domenica 28 settembre 2025

MA TU L'HAI FATTO LO SCIOPERO?

Questo è un blog, cioè una sorta di diario personale online: il fatto che vi si parli di vari argomenti è nella sua natura, e spesso la scelta non è dettata dall'importanza. Voglio dire, il fatto che non parli tutti i giorni di Palestina non significa che invece tutti i giorni io non ci pensi, non mi girino i cabbasisi ogni volta che ascolto un telegiornale, e non sia continuamente e fermamente indignato dal massacro quotidiano. Solo, per parlarne devo avere qualcosa di personale o interessante da aggiungere, altrimenti un blog sarebbe solo un inutile altoparlante dell'ego, e per questo ci sono già i social (che infatti non frequento, fatta eccezione per FB che però uso solo per veicolare i link dei nuovi post sul blog, e poco altro).

Per l'interessante ci ha pensato Pasbas, da cui ricevo e volentieri pubblico l'articolo che segue, come sempre puntuale e rigoroso. Per il personale aggiungo un episodio, che peraltro è congruo con un passaggio dell'articolo di Pasquale: no, non ho partecipato allo sciopero generale pro-Pal, e a domanda ho risposto perché. Gli è che trovo, ormai, che il valore di queste manifestazioni sia quasi esclusivamente autoreferenziale e consolatorio. Della serie: "ho partecipato, sono un vero attivista di sinistra, sto a posto così". Invece Pas propone cose più concrete, come il sostegno ai portuali e il boicottaggio diretto e mirato (qui una guida de l'Indipendente, qui un articolo de Il fatto alimentare), anche se nulla sarebbe più utile dell'esercizio della leva elettorale democratica, peccato che non ci sia all'orizzonte uno schieramento che prometta credibilmente (qui un bel test di Lameduck) di eseguire un tale mandato specie disobbedendo all'UE se (com'è probabile) servisse. In questo contesto, risulta una presa in giro persino il riconoscimento dello Stato palestinese, e la cartina qui sopra è utile a capire perché, la formula "due popoli due Stati" non rappresenti più, dopo decenni di colonizzazioni ulteriori, un'alternativa praticabile. Infatti, è ora di iniziare a pensare a Israele come al Sudafrica, ai sionisti come ai bianchi colonizzatori, ai palestinesi come ai neri schiavizzati e ghettizzati, e a un Mandela che emerga (e guidi un Paese riconciliato sulla base del principio "una testa un voto", senza distinzioni di razza o religione) come unico orizzonte, per quanto oggi possa sembrare utopico, che risolverebbe le cose.

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F35 - Sumud flotilla - Manifestazioni pro Palestina 

di Pasbas

Continuo a seguire giornalmente da due anni l'evolvere della situazione nell'Ovest Asia per cercare dei punti fermi su cui basare una analisi almeno parzialmente corretta e credibile. Come per chiunque, opinion leader o semplici osservatori come me, le informazioni su cui lavorare sono poche, arrivano spesso dopo diversi passaggi e sono difficilmente verificabili. L'unico modo che ho trovato almeno parzialmente efficace è quello di incrociare tra loro fonti che hanno referenti diretti sul campo e che ho riscontrato riportare notizie, confronti, analisi e dibattiti tra persone di alta levatura e riconosciute a livello internazionale per competenza e serietà (prof. Marandi, prof. Mersheimer, Jeffrey Scott ex CIA, Laith Marouf giornalista libanese, prof. Ilan Pappè e tanti altri). Ho ovviamente evitato, come si evita la peste bubbonica, qualsiasi fonte che riporti le veline governative del cosiddetto mondo civile e democratico.

Finito il "pippone introduttivo" passo ad affrontare i temi accennati nel titolo, cercando di spiegare il nesso tra i diversi elementi:

  • F35. E' di un paio di giorni fa la notizia di una ennesima violazione dello spazio aereo di una nazione sovrana (Yemen) da parte dei criminali sionisti della IAF (Israeli Air Force). E fino a qui nulla di nuovo sotto il cielo; la novità e grossa però c'è e riguarda la fine infausta di questa ennesima violazione sionista del diritto internazionale: il jet è stato abbattuto dalla difesa aerea di Ansar Allah e con azione coordinata e estremamente rapida catturati i due piloti; piloti che con tutta probabilità, una volta localizzati da IAF, in ottemperanza alla famigerata "Hannibal Directive", sarebbero stati assassinati dalla stessa IAF per non farli cadere in mano nemica. Anche su questo Ansar Allah ha dimostrato di avere delle efficienti e preparate FFAA, capaci di anticipare le azioni della potenza imperiale e della loro mano armata sionista. Va ricordato che lo Yemen è sotto sanzioni pesantissime dal 2015, che ha subito un genocidio sistematico con bombardamenti continui che in sette anni hanno ucciso oltre 300 mila civili, il tutto sotto la criminale direzione dell'impero usraeliano e eseguita dai lacchè di Saudi Arabia e monarchie del Golfo, che hanno usato armamenti, aerei, cannoni e bombe fornite dall'impero. Nonostante questo, nonostante la povertà endemica resa estrema dagli embargo imperiali, nel panorama dell'Ovest Asia le FFAA di Ansar Allah sono riuscite a respingere due attacchi aerei usa, hanno fatto fuggire due portaerei che minacciavano le loro coste, hanno bloccato nello stretto di Ab El Mandeb diversi cargo diretti o provenienti dall'entità sionista. Insieme colle altre forze dell'Asse della Resistenza sono stati gli unici ad opporsi in modo sistematico al genocidio dei palestinesi attaccando gli obiettivi sensibili sionisti con droni e missili ipersonici "Palestine 2" sviluppati e realizzati localmente. La loro è davvero Resistenza armata fino alla liberazione dei popoli oppressi dall'impero, palestinesi in primis.
  • Global Sumud Flotilla. In un paio di mesi di duro ed encomiabile lavoro, gli organizzatori della coraggiosa iniziativa sono riusciti a formare una unità marittima di oltre 40 navigli provenienti da ogni parte del Mediterraneo. E' la prima volta che viene dispiegata una forza civile di pace di tale dimensione, questo anche grazie al supporto fattivo dei portuali europei. Un insieme di 16 paesi (Irlanda, Spagna e Slovenia per l'Europa) hanno firmato un accordo che intima ai sionisti di "non attaccare la flotilla e di non torcere un capello" agli attivisti a bordo delle barche. Qui mi sorge il primo interrogativo: in caso di abbordaggio piratesco dei sionisti questo gruppo di dichiarati difensori della Flotilla cosa vorrebbero fare? Organizzare una flotta multinazionale da mandare nel Mediterraneo per contrastare e/o combattere contro INF (Israeli Navy Force)? Oppure elevare una ennesima "vibrante protesta" in un'Assemblea ONU? C'è inoltre da considerare una singolare coincidenza, nello stesso periodo e nella stessa zona Egitto e Turchia hanno organizzato delle manovre militari congiunte tese a rafforzare le rispettive sicurezze nazionali sotto il profilo marittimo. Come si comporterebbero queste due flotte se dovessero intervenire in soccorso delle barche della Flotilla? Non ho ovviamente alcuna idea a riguardo, l'unica è aspettare lo svilupparsi degli eventi. Chi invece si è opposto con atti concreto e dal 2021 a fare attraccare le navi che trasportano armi, bulldozer e altro, allo stato sionista sono i portuali italiani ed europei. Respingendo queste navi tengono sotto pressione i loro governi complici del genocidio. Per ultimo ma non meno importante, sempre loro hanno preannunciato un blocco totale dei porti nel caso venisse attaccata la Flotilla. Visto però lo scenario e i precedenti anche recenti, mi chiedo che possibilità hanno gli attivisti di attraccare sulle coste di Gaza. Da ultimo mio fondamentale interrogativo, qual è il reale obiettivo della iniziativa, arrivare a Gaza o farsi respingere per testimoniare al mondo la ferocia sionista (lo sappiamo da oltre 100 anni)? Aprire un corridoio umanitario confrontandosi colle navi di INF? Richiedere l'intervento diretto dei 16 e magari anche degli stati nei quali le barche sono immatricolate?
  • Manifestazioni pro Palestina. Dopo quasi due anni di prese di posizione dei governi, accampamenti universitari, manifestazioni imponenti in tutto il mondo, repressione blanda o feroce dei militanti dei cinque continenti, dopo tutte queste energie messe in campo nulla si è mosso, non si è avanzati sulla strada della pace giusta neanche di un centimetro. Anzi gli "usasreliani" hanno massacrato il Libano, distrutta la Siria, attaccato l'Iran, bombardato più volte lo Yemen, intensificato il massacro dei Palestinesi sia a Gaza che nel W.B.; mi chiedo allora e chiedo a chi legge: se tutto quanto sopra detto è vero, qual è la funzione di questo genere di opposizione "non violenta"? Non intendo che non sia giusto manifestare, voglio dire che più che una questione ideale qui si tratta di salvare fisicamente un popolo da un feroce mostro a tre teste, USA-Israele-Europa.

Tento a questo punto di tirare le conclusioni di quello che ho prima trattato, eventi, riflessioni e dubbi compresi.

Si riscontrano livelli diversi di reazione al genocidio in corso che hanno effetti e obiettivi diversi. L'Asse della Resistenza ha scelto la strada del contrasto commerciale e militare allo strapotere di "usraele", bloccando navi, lanciando missili e droni, resistendo con armi progettate in loco ed autocostruite, con tunnel irraggiungibili e quant'altro a disposizione di popoli martoriati da decenni di violenze ed embargo perpetrate dall'Occidente democratico. Popoli che nonostante la ferocia genocida di cui sopra non cedono e rimangono attaccati alla propria terra con una determinazione incrollabile.

Dall'altra ci siamo noi, le nostre manifestazioni, i movimenti, le roboanti dichiarazioni, i riconoscimenti (l'italietta si dimostra però coerente fino in fondo non aderendo) ormai "postumi" dello stato palestinese, in una cornice di due Stati per due popoli, cosa assolutamente ridicola e non più realizzabile vista la pervasività degli insediamenti coloniali.

Anche qui però vedo degli spiragli tenuti aperti da lavoratori dei trasporti, soprattutto operai ma non solo, disposti a rischiare in prima persona pur di non consentire il transito di navi e aerei diretti allo stato sionista, che trasportano armi utilizzate per continuare l'azione genocidaria. Credo che oltre che un sostegno ad operazioni di sicuro successo da un punto di vista mediatico (Greta Thumberg docet) dovremmo sostenere quest'ultimo tipo di boicottaggio attivo, appoggiarlo con manifestazioni in loco coordinate con gli aeroportuali, finanziare la loro lotta, proteggerli da ritorsioni dei datori di lavoro e da repressioni poliziesche. Fare diventare inoltre di massa le attività di boicottaggio di BDF e non solo, andando davanti ai supermercati, ai mercati rionali e ad altre attività commerciali che vendono prodotti sionisti. Continuare la controinformazione per sbugiardare chi definisce le forze della Resistenza col termine "terroristi", rovesciandogli addosso tutto quello che i loro amici stanno facendo colla loro vigliacca copertura Internazionale. Parlare di Hamas, Jihad, Hezbollah, milizie irachene, siriani e iraniani spiegandone la storia, le motivazioni e la legittimità.

Per ultimo ma non meno importante dobbiamo partecipare al movimento popolare sì ma cercando di dargli una prospettiva politica di più lungo respiro, che gli consenta di continuare la sua azione fondamentale anche quando la carica emotiva e l'entusiasmo attuale saranno sostituiti alla devastante "assuefazione" a quanto di peggio vediamo accadere da noi e nel mondo.

La lotta ed il conflitto sono secondo me l'unica strada per sconfiggere il neocolonialismo imperialista.

giovedì 25 settembre 2025

87 ANNI DI BELLEZZA

No, non ho intenzione di violare la regola autoimpostami originariamente per questo blog che mi vieta di accodarmi al mainstream a meno che non abbia qualcosa dal taglio personale da aggiungere.

Perciò, per ricordare chi era e cosa ha fatto Claudia Cardinale, me la cavo con un link a un articolo che mi è sembrato sopra la media dei coccodrilli in cronaca.

Io invece ne parlo perché ogni volta che vedevo la Cardinale in TV, in una delle sue memorabili interpretazioni da giovane come in una delle sue sempre più rade apparizioni da vecchia, io non potevo fare a meno di pensare a mia madre. Che le somigliava, a tutte le età. E chissà, non avesse avuto un fratello geloso a portarla via di forza dal Lido comunale, avrebbe avuto tutta un'altra vita accettando la vittoria alle selezioni cittadine di Miss Italia. Con la non trascurabile ricaduta che io non starei qui ad affliggervi. E mo' che ci penso, anche la Cardinale ha avuto un fratello geloso, ma nella finzione: Ferribotte ne I soliti ignoti.

Si, le somigliava, a tutte le età, tenuto conto che stiamo parlando da un lato di un'attrice di (meritatissima) fama mondiale e dall'altro di una maestra d'asilo tenuta (fino praticamente alla stessa età) in vita dopo la pensione da una tenace passione per il lavoro agricolo. Le somigliava, e per dimostrarvelo ho dato fondo alle mie (scarsissime) capacità di photo editing realizzando (col materiale fornitomi da mia sorella Carmen) un collage simile a quello trovato sul web per la Cardinale.

Quindi anche stavolta mentre i telegiornali mostravano Claudia io ho pensato a Luisa, e ora ne approfitto vigliaccamente per mostrarvi le sue foto e, che mi trovo, anche una mia da piccolo (si, lo so, mi sono rovinato crescendo).

E per una volta questo pensiero è diventato pubblico, ad uso sia di tutti coloro che la conoscevano, che di tutti quegli altri cui ho fatto andare il pensiero alla loro, di mamma.


sabato 20 settembre 2025

NON UCCIDERE

Non credo in nessun dio, ma se ricordo ancora bene dopo oltre mezzo secolo alcuni precetti del catechismo, i comandamenti non erano formulati in modo da dare spazio ad interpretazioni: ad esempio, "non rubare" non può essere tradotto "non rubare a meno che non sia per il partito", come faceva uno che ha rovinato l'Italia ma riguardandolo alla luce della statura di quelli che sono venuti dopo era un grande statista.

Poi un non credente può anche non riconoscerli, o un credente violarli, i comandamenti, ad esempio desiderando la roba e la donna d'altri o non santificando le feste o mandando affanculo i suoi genitori, ma se ti dici credente allora è troppo comodo abbondare coi "si ma". Hanno ammazzato uno stronzo? si ma era uno stronzo, sentite cosa faceva e diceva: era tra "i responsabili del clima di odio" che lo ha ucciso... (letta sui social, e vabbè, ma sentita pure in TV...). Ebbene, si tratta di una capriola logica che sentita in chi si percepisce e dice di (centro)sinistra è se possibile ancora più odiosa e ingiustificabile che altrimenti.

Un po' come quando leggi quello che ha in mente di fare l'ineffabile UE con la nostra sfera privata: approvare un regolamento che consente agli organi di polizia di poter scansionare senza alcuna autorizzazione tutti i messaggi e le foto delle chat private a livello continentale. Alla faccia della privacy. Immaginate ora che una norma del genere avesse tentato di introdurla un Berlusconi: sentite oggi l'uno per cento delle proteste che sentireste da sinistra in tal caso? Ma già (com'era?), noi siamo il giardino del mondo, la culla e il baluardo della democrazia... Possiamo pure fomentare una guerra che senza UE sarebbe già finita, con la legittima restituzione alla Russia delle zone russofone dell'Ucraina finite indebitamente e inaccortamente dentro i suoi confini sotto l'Unione Sovietica.

Basta raccontarsi solo la mezza messa, come ad esempio fa Elina "MissSimpatia" Svitolina intervistata in quanto tennista: "non si può restare neutrali di fronte a guerre e atrocità" va bene se lo applichi tu a quello che ha fatto Putin dal 2022, meno se uno lo applica a quello che ha fatto l'Ucraina (dopo un colpo di Stato, occorre sempre ricordarlo) ai territori russofoni dal 2014 al 2022. Che poi è lo stesso paradigma condiviso dalla maggioranza degli israeliani (no, non è tutta colpa di Bibi...): i terroristi sono loro, la nostra è rappresaglia legittima a prescindere dalle sue proporzioni. I potenti sono i responsabili delle guerre, ma è il consenso dei popoli la loro benzina.

Ora, se in guerra è accettabile (ma per tutti) la sospensione del giudizio (le uccisioni non sono assassini, le etichette "strage" "eccidio" o "genocidio" verranno applicate nel tempo secondo proporzioni e secondo chi ha vinto), in tempo di pace no. Per cui bisogna guardarsi allo specchio e rispondere: l'omicidio politico è ammissibile? E a chi si sente democratico/liberale/progressista e si risponde di si non resta che usare lo specchio per sputarsi in faccia. Questo, in breve; per esteso leggetevi questo articolo da Linkiesta che mette letteralmente all'angolo, fin dal sottotitolo: "Visto che tutti rappresentiamo per qualcuno un’inaccettabilità ideologica, non sarebbe più prudente stabilire che, se le mie ti sembrano idee di merda, comunque eviterai di spararmi?".

venerdì 12 settembre 2025

L'UOMO-CANNONE

Non so se è originale, probabilmente no, ma in questi giorni, alle prese con gli acciacchi dell'anzianitudine che mi mandano continui ultimatum di resa che continuo a fingere di non ascoltare, mi è venuta in mente una metafora dell'esistenza, peraltro collegabile a una vecchia barzelletta.

Se uno viene sparato da un cannone abbastanza potente da assicurargli una parabola lunghissima, in ogni singolo istante in cui questa parabola si svolge può legittimamente sembrargli di stare volando, anzi addirittura può raccontarsi di saper volare. Il suo in effetti è, un volo, solo che la propulsione che glielo consente non sta nei muscoli che gli fanno muovere le ali, o nel carburante che alimenta i suoi motori, ma solo nella spinta iniziale del cannone, che magari lui ha già dimenticato. Fino a che gli effetti di tale spinta durano, in effetti, egli può godersi il viaggio, osservando il paesaggio o facendo capriole poco importa. Ma verso la fine di quegli effetti, comincerà ad avvertire la perdita di velocità e il cambiamento di angolazione; può allora iniziare a pensare alla ineluttabile conclusione della sua traiettoria, l'impatto al suolo, e a come non ci sia assolutamente modo né di evitarla né di minimizzarne le conseguenze, oppure proprio per questo decidere che pensare all'atterraggio avrebbe come unica conseguenza sprecare gli ultimi tratti di volo, concentrandosi sui modi che gli consentono invece di goderseli tutti nel modo che gli sarà possibile.

A questo punto la vecchia barzelletta sarà tornata in mente anche a voi. Per chi non avesse l'età, dato che il politically correct oggi impedisce la circolazione di certe cose, è più o meno questa: a un tizio che si sporge dal parapetto del belvedere di un grattacielo gli urlano di non sporgersi che se cade muore, lui si sporge, cade, e durante la caduta a ogni piano si dice 'visto? sono ancora vivo!'.

L'antifona, per chi non l'avesse ancora capita, è questa: la vita non è quello che sembra. Non è un volo, è una caduta. La morte non è il suo contrario, è il suo indispensabile complemento. E l'unico modo di non conoscerne la parabola discendente è morire prima, durante la fase orizzontale se non nella parabola ascendente. Nascere è, cominciare a morire. Ma questo solo dal punto di vista diciamo così personale e filosofico. Perché la morale di queste storielle ha anche un altro risvolto diciamo così storico e sociale.

Avrete sentito anche voi, impossibile non sia così dato il martellamento mediatico, la storia dei droni russi abbattuti sui cieli della Polonia e del conseguente appello all'articolo tot della NATO nonché ammassamento di truppe al confine con Russia e Bielorussia. Puzza di false flag lontano un miglio, di quelli che prima o poi la Storia gli rende giustizia, come l'11 settembre per intenderci, o Tonchino. Come ha ricordato Barbero alla festa de Il fatto quotidiano, nella storia ogni volta che c'è stato un riarmo prima o poi un pretesto per fare scoppiare una guerra lo si è trovato. Pretesto falso, perché in ogni guerra la prima vittima, perché comincia a morire prima ancora che inizi la guerra stessa, è la verità. Falso, e noi in Italia dovremmo saperlo benissimo, pieni come siamo nel recente passato di stragi e attentati raccontati in un modo che invece avevano tutt'altra genesi e natura.

Ebbene, stiamo precipitando verso la guerra, guidati da una classe dirigente europea che se c'è una giustizia passerà alla storia come l'accozzaglia di criminali che è, eppure non ci crediamo, non ci possiamo credere, e anzi continuiamo a credere alle storielle che ci raccontano su quanto è cattivo Putin. Ogni passo che viene compiuto verso il baratro, ci sembra una conferma che forse allora non arriverà mai. E invece.

Invece o chiudiamo questo baraccone chiamato UE con annessi e connessi, o ci precipiterà verso la povertà con tutti gli strumenti a sua disposizione, compresa una bella nuova guerra mondiale. Magari non riusciremo a impedirla, questa guerra, ma almeno come sottolinea Cardini in questa sua lodevole iniziativa, facciamo che non sia in nostro nome.

sabato 6 settembre 2025

PRO-METEO

I miti greci ci appassionano ancora in tanti per molte ragioni, la più importante delle quali, forse, è che raccontano ancora, incredibilmente per qualcosa scritto 2500 anni fa circa, tutte le sfaccettature dell'animo umano e dell'esperienza di vivere. Quasi come se il fatto che non venga più attribuito il valore religioso al politeismo ne potenzi anzichenò il valore metaforico.

Prendiamo Prometeo (ve la racconto in breve, i dettagli su Wikipedia): già dal nome è "colui che ci pensa prima", e ha un fratello che si chiama Epimeteo ("colui che ci pensa dopo") e fa un sacco di guai, ad esempio donando doti a caso agli animali (ecco che molti sono più forti veloci e resistenti di noi, nuotano meglio e volano) prima che il fratello in corner ci attribuisca le doti rimaste, intelligenza e memoria, a dispetto di Zeus che temeva le avremmo usate contro gli dei. Poi la fa ancora più grossa: ruba il fuoco agli dei e lo consegna agli umani. Ciò gli varrà una punizione orrenda. Mentre gli umani avranno qualcosa da custodire (ancora per i Romani il fuoco sacro aveva un ruolo di fulcro sociale) di simbolico e di utile per affrancarsi dal giogo degli dei. Guaio a cui Zeus rimediò in parte donando a Pandora, moglie di Epitemeo quindi cognata di Prometeo, un vaso con tutti i mali del mondo, che la sciagurata aprì per curiosità lasciando che fatica malattia vecchiaia pazzia passione e morte si propagassero.

Non sembra anche a voi che i migliori sceneggiatori di Hollywood non potrebbero inventarsi qualcosa non dico di meglio, ma anche di un minimo vicino all'efficacia di questa rappresentazione della condizione umana? E infatti, si potrebbe dire che quando trovate una storia efficace scava scava potreste scoprire che "pesca" in un mito greco e che dopo Omero non ci siamo inventati più nulla. Ma senza divagare, tornando a dove volevo andare a parare all'inizio, il mito di Prometeo è simbolo della presa di distanza dell'uomo dagli dei in entrambe le direzioni possibili: nel bene, perché il fuoco rappresenta l'archetipo di tutta la tecnologia via via padroneggiata (moltiplicando ogni volta il rendimento delle risorse naturali quindi la possibilità del pianeta di sostentarci), e nel male, perché ogni volta che saliamo un gradino apriamo un vaso di Pandora da cui fuoriescono e imperversano problemi che non siamo in grado di controllare.

Questo paradigma è in grado di farci comprendere l'odierna "moda" del "cambiamento climatico", mantra ripetuto a ogni piè sospinto per giustificare ogni tipo di politica redistributiva verso l'alto attuata e da attuare nel prossimo futuro. Zeus non si è mai rassegnato al furto del fuoco; allora usa i suoi superpoteri per convincerci a restituirlo, e il bello è che sembra pure che con molti ci stia riuscendo. Quando invece dovremmo usare il fuoco per fare quello che alla specie umana è riuscito meglio sin dai suoi albori e a cui deve il dominio sul pianeta: adattarsi al cambiamento. E, ad esempio, pretendere un piano massiccio di salvataggio del territorio dal rischio idrogeologico, che avrebbe risultati più certi e rapidi che abbassare di un grado le temperature medie riducendo le emissioni di CO2, ammesso che ci si riesca, a costi molto inferiori. O un piano integrato nazionale di riqualificazione degli acquedotti e riduzione al minimo delle enormi perdite della rete idrica, anziché tentare a ogni piè sospinto di annullare i risultati di un referendum popolare privatizzando l'acqua così poi manca solo l'aria. Tra l'altro, entrambi i progetti assieme costerebbero meno del famigerato ponte sullo Stretto, e a differenza di quest'ultimo (che per sua natura non ne avrà, e chi sostiene il contrario o è in malafede o non capisce Keynes) avrebbero fortissimi effetti di moltiplicazione del reddito, tali da azzerare a stretto giro il deficit acceso dagli investimenti (per il ponte invece un vero e proprio buco nero). E non ho citato gli indispensabili, in Italia, interventi di recupero del patrimonio abitativo in chiave antisismica, che costino quello che costino costano sempre meno delle interminabili e mai complete ricostruzioni a posteriori, e che lo stesso Salvini non si accorge di sponsorizzare quando dichiara che se venisse un nuovo terremoto tipo 1908 il ponte sarebbe l'unica cosa a restare in piedi (sic!). Al posto dei quali invece aderiamo agli assurdi diktat europei sulle cosiddette "case green", in pratica un esproprio parziale se non una confisca in quanto a carico dei proprietari. E chi osa protestare, come per la bufala senza mezzi termini delle auto elettriche, viene rintuzzato come antiambientalista che non vuole arginare il cambiamento climatico.

E torniamo a Prometeo, stavolta stravolgendo l'etimo del suo nome, come se fosse "a favore del meteo". Le previsioni, che una volta erano un rito preserale quasi sacro presieduto dal "sacerdote" colonnello Bernacca, oggi sono dovunque e comunque consultate di continuo, senza rendersi conto che: uno, ci pigliano a stento (e nelle 24 ore, quelle a giorni essendo solo probabili, e con forte decrescenza, quelle oltre la settimana equivalenti all'oroscopo); due, sottintendono di continuo il teorema "cambiamento climatico" cavalcando opposti allarmismi con capriole logiche spettacolari per acchiappare click da un lato e dall'altro obbedire al padrone che quel teorema vuole imporre. Così, ogni ondata di caldo è eccezionale, ogni acquazzone evento estremo: le oscillazioni normali del tempo non esistono più. E questi sedicenti scienziati, di una materia così complessa che i loro stessi modelli matematici mostrano (a chi lo vuol vedere, purtroppo anche qui funzionano le trappole mentali dell'oroscopo, per cui ricordiamo solo quando raramente ci piglia e non quando quasi sempre toppa) di non funzionare nelle previsioni, asseriscono di poterli usare per addirittura modificare il clima: riduco la co2 di un tot, diminuiscono le temperature medie di un tot, e rallento o azzero il cambiamento climatico. Altro che Prometeo, qui siamo al dottor Frankenstein, e pure Junior, cui bisogna sempre rammentare che le variabili in gioco sono troppe e con dinamiche troppo complesse per poter tentare di governarle, magari con una battuta: "potrebbe andar peggio, potrebbe piovere!". Erutta il Fuji, ed ecco che le temperature medie del pianeta calano al punto di innescare una mini-glaciazione, altro che riscaldamento globale...

venerdì 29 agosto 2025

IL SANTO

Tra le decine di messaggi di auguri che ho ricevuto per il mio compleanno, su faccialibro molti da sconosciuti, moltissimi da gente che non sento da anni e che si fa viva solo in queste occasioni in cui peraltro è il social network stesso che glielo ricorda, e alcuni da amici e parenti tra cui quelli che ci tenevano mi hanno contattato anche diversamente, il più strano è quello della mia banca, che mi ha mandato una mail con il podcast che vi linko, per cui oltre che il più strano è stato anche il più utile. Spero anche a voi: ascoltatelo, perché è interessante. Tanto che mi ha innescato una serie di ricordi, quindi questo post.

Una delle cose che svela o ricorda Barbero nel podcast, infatti, la riconosco nella mia memoria. Quando ero piccolo io, quindi qualcosa più di 50 anni fa, era da poco che al Sud si era cominciato a festeggiare i compleanni, ma solo dei bambini e coi nonni che erano contenti di avere un'altra occasione per regalare qualcosina ai nipotini ma intanto guardavano perplessi a questa "nuova usanza". Mio nonno, infatti, ci teneva a festeggiare l'onomastico, si, che poi in famiglia era una ricorrenza generale visto che in tre nipoti maschi siamo tutti Luigi come lui e poi il caso ci ha messo il suo aggiungendo mia mamma Luisa, ma il compleanno non gliene fregava niente e anzi a stento sapeva quando era, ammesso che la registrazione all'anagrafe fosse stata effettuata il giorno effettivo della nascita (per mia nonna sapevamo tutti che c'era uno sfrido di giorni, e la cosa era la regola non l'eccezione, figurarsi nei secoli precedenti quando non c'era l'anagrafe e il massimo erano i registri della parrocchia).

Sono certo che in molti vi siete riconosciuti nel primo capoverso, sia in quanto riceventi che in quanto emittenti di auguri social, e se meridionali anche nel secondo, specie se di una certa età come il sottoscritto. Che oggi ha compiuto sessantadue anni, ma mia nonna mi avrebbe detto "trasisti nte sissantatri", sei entrato nei sessantatre, ovvero stai vivendo da oggi il tuo sessantatreesimo anno d'età, che poi sarebbe il modo corretto per contare gli anni, se proprio dobbiamo fare questa cosa che alla fin fine è un pessimo affare.

sabato 23 agosto 2025

ANOTHER BRIC IN THE WORLD

Non mi dite che ci sono cose reali, altre realizzabili e altre ancora soltanto da libro dei sogni. E non lasciatevelo dire, specialmente se siete giovani. La Storia, infatti, non procede di moto uniforme e nemmeno regolare, ma a strappi quasi sempre imprevedibili: non lo capiamo, perché la guardiamo a posteriori, e immersi in una ideologia (sempre: da sempre la Storia la scrivono i vincitori) dedicata a rappresentare ciò che è accaduto come inevitabile e consequenziale successione di eventi. Vale per la vita sul pianeta (dal punto di vista probabilistico una botta di culo pazzesca, eppure gli umani non possono fare a meno di vederci il disegno di un dio) figurarsi per i rigagnoli di quel fiume che chiamiamo eventi storici.

Prendete l'Unione Europea: chi poteva prevedere nel 1944 che nemmeno sette anni dopo sarebbe nata la sua prima incarnazione (la CECA)? Il nazifascismo aveva appena iniziato a perdere la guerra che fino a un paio di anni prima sembrava destinato a stravincere (e se lo avesse fatto, tutta la narrazione che diamo per scontata non esisterebbe, e ne daremmo per scontata un'altra di segno opposto: coi terroristi filoamericani e filosovietici al posto dei partigiani, le plutocrazie a matrice ebraica sconfitte al posto delle democrazie liberali e liberatrici, ben altri Padri della Patria, eccetera), giusto alcuni privilegiati prigionieri politici confinati in un piccolo paradiso potevano immaginare e scrivere il Manifesto di Ventotene, che se fosse andata al contrario sarebbe stato un libercolo dimenticato e invece oggi è universalmente considerato la prima pietra della costruzione europeista (luogo comune rappresentato benissimo in quanto tale da Virzì nel sequel di Ferie d'agosto), e infatti addirittura lo è anche nel senso deteriore, dal momento che anticipa anche quelle infauste cessioni di sovranità che rappresentano il lato oscuro e antidemocratico della UE.

Oggi, chi sostiene che sia ampiamente dimostrato che la parabola politica della UE sia conclusa, viene immediatamente rintuzzato da chi invece è convinto che la sua curva sia una iperbole (sono tutti così, i "fedeli": pensano al loro credo come alla "fine della Storia" riscrivendo quest'ultima come tutta una premessa all'Inevitabile e Definitivo da quel credo rappresentato) come reietto, antistorico, disfattista. Se ci pensate, è esattamente come veniva descritto chi pensava che la parabola politica del fascismo fosse breve e magari lo dava in qualche modo a vedere (memorabile, ed efficace più di mille trattati, la scena di Troisi che cerca di piazzare le sue lozioni contro il dolore e la perdita di capelli...). Ebbene, era breve: vent'anni. Quella di Hitler durò ancora meno. Il socialismo reale, una settantina. La "prima repubblica", meno di cinquant'anni dalla Costituente a tangentopoli. Il grillismo, una decina in tutto dalle promesse di rivoluzione antiEuro all'abbraccio di Ursula a Gigino, calata di braghe pandemica compresa. Persino della mafia, che pure è talmente elastica da riuscire a reincarnarsi sotto qualunque regime (da quello latifondista borbonico ai piemontesi del Gattopardo, dalla dormienza sotto il Prefetto di ferro fascista alla decisiva collaborazione con gli Alleati, dall'andreottismo al berlusconismo passando per la stagione delle stragi e della Trattativa), si può dire come diceva Falcone che essendo un fatto umano ha sicuramente una fine. Perché non si può dire lo stesso dell'Unione Europea? Perché non si può immaginare che nei libri di Storia del futuro ci sia a mo' di lapide il trattato di Roma come nascita e un altro evento settant'anni dopo come morte?

Si perché qui non si tratta di Italexit o meno (cogli araldi del Potere, tra cui i più temibili sono quelli inconsapevoli di esserlo, che già si esercitano con la Brexit a descrivere come disastri i normali problemi intanto dimenticando i benefici), si tratta di distruggerla, l'Unione.

Nata in un contesto in cui l'Europa veniva da secoli di guerre le ultime delle quali immani ed estese a tutto il mondo, anche perché figlie di quel colonialismo che è (anche se molti se la raccontano diversamente) il padre della globalizzazione, l'Unione nelle sue varie incarnazioni deve il suo successo intanto alla promessa iniziale di fare da disinnesco alle ragioni economiche profonde dei conflitti tra gli Stati, poi alla promessa (che lo stesso Prodi ebbe a dichiarare illusoria, in un pentimento tardivo e di facciata) di fare da argine alla globalizzazione consentendo di fare massa critica in grado di difendere il modello di sviluppo europeo (in cui vanno compresi il welfare e i diritti economici, sociali e civili ad esso connessi). Ma già la sua espansione ad est mostrò che la guida era ultraliberista, preoccupandosi dell'unificazione dei mercati di merci e capitali noncurante del fatto che ricardianamente sarebbe conseguita anche quella del mercato del lavoro, con delocalizzazioni (a partire dalla 126 polacca) ed immigrazione interna al continente a fare da volano all'inevitabile livellamento salariale. Molti allora (tra cui, lo ammetto, il sottoscritto) hanno creduto che fosse un prezzo da pagare alla possibilità invece di proteggersi da unificazioni di mercato ben più devastanti, ma è sotto gli occhi di tutti (a Roma basta entrare in un bar, o cercare casa in certi quartieri) che fosse una pia illusione, e innescata da una colossale menzogna. La vera missione della UE è infatti togliere gradatamente ai suoi cittadini quei privilegi che si è dovuto accettare di concedergli come risarcimento ai disastri bellici, perché nell'ottica del capitalismo globale è inaccettabile che permangano, ma non è possibile levarli dall'oggi al domani, bisogna aspettare che muoiano quelli che li detengono e nel frattempo impedire che la democrazia nei singoli Stati costituisca un ostacolo portando al potere partiti o movimenti che intendano opporsi alle politiche economiche decise dalla UE, anzi al di sopra della UE stessa. Solo un artista visionario come De André ebbe la capacità di vedere e il coraggio di esprimere sotto metafora cosa stava succedendo, nel verso de La domenica delle salme che recita: "la scimmia del quarto Reich ballava la polka sopra il muro e noi che eravamo sotto le abbiamo visto tutti il culo", a crollo di Berlino fresco fresco, citando poi quella nuova piramide di Cheope che è il paradigma del Ponte sullo Stretto.

Anche a chi è convinto, o accettando il confronto fattuale si convince, della correttezza di questa analisi, il cosiddetto "vincolo esterno" appare spesso comunque ancora un male necessario, soprattutto vista la radicazione di malcostumi autolesionisti nell'animo italico, che avendo origine in secoli di dominazioni esterne non sono azzerabili con qualche decennio di virtù sempre eteroimposta. A questi, a voi se siete tra questi, è difficile opporre convintamente che ce la possiamo fare da soli, che avevano ragione Mattei e Pasolini, e quando ci ho provato a parole ho dovuto arrendermi. Come a quel webinar cui fui invitato a inizio pandemia in cui, quando citai l'esperienza svedese che intendeva risolvere la faccenda con dissuasioni e convincimenti piuttosto che con divieti e obblighi antidemocratici, mi venne risposto che "purtroppo gli italiani non sono svedesi" (sic!). 

Ma oggi mi imbatto in questo post de L'Antidiplomatico, che mi suggerisce una soluzione: pensiamo di aver ancora bisogno di un vincolo esterno? cambiamo vincolo esterno! Ce n'è uno molto più giovane della UE, che offre rispetto alla stessa tutta una serie di vantaggi:

  • è molto più grande, quindi come massa critica molto maggiore;
  • molti dei suoi Paesi sono destinati a dominare l'economia mondiale prossima ventura;
  • alcuni di essi sarebbero quelli da cui l'UE diceva di volerci difendere, mentendo o comunque fallendo;
  • a differenza della UE, non contempla istituzioni sovranazionali in grado di imporre agli Stati membri di disattendere più o meno completamente il mandato elettorale democraticamente affidato ai rispettivi governi, al punto di consentire, senza particolari problemi, a qualsiasi stato membro di uscire, come ad esempio (per sua disgrazia, ma questa è solo un'opinione) all'Argentina;
  • include lo Stato europeo più ricco di materie prime e risorse naturali, che è meglio avere come alleato che come nemico (in una guerra raccontata quotidianamente con selve di bugie, a cominciare dalla data di inizio che è in realtà quella dell'inizio di una reazione a una offensiva occidentale partita anni prima).

Della serie: meglio essere un altro mattone di un muro nuovo solido e in crescita, che una pietra fondativa di un cumulo di macerie. Come dite? si tratta di una posizione diciamo così largamente minoritaria, senza alcuna speranza? Eh, ma - dicevamo - la Storia non procede di moto uniforme e nemmeno regolare, ma a strappi quasi sempre imprevedibili...

domenica 17 agosto 2025

CIAO PIPPO

Avrete le scatole piene di coccodrilli su Baudo, da ieri sera, con tanto di interviste su interviste (questa di Heather Parisi degna di grande attenzione) ai tanti VIP che lo conoscevano, molti dei quali vantando, non si sa quanto sinceramente ma è matematicamente impossibile che sia vero per tutti, una stretta amicizia col dipartito, e molti dei quali ipocritamente dichiarando una sorpresa impossibile per un uomo di quasi novant'anni da qualche tempo peraltro assente dalle scene. Non avendo nemmeno un episodio con un qualche riflesso sul mio privato, non posso aggiungerne uno mio come talvolta ho fatto con altri personaggi famosi venuti a miglior vita.

Riflessi no ma riflessioni si, però, perché il presentatore, che ci teneva a questa etichetta anche se nel suo caso era più che mai riduttiva, ha accompagnato tutta la mia esistenza, fin da bambino, come quella di chiunque abbia una certa età, al punto da percepirlo come superato fin dall'adolescenza. Era insomma assurto allo status di Entità: sapevi che c'era, in qualche modo era un parametro, e come tale ha permesso di scartare mentalmente tanti che hanno provato senza successo a emularlo o addirittura superarlo nel mestiere, della serie "se questa è la novità, aridatece pippobbaudo!".

Insomma, avrebbe meritato interesse da un qualche studioso, come fu per Bongiorno, e chissà se non ci sia da qualche parte un qualche saggio che renda giustizia al suo "sottrarsi" come metodo per far risaltare ospiti e scoperte. Alla generazione di mia figlia, che non l'ha mai visto in azione e non può capire, farebbe bene leggerlo, se mai leggesse qualcosa.

Il saluto del titolo glielo faccio fare da uno (Lucio Dalla) a cui il coccodrillo personale a suo tempo lo feci, che a un certo punto nel finale di una canzone quel saluto lo fa, e chissà se quel Pippo era proprio Baudo o meno. Tra l'altro, è uno dei pezzi contro la guerra più efficaci mai usciti, quindi è di estrema attualità.

domenica 10 agosto 2025

HIC SALTA

Il modo di dire, che forse se lo ricorda solo chi ha l'età mia e ha fatto le scuole in un certo modo, eoni prima delle nefaste prove Invalsi, è tratto da una favola di Esopo in cui un atleta sborone sosteneva di essere stato capace di saltare da una gamba all'altra del Colosso erto all'ingresso del porto di Rodi, ma gli veniva risposto "hic Rhodus hic salta", qui è Rodi qui salta, ovvero dimostra adesso coi fatti quello che dici di valere.

Mi è venuto in mente, anche se non c'entrava nulla, mentre saltavo dalla barca nella finta baia di San Giorgio, ma questa ve la spiego dopo. Gli è che mi concedo, una delle rare volte, un post leggero, la condivisione di un paio di riflessioni di viaggio, prima di riprendere con i miei post di argomento serio e tono incacchiato. Rodi, chi ci era stato venti o anche dieci anni fa me l'ha raccontata come bellissima, per cui attribuisco le mie impressioni a una deriva recente. E sono:

  • un posto pieno zeppo di turisti quasi tutti italiani e di locali tutti uguali per fare mangiare quasi sempre le stesse cose o bere idem o noleggiare auto o moto o farsi mangiare la pelle morta dei piedi da pesciolini o stonarsi di musica assordante e di alcol magari davanti a una nuda che balla - l'ho scritto senza punteggiatura perché rende meglio l'idea non perché mi atteggio a Saramago;
  • un posto dove tutto quanto sopra costa come in Italia (e mica so fessi, questi che ti dicono una faccia una razza mentre ti abbracciano, campano di questo e i fessi siamo noi);
  • un posto dove se possono ti danno la sòla, come diciamo a Roma, e qui veniamo alla spiegazione promessa qualche riga indietro.

Un'escursione in una settimana ce la vogliamo permettere? e permettiamocela! La migliore: verso la coloratissima isola di Simi, ultimo avamposto dell'Unione Europea così vicina alla costa turca che l'operatore telefonico ti fa pagare il roaming. Ma come scegliere tra decine di offerte in ogni angolo di strada e spiaggia? Barca lenta veloce o velocissima, con sosta e bagno nella impareggiabile baia di St. George raggiungibile solo via mare o senza, con passaggio davanti al monastero di nonmiricordochi dall'altra parte dell'isola o senza, con due o tre ore di sosta nell'abitato principale? Dei venditori prescelti, una coppia, il marito aveva provato a dirci, in un italiano incomprensibile, che in quella baia le barche grandi non possono entrarci quindi tanto valeva scegliere una combinazione che non prevedeva il tuffo, ma la moglie, in un italiano perfetto, con un gesto che dava ad intendere non ascoltate quel poveretto qua la baracca la porto avanti io, ci ha venduto il tour completo. Quando abbiamo realizzato che quel mucchio di sassi lungo venti metri dove avevano attraccato era solo adiacente alla bellissima baia promessa, che da li peraltro manco si vedeva, eravamo tutti già in acqua a sbollire la rabbia assieme al calore accumulato nella traversata. Io, pensando, più che al cavaliere Antonio Trevi che vendeva a un turista americano la fontana di famiglia, alla settimana bianca organizzata fuori stagione dal fido Filini per l'ufficio sinistri al completo. Vadi lei, Fantocci!

Ah, e a parte un paio di calette deliziose e una spiaggia che appare solo in bassa marea a separare la parte con le onde a quella col solo vento peraltro fortissimo e quindi piena zeppa di vari tipi di surfisti, niente che sia all'altezza delle coste sicule sarde o della jonica reggina. Della serie "n'atra vota, statti aa casa!".

venerdì 1 agosto 2025

INQUANTODONNA

Chissà quante donne "de sinistra" avranno apprezzato che un governo di destra abbia varato il tanto atteso inserimento del reato di "femminicidio" nel Codice Penale, e quante di loro abbiano comunque sentito il bisogno di precisarsi che l'ha fatto perché la circostanza di essere guidato da un premier donna in questo caso prevale sull'appartenenza politica. A noi, che ne abbiamo appena plaudito lo smarcamento dall'OMS (sperando che regga a questa o altre ondate mediatiche) e oggi ne plaudiamo la presa di distanza da quell'autentico sopruso (sostanzialmente un esproprio di massa) che chiamano per mascherarlo "case green", invece pare un mostro giuridico, o se vogliamo restare nelle competenze una emerita stronzata.

Sia chiaro che non discuto l'essenza deplorevole del fatto in se, nonché di qualsiasi forma di violenza verso le donne anche con conseguenze minori o nulle, e non perché con esse il mio saldo di schiaffoni è a dir poco nettamente negativo. Discuto l'opportunità di introdurre un principio giuridico che non sta in piedi, e anzi proprio per questo potrebbe essere controproducente. Ma siccome non sono un giurista ve la faccio leggere altrove, la declinazione delle fattispecie messe a rischio da questa castroneria: in un post di Stefano Re di cui vi riporto però la chiosa, che sottoscrivo.

Combattere la violenza sulle donne è certamente un obiettivo nobile. Creare fattispecie di reato inutili, discriminanti e ambigue invece è solo un gesto di propaganda.

Fatalità, è in cronaca il fattaccio di un uomo ucciso e fatto a pezzi dalla propria stessa madre per una volta in accordo con la nuora, cioè la propria compagna. In attesa, se mai avverrà, di conoscere le ragioni e la dinamica dei fatti, rileviamo come esso rientri perfettamente nella casistica delle fattispecie messe in crisi dall'idiozia della nuova norma. Dimostra, infatti, che l'efferatezza di un delitto non può essere misurata dal verso di genere in cui si realizza. Se alla base del gesto ci fossero, putacaso, pesanti episodi di violenza dell'uomo nei confronti delle donne, basterebbe la loro valutazione come circostanze attenuanti, così come bastano le aggravanti ad appesantire il giudizio del delitto di omicidio quando la vittima è una donna magari in un quadro di violenza domestica continuata, senza dover prevedere un reato a se stante. Cosa che, appunto, viene fatta e cavalcata a mero scopo propagandistico.

Scopo che poi è alla base della manipolazione mediatica delle statistiche, che è sempre esistita ma col Covid è assurta a sistema ed è diventata incessante. Nessuno, perché non paga, cerca di interpretarle con equilibrio, tutti le cavalcano e stiracchiano ai propri scopi (fino a farne talvolta un remuneratissimo mestiere). E' così che una cosa che guardata dalla giusta distanza è un increspamento della curva dei decessi da influenza diventa un fenomeno di portata tale da giustificare reclusioni domestiche senza reato e rovine economiche di intere categorie, o un fenomeno come il cambiamento climatico sempre esistito nella storia del pianeta con cause sempre diverse e portate le più disparate diventa una catastrofe da imputare a cause antropiche, con in più la pretesa, che non è esagerato definire da apprendisti stregoni, di essere in grado di prendere delle contromisure e che queste siano sicuramente efficaci e non magari controproducenti. Ed è così che una delle epoche/aree della storia dell'umanità in cui le donne possono vivere più sicure e con più possibilità viene fatta percepire come l'epoca più buia al punto da dover stravolgere il codice penale - e certo che si può sempre migliorare, anzi arrivare alla perfetta parità e all'ottimo di zero violenza sulle donne e magari anche su qualunque altra categoria, ma sostenendo apertamente ciò, non manipolando la realtà.

sabato 26 luglio 2025

STOP OMS

Come ho già detto fin troppe volte, preferisco un franco nemico a un falso amico. Sono diventato "comunista" da adolescente, come mi aveva vaticinato un mio cugino filosofo da bambino, e non ho più smesso, per cui non posso non annoverare Trump o la Meloni come avversari politici. Ma ho imparato invecchiando che incasellare questo o quello tra gli avversari o gli amici, o in qualunque altra dicotomia, è solo metà del lavoro, non la più importante, e spesso la più pericolosamente fuorviante: quante volte gli "amici" ti tradiscono o ti trascinano nell'abisso, e quante i nemici ti stimolano o rimescolano le carte consentendoti di ricominciare la partita!!!

Ad esempio, è di questi giorni la firma dell'accordo tra USA e Giappone sui dazi al 15% (e di oggi la notizia che l'Europa pare stia imboccando la stessa strada). Per troppi anni il monopensiero ci ha presentato l'abbattimento delle frontiere come indiscutibile bene supremo e l'opposto come oscurantismo passatista, con lo stesso paradigma con cui il monetarismo ha escluso come eretiche le altre teorie della moneta: si nega ogni valore alle idee opposte a quelle cavalcate, fino a rappresentare queste ultime come le uniche possibili. Invece, grazie a un rozzo e per molti altri versi diciamo così discutibile personaggio asceso alla presidenza americana, finalmente si riesce a percorrere un tratto di strada alternativa, e non è detto che sia meglio o peggio, ma almeno si vedrà: magari, un po' di barriere alla globalizzazione faranno bene, hai visto mai...

Anche la migliore idea quando diventa dogma diventa pericolosa, e il liberoscambismo assoluto lo era diventato, quindi meno male che è arrivato Trump, dobbiamo ammettere. Ora può accadere di tutto, nel continuum tra molto male e molto bene, ma se ne discute e questo è un bene. Magari si potesse fare la stessa cosa delle scelte di politica economica e finanziaria degli Stati sovrani della vecchia Europa!... Invece, ogni tanto tocca ricordare ai compagni che ancora amano dirsi europeisti che se anche come nel migliore dei sogni tornasse il PCI di Berlinguer e prendesse la maggioranza assoluta alle elezioni con una campagna elettorale di stampo socialista nell'economia, il giorno dopo l'insediamento a palazzo Chigi il premier andrebbe ad omaggiare Ursula che gli bisbiglierebbe all'orecchio cosa deve fare, cosa gli succede se non lo fa, e cosa invece ha da guadagnare se lo fa (vero, Giggino? vero Giorgia?). E se il popolo sovrano vota una maggioranza affidandole una mission e quella maggioranza quella mission non può attuarla significa né più nemmeno che (1) NON siamo in democrazia e (2) l'Unione Europea è il nemico numero uno della democrazia, e (viste le politiche che impone) anche della socialdemocrazia economica.

In questo quadro, anche la più piccola delle buone notizie può rinfrancare, e pazienza se viene proprio da un avversario politico, dicevamo. L’Italia, come gli Usa, dice no al regolamento Oms contro le nuove pandemie - è il titolo di un articolo del Sole e siccome è un buon titolo dice già tanto. Istituzioni controllate da multimiliardari traffichini, ecco un altro nemico della democrazia, e l'OMS ne porta la bandiera. L'argine lo pone una fascistella cresciuta? lo digerirò. Di questi tempi, meglio accontentarsi di notizie così, che non ne avremo di molto migliori... 

giovedì 17 luglio 2025

NAZISRA

La cronaca ci conferma che l'opzione militare per risolvere qualsiasi controversia è sempre la prima, se non l'unica, per Israele, proprio mentre mi stavo accingendo a pubblicare una interessantissima intervista a Shir Hever, analista economico, già coordinatore del gruppo sull'economia di guerra di BDS (che sta per Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele, questo il sito italiano).

Che la presenza di un'entità così sproporzionatamente munita militarmente nell'area poco avesse a che fare con le legittime aspirazioni di un popolo martoriato e molto con l'installazione di un presidio USA/NATO in zona nemica è verità storica acclamata e indiscutibile, e solo chi non è d'accordo con questo assunto o se ne dimentica poi non riesce a comprendere la logica delle azioni israeliane. 

La rappresaglia contro il rapimento degli ostaggi di un paio di anni fa, infatti, ha proporzioni da fare impallidire quelle naziste durante l'avanzata alleata sul fronte italiano ("solo" dieci italiani per ciascun tedesco ucciso, come per la vicenda via Rasella / fosse Ardeatine), tanto da stragiustificare l'etichetta di Genocidio, da ultimo adottata persino da una relatrice speciale ONU (per questo tacciata, e come ti sbagli, di "antisemitismo", etichetta usata ad minkiam perché anche i palestinesi sono semiti e quindi se guardiamo ai numeri gli antisemiti peggiori sono proprio gli israeliani).

Ma i contatti col nazismo purtroppo non si limitano a questi paragoni logici: la traduzione in gioco di parole del titolo di questo post (vagamente ispirata peraltro all'operazione simile dei CCCP col brano PunkIslam) è giustificata anche dalla ipotesi storica alternativa (tanto sorprendente ed eretica da essere stata nel tempo insabbiata e/o bollata con l'etichetta di comodo di complottismo) che vede un accordo tra nazisti, ebrei e capitalismo occidentale (tre entità tutt'altro che separate, col futuro nemico germanico ci facevano affari in tanti, persino il patriarca petroliere dei Bush) alla base delle prime colonizzazioni ebraiche in Palestina, già negli anni 30. Di questo e altri temi adiacenti gli accadimenti in Palestina si parlerà nel dibattito moderato da Pasbas il prossimo 25 luglio, della cui locandina l'immagine a corredo di questo post è un estratto. Come assaggio, Pasquale ci manda il testo qui appresso.

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Come il genocidio di Gaza porterà Israele al collasso

Intervista a Shir Hever di Electronic intifada, traduzione di Pasbas

Dopo i 10 mesi di guerra condotta come genocidio della popolazione civile Palestinese di Gaza e WB e dopo la guerra contro i civili libanesi e siriani, i sionisti si sono finalmente decisi a lanciare l' attacco finale contro l'Iran. Purtroppo per loro però la loro inumana arroganza (e razzismo) senza limiti è stata fortemente ridimensionata dalla assoluta tenuta del governo iraniano: hanno subito gravissimi danni materiali per le loro postazioni strategiche, porti, aeroporti, laboratori di ricerca militare, sedi dell'IDF e del Mossad, sedi del reparto 8200, sedi delle big tech usa (per i sionisti e loro mandanti userò sempre la scrittura in minuscolo, non sono refusi).

Questo ignobile stato sionista militarizzato in tutte le sue componenti, dalla scuola per la prima infanzia all'università, dal commercio all'industria, dell'agroalimentare al settore costruzioni ecc., ha subito gravissimi danni. ad un'economia già quasi completamente assistita dall'occidente (loro fanno in nostra vece il gioco sporco in West Asia). Il prodotto interno lordo è crollato dell'8%, la borsa ha perso miliardi di dollari in un solo giorno di guerra all'Iran. Per sopportare e supportare questo folle piano di genocidio delle popolazione della regione e finanziare le spese militari dirette e indirette il governo ha imposto tagli draconiani alla spesa sociale, per cui le strutture pubbliche stanno per collassare, i riservisti richiamati hanno dovuto abbandonare il loro lavoro mettendo in crisi aziende di ogni dimensione e importanza.

Nonostante il conseguente default di fatto l'economia dei sionisti è giudicata ancora affidabile dalle agenzie (sioniste anch'esse) di rating, le stesse che fecero fallire un grande paese come l'Argentina nei primi anni 2000. Queste aperture di credito hanno "spinto" le banche ad investire sui bond di questo stato fantasma! I paesi occidentali come usa, canada e gb non possono elargire direttamente denaro ai sionisti perché non esiste un meccanismo finanziario che lo permetta: se tale meccanismo esistesse i paesi del sul del mondo depredati dal colonialismo occidentale potrebbero richiedere riparazioni in denaro equivalenti agli enormi danni subiti. Una sola volta gli usa trasferirono un prestito di 10 mld di $ facendo da garante; Clinton lo propose quale incentivo per le trattative di pace di Oslo. Il trucco non funzionò perché la furbizia avida tipica dei sionisti si rivolse contro i loro stessi interessi: in una riunione plenaria della Knesset si chiese agli usa di saldare il debito contratto e come risposta il congresso usa rispose non paghiamo "né ora né mai più!"

Come conseguenza del dosaggio dei valori assegnati ad israele dalle conniventi agenzie di rating la lobby sionista degli usa ha costretto le municipalità, di cui ha il controllo, ad acquistare bond-carta straccia con i fondi pubblici dei contribuenti destinati ad infrastrutture, welfare ecc. Anche così però ovviamente i sionisti non riescono a pagare i debiti e ad appianare il bilancio. Quanto all'aggressione all'Iran che ha provocato al paese danni ingenti e soprattutto centinaia o forse migliaia di morti di civili innocenti, questa volta e per la prima volta i sionisti hanno pagato duramente il loro disumano bullismo: la raffineria ed il porto di Haifa non sono più operativi, l'aeroporto principale funziona a singhiozzo, molte compagnie non ci atterrano più (e Ansar Allah continua a bombardalo), la Colombia ha sospeso le forniture di carbone, l'Azerbaijan ha difficoltà a fornire il petrolio perché il transito attraverso la Turchia la popolazione, disgustata dal genocidio in atto, lo impedisce, creando problemi al governo. Il settore strategico delle costruzioni, a fronte di una grave crisi degli alloggi, non riesce a riprendersi: ai lavoratori palestinesi del WB dal 2022 è interdetto l'ingresso in israele; Cina e India, per ragioni che riguardano la loro incolumità, stanno facendo rientrare il loro cittadini; i prezzi degli appartamenti nel contempo sono in continua ascesa. 

Forze armate: il capo supremo delle forze sioniste è comparso alla knesset dichiarando che le truppe sul campo non sono più sufficienti, nel contempo i fascisti presenti nel governo ed in parlamento chiedono che l'occupazione di Gaza sia permanente e a questa richiesta la risposta chiara del generale in capo è (cito testualmente) "in questo caso Israele cesserà di esistere!" I soldati esausti chiedono a gran voce che gli ultraortodossi subiscano la coscrizione obbligatoria come tutti gli altri israeliani. Durante l'attacco all'Iran a livello politico si è verificato un fenomeno interessante: le (finte) opposizioni sioniste al governo nazista di Netanyahu hanno mutato atteggiamento nei suoi confronti, che è anche per loro "il leader che ci protegge tutti". 

Alla domanda dell'intervistatore sul successo sionista del tentativo di cambio regime, l'intervistato ha chiosato: "il cambio regime c'è effettivamente stato, ma non in Iran!"

domenica 13 luglio 2025

GOD SAVE THE SINNER

Mi perdonerete l'insistenza sull'argomento tennis, che peraltro è uno di quelli che mi frutta meno lettori, ma sono un appassionato praticante da una vita, e oggi si è allungata la lista delle prime volte di un tennista italiano a fare qualcosa, da Jannik Sinner inaugurata un paio di anni fa e che non sembra avere intenzione di smettere.

Il risultato di oggi è epocale più degli altri, perché un italiano non aveva mai vinto a Wimbledon in un secolo e mezzo di vita della manifestazione che più di tutte rappresenta la tradizione di questo sport. E se avesse trasformato uno dei tre match point avuti a Parigi oggi staremmo parlando di uno con serie possibilità di vincere il Grande Slam, cosa che non è escluso possa fare in futuro e per la quale non si parlerebbe più di primato italiano ma mondiale, dal momento che i quattro grandi tornei che lo compongono sono stati vinti nello stesso anno, due volte, solo dall'australiano Laver negli anni sessanta, e l'impresa non è riuscita nemmeno a Federer o Djokovic, che l'hanno solo sfiorata.

Un post di politica internazionale è in cantiere, grazie a Pasbas, ma oggi facciamo festa, anche perché a metà luglio cade anche il compleanno di questo blog, e come ogni anno gli regaliamo una nuova grafica, rimpiazzando quella a sfondo azzurro (nella immagine) che vedeva Sinner vincere l'australian open 2024 con quella a sfondo verde che celebrerà per 12 mesi l'impresa londinese di oggi.

mercoledì 9 luglio 2025

AAA-DRIA-NO!

L'avrete letto un po' dappertutto, oggi è il compleanno di Adriano Panatta ed è un numero di quelli che attirano click, giubilare: 75. Un vecchio, praticamente, non fosse che uno lo guarda e non ci crede, ma io ho memoria di mio nonno di quando aveva l'età mia oggi e mi sembrava un vecchio, guardo le foto e confermo, mi guardo allo specchio e non ci credo, quindi sarà che sono cambiati i tempi, diciamola così.

Panatta è la ragione per cui tutti quelli della mia generazione che hanno giocato o ancora giocano a tennis hanno cominciato. Prima di lui, il tennis era uno sport d'élite, con lui è diventato di massa. La sua parabola sportiva è stata lunga, tra giocatore e CT, ma il vertice è stato molto breve: un paio di stagioni, nemmeno continue. Però è bastato, ad alimentare un mito che ha resistito mezzo secolo fino all'emersione di un talento completamente diverso che finalmente ne superasse a uno a uno tutti i record, con lui sinceramente contento e anzi grato (in quanto stufo di sentirsi chiamato in causa ogni volta che un aspirante successore si rivelava una meteora). E bastava, allora, a riempire il centrale del Foro Italico, che allora veniva realizzato montando gli spalti coi tubi Innocenti attorno alle statue di quello che sarebbe diventato il Pietrangeli, come fosse uno stadio di calcio, e con gli stessi decibel; anzi, i tifosi assiepati sugli spalti ne urlavano il nome con la cadenza calcistica che ho tentato di rappresentare nel titolo, seguita dal tipico battimani a due/tre colpi che avete capito.

Ok, per quelli che non hanno capito in fondo vi metto il video integrale, di una finale di Roma che rischiò di vincere e poi perse da Borg, facendone iniziare la riproduzione all'inizio dell'episodio bizzarro che a momenti consegnava a Panatta il suo secondo open d'Italia: un ape che infastidisce lo svedese al punto da indurlo a darsi una racchettata in testa mentre cercava di scacciarla. Borg poi ci mise due set a riprendersi e poi vinse solo perché allora la finale di Roma era tre su cinque. Ma se anche non lo guardate tutto, se lo scorrete un pezzetto in cui il pubblico romano invoca il suo eroe col coretto calcistico che vi dicevo, lo trovate.

I due erano amici, nel senso proprio che facevano bisboccia assieme prima e dopo le partite, e la Bertè era la fidanzata dell'uno prima di diventare la moglie dell'altro. Altre curiosità: Panatta fu l'unico giocatore ad avere sconfitto, e lo fece due volte, Borg al Roland Garros in 8 partecipazioni; l'unico a infliggere un doppio sei zero a Lendl (anche servendogli da sotto, qui gli highlights), l'unico tennista a mia memoria protagonista di una "invasione di spalti" (pare che un tifoso spagnolo gli avesse insultato la madre), e fu capace di mettersi (e far mettere al suo compagno di doppio Bertolucci) una maglietta rossa mentre toglieva la coppa Davis dalle mani del Cile di Pinochet (una cosa molto più di sinistra del boicottaggio perorato da molta sinistra dell'epoca, che così gliel'avrebbe lasciata).

Auguri, Adriano, anzi Aaa-drià-noo! (ta-ta ta-ta-ta).

P.S. Singolare coincidenza, nello stesso giorno in cui il vecchio re del tennis italiano compie tre quarti di secolo, e il nuovo re raggiunge la sua seconda semifinale a Wimbledon, quello che ha retto il testimone per un ventennio nell'era di mezzo lascia il tennis, pago di aver chiuso tenendo il campo per 5 ore e 5 set con il fenomeno Alcaraz. Meno vincente di Adriano Panatta, Fabio Fognini aveva in comune con lui la sovrabbondanza di talento, che ad entrambi ha fruttato la carriera che hanno avuto a dispetto della minor voglia di allenarsi che di godersi la vita l'uno, e della mancanza di "testa" l'altro. Anche a lui vanno fatti gli auguri, pertanto...

lunedì 30 giugno 2025

CREDERE ALLE FATE

Ho quasi sessantadue anni e l'ho vista una volta sola, anzi mezza. E sono anche fortunato, perché la maggior parte dei miei anni li ho passati lontano da Reggio e conosco molti reggini sempre vissuti li che non l'hanno vista mai. Quella volta, mi trovavo la mattina in centro città a sbrigare chissà quale impiccio, e a un certo punto ho visto gente correre verso le traverse che scendono verso il mare (il centro di Reggio, ricostruito in era illuministica dopo un devastante sisma di fine settecento, è ortogonale rispetto alla costa, e come si può intuire dalla cartina non c'è un punto da cui non si vede il mare, anche per via della ripida orografia), in preda ad una agitazione che però non tradiva allarme. E li ho seguiti.

La Fata Morgana è un fenomeno ottico diffuso in tutto il mondo, e sul web è facile reperire contenuti che ne spieghino tecnicamente la genesi. Ma è a Reggio Calabria che il fenomeno raggiunge le sue vette, le rare volte che si realizza appieno. Talmente rare che persino nella nostra era in cui su Internet si trova tutto, non si trovano immagini in cui si vede davvero bene, vuoi perché forse l'occhio umano è ancora per certe cose un obiettivo migliore di qualunque aggeggio, vuoi perché le condizioni che debbono verificarsi contemporaneamente per una "totale" sono talmente tante che se sei fortunato ne vedi una con una condizione in meno, come appunto è capitato a me. Occorrono infatti:

  1. una spianata d'acqua abbastanza grande da potersi apprezzare la curvatura terrestre ma abbastanza piccola da vedere qualcosa di grosso dall'altra parte;
  2. il sole dietro le spalle, quindi deve essere la mattina presto (il tramonto non è uguale, non si verificano mai molte delle altre condizioni);
  3. nessuna foschia, quindi bassa pressione atmosferica;
  4. cielo terso (in bassa pressione, raro);
  5. acqua liscia come olio (idem)
  6. inversione termica (la temperatura al suolo più bassa di quella in quota).

I primi due punti ci dicono che dobbiamo trovarci sullo stretto di Messina, ma sulla sponda calabra. Per quello è Reggio a essere definita "città della Fata Morgana". Gli altri ci spiegano perché tra le immagini che ho trovato io nessuna mostra il fenomeno in toto, tranne la stampa d'epoca qui sopra.

In quella qui accanto, si vedono bene le case siciliane molto ravvicinate e capovolte in aria, ma il mare increspato impedisce anche che si vedano specchiate fino ai piedi dell'osservatore. In quella seguente, il mare è liscio ma ci sono delle nuvole, la foto è troppo da lontano e probabilmente non è nemmeno mattina presto.

Quella che ho visto io era così: le case di Messina enormi e vicinissime, quelle più vicine alla costa capovolte a mezza altezza su e riflesse fino alla costa reggina giù, e purtroppo delle nuvole a rovinare il quadro complessivo. Dovete accontentarvi della descrizione, perché ai tempi nessuno andava in giro con la macchina fotografica in tasca, e poi chissà se l'avessi fotografata cosa vedremmo oggi... Vorrà dire che attenderemo la prima Fata Morgana totale in era smartphone, anche se io temo che non basterà.

Gli è che le cose per capirle bisogna starci dentro, e veniamo al motivo vero di questo post "romantico" e nostalgico in un sito di controinformazione. Mia figlia oggi compie quattordici anni. Non ne parlo mai esplicitamente, non ho mai postato sue foto sui social e meno che meno qui (farà da sola, se vorrà, specie da oggi che c'è uno switch nel parental control del telefonino). Ma da quando è nata è installata fissa nei miei pensieri, e lo sarà fino a che campo. Non dico niente di originale, lo so, ma si tratta di una magia che puoi provare a spiegarla a parole, puoi fare le foto o i filmati se ci riesci, ma per capirla ci devi stare immerso. Come la Fata Morgana.

domenica 22 giugno 2025

GOTT MIT UNS

Chi non sopporta l'idiozia e la malafede non può guardare la TV in questi giorni. I commentatori, infatti, proprio come col covid si dividono in due gruppi: quelli che la narrazione ufficiale, quella per cui l'Iran stava per costruirsi l'atomica e Israele bombardandolo sta facendo il lavoro sporco a favore dell'Occidente Democratico intero, la sposano acriticamente, e quelli che le danno eco perché prezzolati o comunque interessati portatori di propaganda di regime. Io personalmente, come molte volte ho già detto, preferisco i secondi, perché almeno hanno un motivo valido (se mi sistemate fino alla settima generazione se mi unisco al coro vacillo anch'io, è umano - vero, Giggino?) e soprattutto perché i primi sono molto ma molto più numerosi. L'Indipendente qui fornisce una piccola antologia di questa "falsa coscienza" propagata a reti unificate, leggetevela: è piuttosto istruttiva.

Quindi, niente TG, perché "in guerra la prima vittima è la verità", e inoltre avendo ancora qualcosa tra le orecchie bastano i cinque minuti del rullo di prima mattina per tenersi aggiornati, altro che l'opera certosina che fa Pasbas sentendosi in dovere di rovesciarla sui suoi contatti social (per carità, continua, ti apprezzo e ti voglio bene, ma non sposti una virgola, non convincerai mai nemmeno uno, ti legge solo chi è già convinto e la pensa come te, e solo qualcuno riesce a leggere tutto), perché invece sul quadro generale la ricostruzione è estremamente chiara. C'è una potenza nucleare, messa con una scusa a presidiare un quadrante nemico da altre potenze nucleari tra cui una superpotenza, che si sente in dovere di stabilire che un altro stato sovrano non può diventare una potenza nucleare anche lui, e quindi di attaccarlo militarmente per impedirglielo ovviamente procurando vittime innocenti, danni ingenti, e visto l'oggetto del contendere rischiando di causare un disastro anche ambientale con effetti non confinabili. Si, esatto, sto dialetticamente dando credito alla tesi dell'attaccante: facciamo che l'Iran stava davvero implementando il nucleare a scopi civili con scopi militari nascosti. Chi sei tu per dirgli che non può?

Questa "asimmetria" di giudizio, per cui "i nostri" avendo ragione ed essendo portatori della Libertà e della Democrazia possono fare cose che "gli altri" non possono fare (ad esempio intervenire in aiuto di popoli amici sotto aggressione, come hanno fatto i russi in Ucraina dal loro legittimo punto di vista), è un vulnus della logica, un vizio che si può riassumere con la formula "Dio è con noi", infatti usata da Bibi persino nei discorsi ufficiali, chissà se rendendosi conto di stare ripetendo le stesse parole di un certo Adolf Hitler, dopo aver peraltro adottato il suo stesso metro, anzi uno molto peggiore, nel diritto di rappresaglia dopo il fatidico 7 ottobre (ma facendo i conti delle vittime israeliani e palestinesi dal 1948, anche da prima). Una formula che stringi stringi è alla base di tutte le guerre, da quando gli ominidi si alzarono su due zampe brandendo con quelle anteriori finalmente libere dei femori a mò di arma, che un visionario ci mostrò equivalevano alle astronavi, altro che progresso della civiltà umana.

domenica 15 giugno 2025

RESET

A volte, quando la realtà ti sembra avvitarsi su se stessa e non vedi come e dove possano esserci vie d'uscita, può essere utile ripassare la lezione della Storia, nel bene e nel male. Nel bene: la via d'uscita c'è sempre, niente è eterno, finiscono anche gli imperi più organizzati e crudeli figurati le caricature di impero in cronaca. Nel male: una singola vita umana non è una unità di misura sufficiente, in altri termini non è affatto detto che quella via d'uscita si palesi quando tu sei ancora vivo per vederla. Nel bene: ma non è detto, ad esempio basterebbe che si svegliasse sul serio l'Etna o esplodesse un qualche suo fratellone da qualche parte nel globo per azzerare dall'oggi al domani tutte le chiacchiere infondate e tendenziose sul riscaldamento climatico a base antropica, regalandoci almeno qualche decennio di inverni gelidi e estati irriconoscibili come tali, quella che si dice in gergo "piccola glaciazione" e che è occorsa moltissime volte nella cosiddetta storia umana figurarsi nella vita del pianeta. Nel male: non è che sia meglio una piccola glaciazione dei danni che possono fare i guru del cambiamento climatico, o una nuova guerra mondiale del vulnus democratico costituito ad esempio dall'Unione Europea o da quel mostro chiamato Stato d'Israele, che molto probabilmente ne verrebbero spazzati via.

E però consola. Perché non siamo gli ultimi umani sul pianeta, abbiamo figli o nipotini che vedranno il mondo quando noi non lo vedremo più, e il pensiero, illusorio per quanto sia, ci consola. Tutti, perché vivere è un istinto potente che chiama a raccolta di continuo tutto ciò che può servire alla sua causa, anche (e soprattutto) l'autopresa per il culo, laica o religiosa che sia.

I leghisti della prima ora, quando scrivevano sui cavalcavia delle autostrade FORZA ETNA, evocando così un nume in grado di distruggere il meridione (e secondo loro solo quello, poveri mentecatti) prima di capire che un megaappalto mafiofilo era molto più utile allo stesso scopo, senza rendersene conto, e in un modo completamente diverso dalle loro intenzioni, ci avevano preso. Noi riavremo un mondo pieno di futuro come quello che ebbero i nostri padri nel secondo dopoguerra quando sarà successa qualcosa di altrettanto tragico a obbligarci a resettare. Cioè, "noi": quei pochi di noi che sopravvivranno e avranno modo di unire i puntini e dirlo in giro, ammesso che ce ne saranno e quand'anche che saranno compresi da qualcuno.

Perdonate, ma credo sia umano che la follia in cronaca, l'attacco militare a uno Stato sovrano per dichiaratamente impedirgli di dotarsi di armi atomiche, formula ideologica (riportata in quanto tale acriticamente dal mainstream) che nasconde l'intenzione di sollevare un polverone così enorme da poter attuare indisturbati e nascosti la Soluzione Finale del genocidio palestinese, faccia venire questi brutti pensieri...

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