Perché Otello Profazio era forse il più rock del panorama folk italiano, uno dei pochi ad essere mai riuscito a portare spesso il suo genere di nicchia nel mainstream, e Sinead O'Connor forse la più visceralmente territoriale delle popstar/rockstar, una che da sola faceva una nicchia e la occupava tutta.
Di lei, che ho amato e stimato moltissimo e non solo musicalmente, vi ho già parlato recensendo il suo album più famoso, e approfittandone per dire già allora tutto quello che si potrebbe dire oggi e infatti avete sicuramente sentito e letto in queste ore. Se avete o avete avuto tra i vostri cari persone depresse condividete la mia ritrosia a commentarne la depressione, se non con l'espressione riggitana "non gabbu e non maravigghia" a sigillare le labbra (sta per "non oso esprimere alcun giudizio su cose che possono capitare a chiunque, sperando scaramanticamente che non capitino mai a me"), in cui invece sguazzano i media a proposito di lei, e (se non mi credete leggete qui Morrissey) non solo adesso che è morta ma le hanno scassato la minchia per decenni. Posso però proporvi di rileggere un altro mio vecchio post, scritto a proposito di Dolores O'Riordan e Mia Martini, estensibile in larga parte anche alla povera Sinead, dato che tutte e tre avevano "in comune la capacità di squarciarti l'anima, mostrandoti la loro, appena aprivano bocca."
Di lui, a dimostrare quanto asserito sopra, posso non solo consigliarvi l'ascolto di alcuni estratti del suo repertorio, tra contributi originali e meritori recuperi dalla tradizione, ma anche mostrarvi i video di una sua celebre apparizione televisiva con alcuni giganti che evidentemente lo consideravano loro pari, e della sua sigla di uno sceneggiato televisivo di quelli che non se ne fanno più e che se paragonati a qualunque "serie" di oggi ne evidenzierebbero la pochezza. Buona visione.
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