati formati a tavolino come l'Ucraina, quindi il principio vale anche per quelli della Crimea o del Donbass (specie se quando ci conviene usiamo lo stesso ragionamento, come fu per il Kosovo). E, last but non the least, la Russia sul suo territorio non ha mai perso una guerra, citofonare Bonaparte o Hitler.

A meno di non usare le atomiche. Ma in tal caso chi mai potrebbe dirsi vincitore, e di cosa? Un certo Einstein una volta pare abbia detto che non sapeva con cosa si sarebbe combattuta la terza guerra mondiale, ma sapeva con cosa si sarebbe combattuta la quarta: pietre e bastoni.

E ora permettetemi di fornirvi, con tanto di consiglio pressante a prendervi il tempo di seguirli e leggerli uno a uno (come peraltro tutti quelli nel testo qui sopra), una serie di link di approfondimento, che la conoscenza è l'unica speranza di salvezza:

  • Roger Waters, ovvero il grande vecchio del rock, l'unico rimasto lucido attraverso i decenni al punto di mostrare fattivamente quanto e come il muro in Israele sia figlio di quello di Berlino, che ci mostra cosa vuol dire essere davvero contro la guerra e contro tutti i tiranni;
  • Libreidee (se riuscite a raggiungerlo, magari attivando il VPN), due pezzi su Putin da leggere integralmente, di Cattaneo e Sciorilli, e la trascrizione di un video di Giovagnoli sul bivio che ha davanti l'umanità;
  • Sputnik (come sopra), ovvero se dici la verità, ad esempio sul fatto che il rincaro dei carburanti è dovuto sia alla speculazione (quindi in ultima analisi ancora una volta alle liberalizzazioni) che alla composizione dei prezzi (in gran parte tasse, spesso a ripagare spese militari di anni fa), ti zittisco perché sei russo: viva la democrazia!
  • Grimaldi, ovvero morto Chiesa c'è ancora un grande vecchio, un Giornalista con la maiuscola, da seguire, ad esempio in questi due ultimi post su Stati canaglia e Nazismo;
  • Lanuovanorimberga.it, ovvero l'unico modo con cui davvero si potrebbe dire finita la stagione pandemica, con la condanna esemplare di un bel po' di soggetti, altro che proclami fasulli sui telegiornali di fine dell'emergenza mentre se ne prepara l'istituzionalizzazione;
  • Libero pensare, ovvero breve storia della russofobia, e purtroppo anche cronaca, culminata con la cacciata di un direttore d'orchestra e di una soprano russi dalla Scala perché si erano rifiutati di prendere le distanze dalla propria patria: questi geni della democrazia, purtroppo, non si rendono nemmeno conto del fatto che l'unico modo di giustificare in qualche modo la propria pretesa superiorità sarebbe agire esattamente nel modo opposto (come spiega, finché ce lo lasciano, il CEO della WTA).

E ora vi saluto con un brano di Lolli, che spiega il titolo del post. E forse anche tutto il resto.

1 commento:

pasqbass ha detto...

...e sostengo che la tua posizione sia oltremodo ''ottimista''.

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