venerdì 27 gennaio 2012

COME UNA COSA VIVA

La locandina francese del documentario che Nanni Moretti
girò al tempo della prima delle tante trasformazioni che hanno
portato il più grande partito comunista occidentale a diventare
la più grande idiozia politica di tutti i tempi della sinistra mondiale.
Guccini ci chiude tutti i suoi concerti da sempre, cosicché, quando anche lui smetterà e Fabiofazio gli dedicherà uno special pallosissimo come a Fossati e Jannacci, La locomotiva sarà l'ultima canzone che il Maestrone canterà in vita sua, almeno pubblicamente (chissà sotto la doccia...). Dal vivo, praticamente la canta in coro con tutto il pubblico, tutta, e non credo esista qualcuno in Italia che non ne conosce a memoria almeno qualche brano: è intergenerazionale, la sanno adolescenti che manco hanno mai sentito parlare di PCI, nei programmi scolastici non ci si arriva quasi mai alla storia contemporanea. Essa viene considerata un canto universale di libertà, e ciascuno di noi che la amiamo gli attribuisce una serie di significati epici, di riscossa, ribellione, progresso e eroismo, più un'altra serie legata al proprio vissuto personale, cosicché quando partecipi al coro è una specie di catarsi, ti senti meglio, soddisfatto, commosso, eccetera. Eppure, se la mettessimo in prosa, in forma di articolo di giornale ad esempio sarebbe:
titolo: BOLOGNA, STRAGE EVITATA PER UN SOFFIO
abstract: Deviato all'ultimo istante in un binario morto il locomotore che uno squilibrato stava dirigendo allo scontro frontale contro il Frecciarossa TopExecutiveClass Milano-Roma
testo: Bologna. Dobbiamo alla prontezza dei sistemi di sicurezza dello snodo felsineo se stavolta è stata evitata una tragedia. Il macchinista F.G., non si sa ancora per quali motivi, si è messo alla guida ieri pomeriggio di un locomotore in sosta presso il deposito ferroviario di Reggio Emilia, riuscendo ad inserirsi contromano nella linea ad alta velocità Roma/Milano. Lo scontro con l'"Eurostar dei VIP" è stato evitato deviando su una linea morta lo squilibrato, che ha finito la propria corsa contro i respingenti riportando gravi ferite. Varie le ipotesi sul perché il ferroviere abbia tentato questo gesto, da problemi economici (era in lista di mobilità) a questioni sentimentali (la recente separazione) ad essi connesse (gli alimenti), ma si fa strada l'ipotesi di un suo legame con gli anarco-insurrezionalisti e i gruppi no-TAV. Sarà interrogato dagli inquirenti se e quando riprenderà conoscenza, ma sulla sua pagina Facebook aveva postato numerosi appelli alla mobilitazione contro la classe politica e i poteri forti, post che avevano registrato migliaia di "mi piace", cresciuti poi esponenzialmente appena, come sempre in un baleno, la notizia del fallito attentato aveva raggiunto il popolo del social network.
Questo divertissement per dire agli ignari che La locomotiva è un testo anarchico, comunista, che inneggia alla ribellione violenta, e ha il suo eroe in un kamikaze, si proprio così: un tipo che in nome dei suoi ideali decide di immolarsi per uccidere con se un certo numero di innocenti (ricchi signori innocenti: un ossimoro?) - poco importa che nella fattispecie non ci sia riuscito. Se non lo sapevate, sapevatelo, tutto qui.
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Ed ora la cronaca vera: città bloccate dai tassisti, autostrade bloccate dai camionisti, Sicilia bloccata dai Forconi, per dirla in mooolta sintesi. Che dire? Si tratta della legittima protesta delle vittime di provvedimenti dozzinali e ingiusti del governo dei tecnocrati, o del consueto italianissimo costume secondo cui i sacrifici vanno bene solo quando devono affrontarli gli altri? Sono rivolte spontanee e autenticamente popolari, o dietro c'è l'estrema destra, Berlusconi e/o la mafia (una tautologia?), prodromi di rivoluzione o strascichi di Vandea? Sono giorni che ci ragiono e non riesco a darmi una risposta, per cui non mi resta che dare ai miei pochi lettori il solito elenco ragionato di chiavi interpretative, perché ognuno possa farsi la propria idea (e, se mi gira, alla fine dico anche la mia):
  • Michele Sorice, ovvero può ancora dirsi popolare una rivolta che fa mancare i beni di prima necessità al popolo?
  • Lameduck, ovvero qualcosa nei Tir di traverso mi ricorda il Cile di Allende, ovvero come mai quando c'era Berlusconi ai camionisti e agli agricoltori siciliani andava tutto bene?
  • Duro di Sicilia, ovvero il punto di vista di un agricoltore su come e perché il SalvaItalia abbia dato il colpo del ko all'agricoltura siciliana;
  • Informare x resistere, ovvero sarà stata anche avviata da mafia e Forza Nuova, ma la rivolta dei forconi è divenuta autenticamente popolare, lo giura il cronista che è stato ben tre giorni coi manifestanti;
  • Pino Aprile uno due e tre, ovvero l'ormai popolarissimo (persino la Mannoia lo cita tra le fonti di ispirazione del suo nuovo disco) giornalista/scrittore ha buon gioco ad ascrivere il movimento dei forconi alla voglia di riscatto del Sud depredato e colonizzato fin dal tempo dell'unificazione violenta dell'Italia - Aprile è bravissimo e farebbe tanto piacere credergli, così come agli amici di Liberareggio, ma da meridionale che conosce i suoi simili ritengo l'ipotesi di una rivoluzione che nasce dal Sud un filino meno probabile delle profezie dei Maya;
  • Megachip, ovvero è colpa dell'ignavia della sinistra se i movimenti popolari finiscono per essere strumentalizzati dall'estrema destra - questo mi convince di più, e mi ricorda quanto è avvenuto a Reggio Calabria nel 1970;
  • Giulietto Chiesa, ovvero la protesta in cronaca è figlia della crisi del debito e madre di una rivolta a largo spettro: può darsi ma a me questo sembra più un wishful thinking motivato da esigenze di autoaccreditamento in quanto profeta e capopopolo - in realtà, il suo gruppo Alternativa manco è nato e già si è scisso (il che dimostra quantomeno che è autenticamente di sinistra...): la cosa è drammaticamente confermata dallo stesso Chiesa a margine di una profezia terribile di Massimo Fini che riporta su Megachip, il guaio è che Fini forse ha ragione, e in tal caso anche mia madre che mentre io scrivo menate sul blog sta in campagna a zappare la terra, e io che sono pure obiettore di coscienza se per vivere necessita un pezzo di terra e il kalashnikov sono già morto;
  • Cedolin, ovvero elogio del camionista coraggioso contrapposto ai rivoluzionari a parole, pipparoli e imbelli, dimentico del fatto che quel coraggio deriva da un potere contrattuale abnorme sia per la natura del mezzo e del contesto in cui opera (come per i tassinari, difatti) che da decenni di mancanza di una politica intelligente del trasporto merci in Italia (che fa si che quasi tutto arrivi coi Tir, altrimenti bloccavano sta minchia);
  • Sergio Romano, ovvero questa volta il campione del mondo di cerchiobottismo la dice giusta, mettendo l'accento sia sul fatto che è la latitanza a sinistra di partiti e sindacati a favorire lo spontaneismo nelle proteste, sia sul fatto che si consente a certe proteste di valicare i limiti della legalità mentre ad altre si riserva il trattamento opposto (se faceva l'esempio dei no-TAV, caricati a caldo e perseguitati anche a freddo, ci scappava anche l'applauso, ma è pretendere troppo da uno che forse non si sbilanciava nemmeno da piccolo sull'altalena).
La questione è complessa, e ciascuno dei commenti succitati anche quando criticamente contiene elementi di verità, ma anche se non si può non registrare con sospetto che categorie e territori storicamente vicini alle posizioni berlusconiane si muovano così tempestivamente, non si può negare un legame diretto e genuino del tipo azione-reazione tra le cosiddette liberalizzazioni inscenate dal governo Monti e le proteste. Per un giudizio punto per punto dei provvedimenti governativi rimando a questo bel pezzo di Mentecritica, ma innanzitutto è giusto come fa Grillo sottolineare la mancanza tra i soggetti colpiti dalla manovra di quelle banche che in questi giorni stanno ricevendo in regalo dalla BCE fantastiliardi di Euro con cui si risanano il culo e comprano il debito degli Stati lucrando sul differenziale di rendimento (mentre una vera banca centrale avrebbe regalato gli stessi soldi direttamente agli Stati chiudendo in un attimo, si in un attimo, la crisi). Poi, è il caso di denunciare l'inutilità di alcuni punti e l'incompletezza di altri: ad esempio, la scatola nera obbligatoria che dovrebbe tagliare i costi dell'RCAuto c'era già, facoltativa, io ce l'ho da anni e pago comunque sempre di più, pur calando di classe e di valore dell'auto - oppure, togliere il valore legale ai titoli di studio è una delle bandiere del liberalismo che andava issata da anni, ma nel quadro di una riforma profonda dell'intero sistema formativo, non lasciandone intatte le storture maggiori, come quella che ha portato questo soggetto che pontifica sull'immaturità altrui giovanissimo prima alla cattedra universitaria poi al governo (io, sono uno stronzo, io che mi sono laureato a 22 anni e mezzo e due mesi dopo abbandonavo per mancanza di sponsor una meritata carriera universitaria e facevo il dattilografo pendolare per bisogno di soldi, tu al confronto mio sei solo uno stronzetto...).
E si, anime bella, quando succede qualcosa di grosso al sud dietro c'è sempre la mafia, purtroppo: c'era dietro gli sbarchi americani, dietro quarant'anni di DC, c'era dietro la stagione degli attentatuni e del primo piano di spartizione dell'Italia (con la nascente Lega Nord come interlocutore) e c'era dietro la nascita della Seconda Repubblica e l'irresistibile ascesa forzitaliota, come pretendete che non ci sia dietro il movimento dei forconi e dietro una crisi in cui chi ha euro liquidi a tinchitè in caso di ritorno alla lira diventa padrone di tutto?
Alla fine, la soluzione sarebbe nella direzione diametralmente opposta a quella intrapresa: più Stato e meno mercato, e a livello europeo, con l'obiettivo della piena occupazione. I problemi del trasporto merci, per restare in argomento, come ben delinea in dettaglio questo reportage de L'Espresso, stanno nell'eccesso di liberalizzazione e nella carenza di regolamentazione e programmazione, e non il contrario come vogliono farci credere. Se regali licenze ai tassisti e liberalizzi il settore, presto avrai un servizio forse meno costoso ma certamente peggiore dal punto di vista della sicurezza fisica e della selezione degli addetti, esattamente come già per i camion. E invece servirebbero cose come il taxi collettivo ad un prezzo sufficiente a scoraggiare l'uso del mezzo privato, o un piano complessivo del trasporto merci che riducesse al minimo la circolazione dei Tir sulle autostrade: cose che appunto sono fuori dal pensare politico di una classe dirigente da buttare, incluso purtroppo il sedicente maggiore partito politico italiano, quel PD che ormai anche suoi esponenti storici vedono come sciolto a breve. PD che infatti lascia che siano altri a guidare il malcontento, e anziché lanciarsi a bomba contro l'ingiustizia ci sta comodamente impoltronato sopra. Come una cosa morta.

3 commenti:

giovanni ha detto...

come rappresentante dei lavoratori tassisti, intervengo solo su questo tema: cosa c'entrano i tassisti, citati come responsabili del blocco delle città(?).
mi pare che nella disamina non si sia toccato questo tema e l'inserimento nell'articolo venga usato come nella stampa padronale nazionale ...
siamo comunque sempre disponibili per un confronto
cordiali saluti
giovannio maggiolo UNICA FILT CGIL

cugino ha detto...

leggi bene: la citazione è volutamente dozzinale, come a riportare sommariamente la cronaca di questi giorni, ma già subito dopo mi esprimo con una formula dubitativa, poi consiglio approfondimenti vari, quindi concludo, relativamente alla vostra categoria, con una proposta en passant tutt'altro che allineata alla stampa padronale o alle soluzioni ventilate...
il massimo rispetto per ogni critica, ma ripeto qui mi pare che leggere l'etichetta iniziale, che ripeto riportavo a mo di citazione, ti abbia reso cieco su quanto scritto dopo, che non è certo il ricalco dei luoghi comuni sentiti in giro, pro e contro

cugino ha detto...

e come al solito trovo chi le cose che penso io le dice meglio di me:
http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2012/01/21/le-cose-giuste-per-le-ragioni-sbagliate/

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