lunedì 21 novembre 2022

NOBODY LIKE NOLE

L'anno tennistico è iniziato con Djokovic escluso dall'Australian Open, anzi per qualche giorno persino recluso in un lazzaretto per reprobi, e finisce con Djokovic trionfante al Masters (Nitto ATP finals le chiami chi vuole...) per la sesta volta, eguagliando un altro dei record di Re Federer che sembravano ineguagliabili, e ricevendo peraltro nel contempo la notizia che il ban australiano nei suoi confronti è revocato e a gennaio potrà partecipare allo slam downunder. Tra l'altro, strappa sempre a Federer il record di giocatore più anziano a vincere il torneo dei Maestri, e di ben cinque anni (lo svizzero era ultratrentenne, lui ultratrentacinquenne, mica male).

Tra i commenti televisivi alla straordinaria affermazione, si segnala per idiozia quello di una nostra ex giocatrice di buon livello (che non nomino per non farle un favore) che non si è tenuta dal rimarcare che l'annata del serbo sia stata anche caratterizzata da "scelte discutibili". La scelta di non vaccinarsi, invece, come già scrissi all'epoca, dimostra ulteriormente la statura morale e umana del campione, che anziché adottare qualsiasi mezzuccio che la sua posizione anche economica gli avrebbe agevolmente consentito, ha tenuto con orgoglio pubblicamente e pagandone le conseguenze una linea di principio inoppugnabile (anche a mo' di esempio: doveva essere quella di chiunque, e se lo fosse stato nessun abuso sarebbe stato perpetrato): ciascuno decide sul proprio corpo. Sostenere, infatti, che esista una qualsiasi ragione "sociale" (si, compreso il cosiddetto "bene della collettività": chi ha, infatti, il diritto e il potere di dire qual è?) che giustifichi la violazione di tale diritto umano fondamentale, comporta un vulnus insanabile: giustificata una, sono giustificate tutte, anche ad esempio quelle contro le donne islamiche che spesso proprio agli stessi sedicenti progressisti piace sbandierare, non accorgendosi minimamente della contraddizione (chi le perpetra è sinceramente e dichiaratamente convinto di fare il bene della collettività, salvaguardandone i valori).

Comunque, tornando all'ambito strettamente sportivo, al nostro è stato impedito di partecipare a ben due tornei del grande Slam su 4 (gli US open a settembre, quando oramai si cominciava a smantellare un po' ovunque il teatrino della pandemia...), mentre l'esclusione inopinata illegittima illogica e controproducente degli atleti russi a Wimbledon ha fatto si che per via della sacrosanta ritorsione dell'ATP quel torneo, che lui ha vinto, non desse punti (sacrosanta ma modulata male: bisognava, invece, mantenere agli esclusi i punti dell'anno scorso, o magari metà, e dare agli altri quelli che si meritavano). Nonostante questa penalizzazione pesantissima (non ha potuto giocare nemmeno i tornei satellite, ai due slam, che negli USA danno pure un sacco di punti), Nole ha racimolato abbastanza punti da qualificarsi direttamente, cioè senza ricorrere alla clausola che prevede la partecipazione di chi vinca uno Slam e resti tra i primi venti, al Masters. E una volta li, ha non solo vinto il torneo, ma lo ha fatto vincendo tutti gli incontri, così incassando il bonus monetario abnorme previsto per questa eventualità evidentemente considerata remota dagli organizzatori (oltre 4 milioni e mezzo di euro, minkia!). Per dire, la terza partita del girone, essendo ormai già qualificato da primo alla semifinale, poteva tranquillamente far finta di giocarla e riposarsi, invece l'ha vinta al tiebreak del terzo dopo tre ore e mezzo di battaglia, contro quello che l'anno scorso gli aveva tolto prima il grande Slam poi il numero uno del mondo.

Tutto questo ci dice che magari non avrà i gesti e il bagaglio tecnico di Federer, e nemmeno le rotazioni letali e il numero di slam di Nadal, ma questo 2022 per come è andato ci dice che molto probabilmente il GOAT, il giocatore più forte di tutti i tempi, tutto sommato è lui. E, visto il suo stato di forma fisica nonostante l'età, magari l'anno prossimo può ottenere risultati tali che questa affermazione, a cui io (federeriano di ferro) oggi arrivo con fatica, diventi oggettivamente incontrovertibile. Così da spostare definitivamente la "s" da dopo a prima del like, facendo si che il tifo contro a cui il "djoker" si è negli anni abituato ("nobody likes Nole", che poi non è proprio così, è solo che tifavano di più gli altri due) diventi finalmente la constatazione che alla fin fine è lui il migliore ("nobody's like Nole"). Non dimenticando, d'altronde, che il ragazzino si allenava sotto le (nostre) bombe, poi anche se non a lungo con un nostro allenatore (lo stesso che ha fatto esplodere Sinner, e che Sinner forse ha fatto male a lasciare...), e parla perfettamente la nostra lingua, quindi forse alle finals anche quest'anno un po' d'Italia c'era...

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