sabato 11 aprile 2020

RISURREZIONE

Ma ci avete mai pensato quanto sarebbe mostruoso, se davvero
esistesse, un dio che per affrancare il suo popolo ammazza tutti
i primogeniti dei presunti oppressori, distinguendo le case dei suoi
per il fatto che hanno bagnato le porte col sangue di agnelli (The
silence of the lambs
, il silenzio degli agnelli, vi ricordate il titolo
italiano?), che ancora oggi è usanza mangiare a Pasqua? Dài,
Loki degli Avengers non è così carogna. e Thanos non è un dio.
La Pasqua è una festa antichissima. Le nuove religioni hanno sempre usato, nell'affermarsi, lo stratagemma di non vietare le celebrazioni dei culti che intendevano soppiantare stabilendone altre in altri giorni, ma di fissare le proprie celebrazioni esattamente nei giorni in cui avevano luogo le precedenti, di modo da poterle sostituire senza soluzione di continuità (eventuali fedeli dei vecchi culti festeggiano assieme a quelli dei nuovi, finché i primi non si estinguono): ve ne ho già parlato a proposito del Natale..
I cristiani, infatti, quando hanno scritto (da parecchi decenni a un paio di secoli dopo gli avvenimenti) le storie fondative della loro religione, ovverossia le vicissitudini del sovversivo sedicente (anzi no, lui diceva "tu l'hai detto", pare) Messia su cui intendevano fondarla, hanno ambientato le vicende relative al suo imprigionamento, alla sua esecuzione alla maniera romana ed al trafugamento del suo cadavere, durante l'importantissima festa ebraica della Pasqua, che da allora per "noi" è la celebrazione della sua morte e risurrezione, ma per gli ebrei era già e resta ancora la celebrazione della (sanguinosa, vedi didascalia della foto) fuga dall'Egitto del "popolo eletto" appresso a Mosè.
Ma la festa è ancora più antica, e lo dimostra al limone il fatto che essa è fissata non secondo il calendario solare, ma secondo quello lunare, utilizzato dagli umani fin da quando diventarono agricoltori e allevatori stanziali da cacciatori e raccoglitori nomadi che erano (la storiella viene efficacemente rappresentata nella novella di Caino e Abele - da noi, che altri popoli hanno le loro storie), per migliaia di anni fino alla comparsa dei calendari solari, ma anche oltre se pensiamo a come ragionavano i nostri nonni contadini. Infatti rispetto al calendario solare la Pasqua è mobile, cadendo invece sempre la prima domenica dopo il plenilunio di primavera. Arrivava la buona stagione, e calcolare la luna piena indicava chiaramente cosa seminare prima e cosa dopo, e siccome era la prima della buona stagione bisognava segnalarla con una festa, e perché no festeggiare era anche di buon auspicio per il raccolto.
La coincidenza singolare che dalla settimana prossima i nostri signori e padroni abbiano deciso che si può concedere a chi lo voglia di tornare ai suoi campi, ci dà il destro per festeggiare anche una Pasqua laica. Resurrezione, liberazione dalla schiavitù, o fischio d'inizio della buona stagione agricola che sia, la metafora gira gira è sempre la stessa, e casca a fagiuolo in questi tempi grami.
Più passa il tempo, più i numeri di questa cosiddetta pandemia danno ragione, purtroppo, a chi fin dall'inizio ha, non dubitato della gravità di alcune sue implicazioni sanitarie, ma ritenuto che le misure di contrasto rispondessero a ben altre logiche che quelle dichiarate. A bocce ancora in movimento, è ancora il caso di rimandare i bilanci e le analisi. Ma alcune cose già accadute meritano attenzione, e soprattutto di essere raccontate per quello che sono, il contrario di quello che ci dicono giorno e notte a reti unificate.
Immagine tratta da un covo facebook di sovranisti, questo,
che infatti risulta già attenzionato dal Ministero della Verità
Infatti, a sentire l'informazione televisiva, cioè sia i TG che il mare di trasmissioni di dibattito e commento in cui tentano di farci annegare, il governo avrebbe operato una scelta costosa ma doverosa, e alla fine ripiana i danni con oltre 400 miliardi di aiuti, mentre l'Europa brutta e cattiva ci nega gli Eurobond: a Roma si dice "che jè voi dì?". A leggere bene, invece, quei miliardi sono solo impegni teorici di garanzia a prestiti alle imprese. L'immagine qui accanto spiega bene: tu governo mi hai messo in mutande obbligandomi di fermarmi per due mesi (ma quello che si delinea per dopo per certi tipi di attività comporta un forte ridimensionamento definitivo, se non la sparizione: pensate ai locali gremiti con musica dal vivo, o dove si balla in coppia o si suda in tanti, eccetera, ad esempio), e io, che intanto le spese corrono e ho dovuto per campare intaccare i risparmi, se voglio ripartire e non ho soldi da parte li chiedo alla banca, che grazie al decreto me li presta sicuro (sicuro? forse se avessero vietata qualsivoglia istruttoria...) anche perché garantisce lo Stato tramite la CDP, il che significa che se non riesco a rimborsare il prestito io vado fallito, ma la banca no perché viene rifusa dallo Stato. Capita l'antifona?
E' come col MES: tanato dall'opposizione di destra (dimentica di essere al governo quando fu architettato, ma tant'è), Conte smentisce il suo utilizzo (anche perché la maggioranza parlamentare è ancora grillina e la denuncia dell'iniquità di questo strumento è stato per anni uno dei cavalli di battaglia del M5S), ma non mancano le voci all'interno della maggioranza di governo, specie (ovviamente) lato PD, che dicono più o meno "embè? che importa con quali forme arrivano gli aiuti europei? basta che arrivano!": ho sentito con queste recchie Mentana dire testualmente che magari al MES basta cambiargli nome... E invece bisogna dire chiaro e tondo che comunque la chiami resta una fregatura, conferire a gratis soldi ad un fondo che poi se ti servono te li presta (si, i tuoi stessi soldi, avete capito bene) non solo a interessi, ma anche sotto condizione - che poi le condizioni sono sempre quelle: tagli di spesa, dismissioni asset pubblici, innalzamento età pensionabile, insomma tutto quel complesso di provvedimenti che, attraverso la demolizione della sanità pubblica e il deterioramento delle condizioni di vita dei nostri vecchi, sono la vera causa del bilancio tragico di questa influenza un po' più grave delle recenti altre.
Per cui il mio augurio (per quanto io sia reso scettico dalle facce di chi ti guarda come un untore mentre fai footing entro 200 metri da casa come da norme governative) a tutti voi è questo: buona Pasqua! Risorgete! Liberatevi dalla schiavitù! Fate festa e iniziate a seminare per la nuova stagione! E non prendete prestiti, fate una bella class action per danni a chi vi ha ridotto in mutande.
Oggi guardando il TG2 ho trasalito: qualcuno che forse non teme di perdere il posto ha mandato in onda (non in prima serata, ovviamente) un servizio con dentro un cinegiornale di 50 anni fa dell'istituto Luce, che si trova facilmente su Youtube e racconta le chiusure in massa dei negozi per malattia dei negozianti quasi come un servizio di costume. Perché nel 1970, io ero piccolo e non me lo ricordo, ci fu una influenza "asiatica" che mise a letto 13 milioni di persone. Avete letto bene: 13 milioni. I morti, secondo il sito ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità, furono circa 20mila. Ma vi voglio riportare la frase testuale:
"In Italia l’eccesso di mortalità attribuibile a polmonite ed influenza associato con questa pandemia fu stimato di circa 20.000 decessi".
Non c'erano tamponi, terrorismo mediatico con contabilità continua, eppure siamo lì. Quanto sarebbero stati, allora, i morti attribuiti a quella influenza se avessero usato i criteri attuali, cioè se a tutti i morti del periodo avessero fatto un test, ce ne fosse stato uno, dato che il morbo allettò ("allettò", non "contagiò": il covid19 è per oltre il 90% asintomatico, lo dicono loro stessi, e sottostimando il denominatore) un italiano su 4? Facciamo proporzionale, anche se partendo da chi stava così male da morire sarebbe di più? Un quarto dei morti dell'anno: attorno ai 75mila. Volendo, a una cifra del genere possiamo arrivarci anche adesso: basta fare il tampone a tutti i morti, a prescindere dalla causa di morte, da qui a dicembre. Magari lo faranno, ma non è questo il punto. Il punto è: come mai agli italiani dell'epoca non fu riservato lo stesso trattamento di ora? Beh, forse le élite erano meno sofisticate e organizzate, forse erano ancora impegnate a dimostrare che l'uscita capitalistica dalla tragedia bellica era meglio di quella comunista, forse tutti quanti, élite compresa, non erano stati ancora rovinati dalla globalizzazione e da ciò che comporta anche sul piano filosofico e della percezione della gravità delle cose e della serietà della vita (leggete questo pdf, è del 2016, pare scritto oggi per oggi). Ma anche quando, non ci avrebbero nemmeno provato, perché sapevano che i cittadini di allora non glielo avrebbero consentito. Ma non ve li immaginate, i cortei coi cartelli con scritto "governo fascista" davanti a palazzo Chigi, bombardati dai lacrimogeni? E non li "vedete" in parlamento i compagni del PCI ostacolare in ogni modo una dichiarazione di "stato di emergenza" prima ancora del primo morto italiano, ma anche dopo, almeno fino a numeri con uno zero in più degli attuali?
E allora vorrei dire ai ragazzi, non ai quattro gatti vecchiotti che normalmente mi leggono (non vi offendete, con me famo cinque): sollevatevi. Risorgete. Fuggite dalla schiavitù. Coltivate il vostro futuro. Vi hanno rincoglionito a furia prima di TV e poi di social network. Spegnete tutto, anzi no, usate i mezzi che vi hanno dato in modo diverso, Internet per scavare e informarvi attivamente (leggete ad esempio qui cosa dice un virologo clinico, primario a Novara), i social per fare massa, ma soprattutto studiate. Non lasciatevi mettere un cerotto col vaccino e il GPS, non siete bestie da campanaccio. Non lasciatevi portare dove vogliono loro, non siete gregge. Non postate pure voi "io resto a casa" con orgoglio, non uscite sul balcone a cantare la marcetta dal testo implausibile che ci fa da inno. Metteteci un cartello con scritto "resto a casa perché obbedisco ai tuoi ordini, anche se all'età mia le influenze si prendono e passano e magari manco te ne accorgi, ma i soldi che non guadagno per tutto questo periodo me li dai tu, in contanti e subito". Se no la prossima volta voto per chi si attrezza credibilmente per non ripetere, alla prossima influenza, questa costosissima pagliacciata.

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