domenica 16 febbraio 2025

IT'S A SIN(NER)

La vicenda Clostebol si è dunque chiusa, forse nell'unico modo possibile secondo i pochi che ci vedevano lungo e l'avevano detto, mentre il coro dei commentatori e soprattutto dei responsabili escludeva fermamente l'ipotesi: con un accordo stragiudiziale, a tre mesi (scarsi per avere già scontato alcuni giorni) di sospensione.

E qui bisogna fare la prima puntualizzazione: non si tratta di patteggiamento, parola che implica un riconoscimento di responsabilità da parte del patteggiante. Si tratta di una proposta da parte del ricorrente all'accusato di rinunciare al ricorso se lui accetta una sanzione molto inferiore al minimo previsto per la fattispecie oggetto di disputa. E qui arriva la seconda puntualizzazione: Sinner era risultato positivo per una quantità infinitesimale, non idonea ad alterare in alcun modo la prestazione sportiva, ed aveva fornito in primo grado una spiegazione accettata come plausibile dal tribunale (il prodotto proibito usato incautamente dal massaggiatore per un dito sbucciato e fornito dal fisioterapista) che lo aveva assolto (salvo cassargli punti e premio del torneo durante il quale era stata riscontrata la positività, per la responsabilità oggettiva del professionista nei confronti del suo team), e la questione non è mai stata messa in discussione dalla WADA nel suo ricorso, che era quindi avverso l'applicazione da parte dell'ITIA di una sanzione diversa da quella prevista per la fattispecie (da uno a due anni di fermo), tanto che nel ricorso si affrettava a precisare che non gli sarebbero stati tolti i punti e i trofei conquistati durante tutto il periodo successivo alla sentenza di primo grado. Quindi si tratta di una disputa tra due enti sulla sanzione da applicare, nessuno ha mai messo in discussione il fatto che il ragazzo NON si è dopato, è soltanto risultato positivo per un incidente causato da altri, e merita tutti i risultati che ha ottenuto in questo anno fantastico. Chi ancora rimesta nel torbido sui social merita solo disprezzo, punto e basta, e non vi dico le parolacce che gli direi tanto le avete immaginate. 

Ma allora perché bisogna accogliere la notizia con relativo sollievo, pur trattandosi di una vera e propria ingiustizia nei confronti di un innocente? Marco Mazzoni qui lo spiega bene bene e in dettaglio, io ve lo ripeto anche per accogliere un suo invito: ripetere e ripetere ancora la verità in ogni contesto in cui ne abbiamo la possibilità è l'unico modo che abbiamo per sostenere il nostro campione. Danneggiato anche dalla stampa d'accatto dei giorni nostri, che continua a mettere nei titoli la parola doping per acchiappare click, anche quando nel testo dice tutt'altro perché non potrebbe dire altro. Provo a schematizzare:

  1. le norme che inquadrano il caso sono ingiuste ma parlano chiaro: da uno a due anni di sospensione anche in caso di dosi meno che minime - sono talmente ingiuste che sono in fase di revisione (peraltro già strombazzata) da parte della WADA stessa, ma parlano talmente chiaro che il rischio di vedersi rovinata la carriera era per Sinner tutt'altro che basso, andando a giudizio;
  2. il giudizio, dunque, poteva portare solo (leggi: senza vie di mezzo) alla conferma del disposto dell'arbitrato ITIA oppure all'applicazione della sanzione di almeno un anno - nel primo caso, lo sputtanamento della WADA sarebbe stato totale e definitivo, facendo crollare il carrozzone dell'antidoping in tutto il mondo dello sport, nel secondo, il mondo del tennis avrebbe visto per un anno scendere di classifica fino a sparirne il suo numero uno indiscusso, con una perdita di credibilità probabilmente insanabile;
  3. l'interesse di tutte le parti in causa a un esito come quello in cronaca è appena consequenziale, come dimostrano anche le dichiarazioni incrociate che l'hanno accompagnato: la WADA che ribadisce in sostanza che Sinner non si è mai dopato e non ha mai barato, Sinner che spiega in sostanza che accetta la responsabilità oggettiva e riconosce la necessità di istituzioni antidoping solide, sono un mirabile esempio del lavoro degli avvocati e degli uffici stampa per bilanciare l'uscita meno peggiore possibile dalla merda in cui erano finiti tutti con entrambi i piedi;
  4. se è vero che non tutti possono permettersi questi avvocati e professionisti, è vero allora che l'unico senso ammissibile per cui i troppi che hanno protestato e ancora protestano i presunti trattamenti di favore possano avere ragione è che anche chi non può permettersi tale assistenza da ora in poi ce l'abbia (o non era nata per questa la PTPA, Nole?) - insomma, pretendere il giusto giudizio per tutti, non un giudizio ingiusto anche per Sinner, come taluni sembrano fare.

In attesa che queste iniquità trovino una soluzione sistemica, io - la butto là - vedrei bene che gli avvocati del campione querelassero per danni chiunque alluda al doping con riferimento alla sua persona, con tanto di destinazione del ricavato a un fondo per la difesa dei giocatori meno ricchi che si trovino in situazioni simili. Ma resta la necessità di riformare radicalmente il carrozzone dell'antidoping, e l'opportunità di tifare per un ragazzo che è un miracolo che non abbia avuto dei contraccolpi finora e che speriamo sappia cogliere adesso l'occasione di prepararsi alla stagione su terra nel modo migliore, vincendo Roma e Parigi. Per poi magari pensare a Wimbledon...

domenica 9 febbraio 2025

AMICI

Beh, ecco un tema che è quasi impossibile trattare senza rischiare di cadere nei luoghi comuni. Il fatto è che da qualche anno a febbraio mi torna in mente, e quest'anno ho deciso di non fare nemmeno quella telefonata rischiata l'anno scorso come patetico tentativo di ripartire dagli auguri di compleanno, hai visto mai risponde (e no, non ha risposto né richiamato e nemmeno attaccato, ha lasciato squillare fino a che non ho attaccato: migliore disconferma, non so se consapevole o no, non poteva trovare). E il fatto è che da qualche tempo ho un articolo da proporvi e lo tengo li, quindi questa è l'occasione giusta.

Si chiama "Non esistono le amicizie perfette" ed è uscito sul Post, senza autore quindi un tempo lo avremmo detto "redazionale" ma oggi magari è scritto dalla AI che a frullare luoghi comuni è molto più brava di noi umani a non farsene accorgere, non lo so; ma siccome è ben scritto e dà tanto da pensare, io me lo sono letto e riletto, e ogni volta ne sono uscito con una coda diversa.

Oggi è questa, e come dicevo all'inizio rasenta il luogo comune: l'amicizia somiglia all'amore più di quanto non siamo disposti a concedere, in alcuni aspetti e momenti topici. Puoi svegliarti un giorno e ritrovarti amico da vent'anni con una persona che ti sembra di avere incontrato ieri, o scoprirti che non sopporti più di vedere o sentire una persona che hai reputato amica per vent'anni. Puoi trovarti invitato inaspettatamente al matrimonio di uno, o dover fare da testimone a uno che accetti in nome dei vecchi trascorsi e poi cerchi di non frequentare più. Possono bastare cinque minuti a giurare eternità e non bastare cinquant'anni. Puoi sentire e vedere tutti i giorni persone che poi non ne puoi più e le "tagli", o essere così fortunato da avere amici che sai che ci sono, e ogni volta te lo dimostrano, anche se non li senti e vedi quasi mai.

E puoi scrivere un pezzo insulso come questo anche magari con la speranza che per qualche giro contorto poi arrivi quella telefonata, che sei disposto a fare finta di nulla o all'apposto scavarti nell'anima per dare a quel rapporto un'altra possibilità, meritata o meno che sia.

lunedì 3 febbraio 2025

NON SI VEDE LA HOTTURA

In un vecchio sketch dei tempi in cui faceva ridere, che i meno giovani ricorderanno, Massimo Boldi interpretava un cuoco esagitato che ogni tanto urlava "son contrario alla pentola a pressione", completando il tormentone con il titolo di questo post. In fondo al post trovate un video, adesso mi sembra perfetto per riparlare di AI

ChatGPT alla richiesta "rosso di sera bel tempo... completa la frase" risponde "si spera", ma se precisi "completa la frase come farebbe Camilleri" o qualunque altro scrittore ti offre senza problemi un paragrafo nello stile di quello scrittore. Credibile. Poiché è in circolazione già da un paio di anni, si può già essere certi che una parte dei contenuti narrativi sia già fatta con l'Intelligenza Artificiale (con il suo aiuto, per chi ha almeno l'accortezza di fare una revisione umana, o esclusivamente), e che questa parte sia sempre crescente.

La mancanza di trasparenza (dicono sia allo studio una sorta di bollinatura indelebile di qualsiasi contenuto passato per AI, ma è già tardi e chissà se arriverà mai) fa si che anche la semplice email che risponde cortesemente ad una nostra richiesta già oggi non possiamo sapere se è sincera e quindi il tipo ci ha risposto è cortese e ci ha letto, oppure è automaticamente predisposta dall'AI integrata nel gestore di posta elettronica e il tipo potrebbe benissimo essere un cafone che se ne catafotte di noi e non sa nemmeno che gli abbiamo scritto.

Gli si possono delegare tante di quelle cose, anche altamente personalizzate grazie a quanto gli abbiamo "dato in pasto" di noi, che con ogni probabilità avrà lo stesso effetto di quanto è successo con altre capacità basiche: avere qualcosa che ricorda al posto nostro i numeri di telefono ci ha fatto tanto comodo ma ci ha fatto anche perdere la capacità di memorizzarli che avevamo sviluppato quando quel qualcosa non c'era, avere qualcosa che ci dice dove andare ci ha fatto perdere ogni capacità di orientarci con una mappa cartacea (figuriamoci senza), adesso perderemo la capacità di fare una scaletta, un riassunto, persino una ricerca intelligente sul web. E un professore di medie o di liceo, quindi, oggi deve dare per scontato che gli alunni a casa hanno tradotto la versione o fatto il riassunto con ChatGPT, e industriarsi a valutare per altre dimensioni i suoi allievi.

Essendo questi strumenti in grado di "autoistruirsi", possiamo essere sicuri che sarà sempre più impossibile distinguere una immagine o un video reali da quelli prodotti da AI, e qui il vero rischio non è quello a cui si pensa subito, dare valore di verità a cose false: quello poteva sussistere anche in era photoshop o prima in era fotoritocco manuale, se non eri scetàto. No, è il contrario: toglie valore a ogni prova video o foto. Risultato: senza una qualche diavoleria che marchi una volta per tutte, o meglio finché non viene aggirata dall'AI ma allora rimpiazzata da una nuova diavoleria con la stessa funzione, un po' come nella infinita dialettica informatica tra virus e antivirus o sportiva tra doping e antidoping, addio prove video o fotografiche nei processi (e che non riusciamo a controllarla, lo dice lo stesso premio Nobel per la sua ideazione). Di più: perché dovrei rivolgermi per un parere a un costosissimo avvocato quando una AI può accedere a tutto lo scibile giuridico e darmi la stessa risposta, anzi magari una migliore, in tempo reale? fosse un medico, forse, e dico forse, la preferenza per uno che ti guarda ti tocca e ti parla a quattrocchi sarà più dura da estirpare... Più dura ma non impossibile: la gente si comporta esattamente come la rana nell'acqua, continua a pensare "se andava bene un grado in meno andrà bene anche un grado in più" e non salterà via fino a che non avrà superata la soglia per cui non ce la farebbe a saltar via neanche volendo, e da li in poi il bagnetto si chiama cottura.

La spiego meglio. Con l'entusiasmo di risparmiare fatica per una serie di incombenze noiose che l'AI può fare al suo posto, il suo utente pensa: "perché no? in fondo, non faccio che liberare tempo e risorse per potermi occupare di cose più importanti in cui io sono indispensabile" senza rendersi conto di dare così il proprio consenso all'erosione continua, grado per grado, delle cose per cui lui si possa ritenere indispensabile a favore di quelle per cui lui è prescindibile. Se glielo fai notare, ti risponde che "in fondo siamo già tracciati da tempo, gli algoritmi ci circondano e ci pervadono, per cui per questa diavoleria vale la stessa sintassi di tutte le altre inventate dall'uomo dalla ruota in poi, vorrai mica tornare a lavorare in fabbrica al posto dei robot, luddista che non sei altro? come per ogni innovazione tecnologica, si perdono posti di lavoro da un lato e se ne guadagnano di migliori dall'altro..." Insomma, secondo questa linea di pensiero sempre più dominante chi coglie e segnala il pericolo è un retrogrado, invece la tigre si deve cavalcare. E così, tornando all'acqua, forse troviamo la chiave per spiegarci meglio.

Ogni rana può avere legittimamente una sua personale opinione sul concetto di "acqua piacevolmente calda". Ma ciò non toglie che esista una temperatura in cui l'acqua ustiona, bolle, evapora: è un fatto, non è opinabile. Chi sta fuori la pentola e urla a chi sta dentro "salta fuori prima che sia troppo tardi" si basa su questa realtà oggettiva: anche se lui non ha il termometro, e potrebbe essere che ancora non sia stata raggiunta, quella temperatura critica esiste. Nella storia sono millanta gli esempi in cui ignorando questa banalità i popoli si sono scavati la fossa con le loro mani. Non serve fare esempi, qualunque cosa vi sia venuta in mente va bene. La pentola a pressione è innegabilmente utile in tutta una serie di preparazioni, ma uno chef controlla coi suoi sensi quello che sta cuocendo, si fida poco di questa diavoleria...

E ora vi lascio, come non facevo da tempo, con una serie di approfondimenti. Dopo i quali trovate il video.

  • Deepseek, ovvero "una volta aperto l'otre di Eolo, non potete pretendere che escano fuori solo i venti che vi fanno comodo". Questa per capirla bisogna ricordarsi l'Odissea, e allora la ridico meglio: mentre in occidente le AI proprietarie si combattono a forza di server talmente enormi da richiedere presto centrali nucleari dedicate (alla faccia dell'ambiente, pecetta che viene usata solo quando fa comodo), i cinesi se ne escono con una che fa quasi le stesse cose a un costo (in tutti i termini) di una piccola frazione, hai voglia che tiriamo fuori presunte (cioè: reali, ma per tutte le AI mica solo per la loro) questioni di sicurezza e gliele blocchiamo: se si può fare si farà, e le AI "tradizionali" moriranno nella culla (leggetevi anche questo articolo su Sbilanciamoci).
  • Infatti, la linea di movimento è verso l'abolizione di quella crittografia che ci aveva rassicurato a proposito di Whatsapp: Tiktok non ce l'ha mai avuta, e il suo ban è stata solo una mossa per procedere alla sua acquisizione pare da parte di Meta, che dal canto suo ha già annunciato il suo tana-liberi-tutti, ma anche in Europa il vento spira da quella parte.
  • Per staccarci dall'intrattenimento, abbiamo parlato di avvocati. Il Guardian in questo articolo tradotto da Comedonchisciotte rilancia: e le forze dell'ordine? i soldati? Il Robocop di Hollywood aveva un cuore umano, almeno.
  • Per approfondire la questione impatto sul lavoro, e quella sul chi controlla cosa, suggerisco invece questo pezzo di Comito su Sbilanciamoci.info.

E ora facciamoci due risate, che è meglio....

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