venerdì 27 novembre 2009

CON IN MENTE IL CLN


Mancano pochi giorni al 5 dicembre, giorno del No Berlusconi Day, manifestazione (nata da un gruppo di Facebook) che ha raccolto le adesioni di tutta la "resistenza" al regime imperante, escluso il Partito Democratico, vorrei dire ovviamente dato che del regime imperante è parte costitutiva. Come è dimostrato dalle colpevoli assenze in parlamento in sede di approvazione dello scudo fiscale (ma sarebbe caduto il governo, e ai dirigenti della creatura veltroniana è venuto il coccolone pensando alla responsabilità che forse gliene sarebbe derivata) e, da ultimo, dalla condivisione a più livelli fino a quello locale da parte di molti esponenti PD di quella furfanteria che è la privatizzazione dell'acqua: leggete come ne parla un prete, e poi riparliamo se si tratta di una velleità veterocomunista o dell'ennesimo e più grave furto compiuto ai danni vostri e dei vostri figli.
Ma già: uno che col potere mediatico riesce a farsi passare per imprenditore liberista, essendo arrivato dov'è arrivato a furia di protezionismo protezioni e affari loschi, può anche convincere i suoi elettori che la privatizzazione di un bene che sul mio manuale di economia veniva indicato come "non economico" servirà a migliorarne la distribuzione anzichè ad arricchire i soliti noti a spese di tutti gli altri. Allo stesso modo come riesce a far credere alla favola della grande opera che crea l'indotto keynesiano, come questi del "si al ponte" che ad esempio mettono nero su bianco, incuranti del ridicolo, le decine di migliaia di posti di lavoro che si creerebbero, scordandosi che tra Reggio e Messina forse saranno una quindicina ad accettare di appendersi alle strutture in costruzione, e dovremo anche li far ricorso a immigrati che vivranno nei cantieri e manderanno tutti i soldi a casa. Ma io mi domando: come fanno ancora a credergli, con quello che è successo con le altre privatizzazioni, tutte peraltro avviate da o col beneplacito del cosiddetto centrosinisitra? Telefoni, poste, ferrovie, carburanti, banche: c'è un solo settore in cui la liberalizzazione vi ha migliorato il servizio e abbassato i prezzi, caproni? Ma che, il portafoglio si alleggerisce solo a chi è di sinistra?
A proposito, sono giorni che mi gira in testa sta cosa, poi come al solito leggo un pezzo di Carlo Bertani che me la mette nero su bianco: è ora di smetterla con destra e sinistra. Le persone si distinguono in oneste e disoneste, in persone guidate dal principio di prevalenza del bene comune e persone animate dal “prima carita poi caritas”, anzi “solo carita e gli altri vaffanculo”. Tanto, progressismo e conservatorismo sono categorie costruite attorno al concetto di progresso socialista, messo fuori dalla storia dalle leggi della fisica: le risorse del pianeta sono limitate, e NON si può più misurare le cose in termini di crescita del PIL, punto. Come valore comune, basta e avanza la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, purchè si accetti tutti di non derogarvi mai. Mai, ad esempio quando una religione pretende di fare le leggi a sua misura di modo che rispettarle sia un problema per chi è di un’altra religione o di nessuna: quella è una trincea non attraversabile. Destra e sinistra invece sono solo etichette sorpassate, non idonee ad esempio a confutare l'indubbia utlità proprio nel diminuire gli aborti della legge 194, e a spiegare cosa cambi con l'avvento della pillola RU486 se non per certi loschi figuri per cui la donna in un modo o nell'altro deve essere sottomessa e soffrire: questi che la respingono non sono di destra, la Merkel è di destra, Sarkozy lo è, questi no, loro sono solo baciapile del Vaticano in pubblico e peccatori irredimibili in privato. Invece, essere per il bianco natale o per i respingimenti non è di destra, è semplicemente inumano.
Borsellino, era di destra. Quello che sta facendo Fini sto periodo, forse è solo opportunismo, ma forse è anche memoria di quando la neonata AN si vantava di non essere coinvolta in tangentopoli e si scagliava lancia in resta contro mafiosi corrotti e delinquenti in genere. Se Berlusconi sarà processato e condannato per mafia - come già il suo braccio destro Dell'Utri - è un problema giudiziario, ma avere uno che da quindici anni sale e scende dall'incarico a Presidente del Consiglio con questi sospetti sul groppone, e facendo di tutto per non essere processato per questo e altri reati, è un problema politico, ed un problema di coscienza per chi lo ha votato e lo vota. In nessun Paese democratico al mondo sarebbe successo: perciò non si può dire "in nessun altro Paese democratico al mondo"; in qualsiasi democrazia per molto meno si dimettono, come (giustamente anche se tardivamente) ha fatto Marrazzo (a proposito, leggete questo pezzullo su via Gradoli...). Lui invece "non molla", e tiene in serbo per ultima la carta plebiscitaria: se Fini insiste, scioglierà il parlamento (si lo so che tocca a Napolitano, ma visto come questi si comporta...) e forse pure il PdL e si presenterà alle urne per poter dire, una volta vinte le elezioni, che è legittimato dal popolo a fare quello che fà. Ora il punto è che se davvero le vincesse, avrebbe addirittura ragione: una volta dimostrato con chi avete a che fare, se lo votate lo stesso vuol dire proprio che lo volete.
Con questo rischio, caro Bersani, vuoi ancora seguire la traccia D'Alema del "colloquio istituzionale" o quella Veltroni del "non demonizzarlo anzi non nominarlo"? Non è il caso, invece, di prendere atto dell'emergenza e raccogliere tutte le forze dietro al vessillo della Costituzione, mettendo come unico punto del programma di coalizione (da sciogliersi e rivotare appena attuato) la ricostruzione della democrazia parlamentare e la tessitura di una griglia normativa che impedisca per sempre l'emergere di figure autoritarie? Insomma, altro che l'Unione di Prodi, occorre rifarsi al Comitato di Liberazione Nazionale, dentro cui per combattere il nazifascismo si ritrovarono per un breve ma fondamentale percorso socialcomunisti e democristiani, azionisti e liberali.
Nell'Italia postberlusconiana, appena dopo essersi liberati da questo incubo, sì che si potrà tornare ad essere di destra e di sinistra, ad avere cioè idee diverse su come migliorare le cose per il bene comune in un quadro di regole condivise da tutti. In quel Paese, ad esempio, Di Pietro sarà di destra, e anche la magistratura potrà essere nuovamente considerata un'istituzione conservatrice come ai tempi del guidice di De Andrè e com'è giusto che sia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

E' partita la campagna banner BLOG NO PONTE in vista della manifestazione nazionale del 19 dicembre a Villa San Giovanni e della "posa della prima pietra" del 23 dicembre.

Partecipa anche tu!
http://www.liberareggio.org/2009/12/01/speciale-noponte-passaparola-contro-speculazione-aderisci-blog-no-ponte/

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