mercoledì 2 marzo 2022

RADIOCIXD 53 - TERRA MIA

Se c'è un disco spartiacque nella musica italiana, è questo. Che non nasce dal nulla, no: c'erano i Napoli centrale, in cui il giovane Pino aveva suonato e da cui gli andrà appresso James Senese. C'era la NCCP e tutti i suoi figli figliastri e rivoli, da Peppe Barra a Eugenio Bennato passando per Roberto De Simone. C'era stato Carosone, c'era stato il primo Peppino Di Capri. E sicuramente scordo qualcuno, di quelli che hanno fatto da trait d'union tra la canzone tradizionale napoletana, la più grande e bella di tutti i tempi, e la modernità. Ma fu quando uscì questo disco, che tutti capirono che non si poteva tornare più indietro. Che da quel momento in poi qualsiasi interpretazione dell'immenso patrimonio musicale precedente, anche le più filologiche e classiche, non poteva non tenere conto che intanto era arrivato Pino Daniele.

Quando usci questo vinile, il suo autore aveva poco più di venti anni, il che significa che molte delle canzoni in esso contenute le aveva composte da teenager. Della cosa fin dal primo ascolto, quand'è che lo si faccia, ai tempi come adesso, non ci si riesce a capacitare. La maturità musicale la raggiungerà negli anni a venire, grazie anche ad un gruppo di musicisti che lo seguirà chi più chi meno per tutto il suo periodo d'oro. Ma quella compositiva, cacchio, c'era già tutta.

Io quando uscì questo disco ero troppo piccolo per comprenderlo appieno, ma ricordo ancora le ospitate televisive e radiofoniche di questo ragazzone dal fisico improbabile e dalla voce ad esso implausibile. Come vi ho già raccontato, il "mio" Pino Daniele era quello di un paio d'anni dopo. Ma la riscoperta del suo primo album, con ascolti e riascolti attenti e maturi, fu uno dei miei primi esperimenti di quella sorta di archeologia musicale cui dovrò poi moltissime altre "scoperte". Oramai non vi metto più i singoli video embeddati ma i link, siamo d'accordo, ma la tracklist commentata eccola qua:

  1. Napule è - John Turturro, in quel magnifico atto d'amore per Napoli e la sua canzone che è il film Passione, ha invitato una serie di artisti a celebrarla cantando brani famosi reinterpretati, ma per la sigla finale ha messo di questo brano la traccia originale, unica eccezione. Serve dire altro?
  2. 'Na tazzulella 'e cafè - Fu questo quello che oggi si chiamerebbe il primo "singolo" a girare, quello messo nel lato A del 45 giri e che il giovanotto fu mandato a cantare nelle sue prime ospitate televisive. Chissà, forse per giocare sul titolo oleografico o sull'andamento allegrotto, che però nascondevano un testo di denuncia sociale e politica schietto e feroce anche per gli standard dei tempi. Oggi sarebbe impensabile, e infatti di roba così non ne gira, e punto.
  3. Ce sta chi ce penza - Il brano costituisce, a questo proposito, una sorta di prosecuzione ideale del precedente, senza riuscire a raggiungerne livello e fama.
  4. Suonno d'ajere - Qui lo stereotipo preso di mira è invece Pulcinella, che viene al tempo stesso demolito, e salvato nello spirito originario.
  5. Maronna mia - Spaccato dal taglio quasi cinematografico della vita di strada, col protagonista che viene derubato del suo primo stipendio e chiede invano l'aiuto dei passanti. Ad ascoltare la canzone, sembra di stare in mezzo, alla confusione.
  6. Saglie, saglie - Di questo breve brano, che descrive in prima persona la fatica di chi fa un lavoro ingrato per sostentarsi, esiste una versione migliore, del 1991, dove il recitativo lo interpreta l'amico Massimo Troisi. 
  7. Terra mia - La title-track, e primo brano del lato B del vinile, raggiunge il livello eccelso dell'omologo del lato A da tutti i punti di vista, eccetto la capacità di assurgere a vero e proprio inno della città.
  8. Che calore - Come per la tazzulella, e per le stesse ragioni, questo brano è stato usato per promuovere il nuovo artista. E ugualmente, l'allegria del motivetto nasconde un testo impegnato socialmente, stavolta ad argomento lavoro.
  9. Chi po dicere - Breve intermezzo estremamente poetico: diventerà un'abitudine di Pino infilare brani così, che ti colpiscono a tradimento e a dispetto della loro durata, nei suoi album.
  10. Furtunato - Torniamo per i vicoli, a passeggio stavolta con un piccolo delinquente, ben vestito. Un altro film di tre minuti...
  11. Cammina cammina - Altro racconto da cinema: qui il protagonista è un uomo molto anziano che aspetta la morte assorto nei suoi pensieri. Ammetto di aver usato non volendo questa canzone per "ambientare" nella mia mente la fine di persone care a cui non mi era capitato di assistere di persona. Se la ascoltate bene, potrebbe capitare anche a voi...
  12. 'O padrone - Qui il taglio socioeconomico assume un accento satirico: nemmeno da morti staremo bene, in Paradiso si deve lavorare, e non per pochi soldi come qui, proprio gratis!
  13. Libertà - Per finire, la passeggiata per le vie l'autore se la fa in prima persona, parlando di un concetto a noi oramai tolto e che probabilmente i nostri posteri non saranno nemmeno in grado di capire davvero.

4 commenti:

pix2007 ha detto...

E da quando ti piace vincere facile?

pix2007 ha detto...

C'è una frase in "Napule è" che sintetizza in maniera poetica l'essenza di ogni pregiudizio...
"Napule è tutta nu suonno e a' sape tutto o munno, ma nun sanno a' verità"...
Dedicato a tutti coloro che credono di capire attraverso i luoghi comuni...

pix2007 ha detto...

La mia preferita è "Suonno d'ajere":-)

cugino ha detto...

lo sapevo che ti piaceva, l'ho quasi fatto apposta....

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