mercoledì 9 febbraio 2011

DECIDO IO

Oggi è uno di quei giorni che l'ufficioso supera l'ufficiale. Il "nostro" Governo ha avuto infatti la faccia tosta di fissare per l'anniversario del giorno in cui dopo diciassette anni di torture la volontà di Eluana Englaro è stata finalmente rispettata, una cosiddetta "giornata nazionale degli stati vegetativi". Non fosse abbastanza chiaro il messaggio all'elettorato o meglio ancora alle gerarchie di una Chiesa che ancora non ha recepito il messaggio di Cavour, peraltro da parte di chi da diciott'anni (minchia, diciott'anni...) porta la bandiera del liberismo, sul sito del Ministero della Salute il comunicato stampa con cui a novembre fu presentata questa decisione è incredibilmente esplicito: si dà un volgare e gratuito schiaffo postumo a una poveretta definendola "una ragazza affetta da disabilità grave la cui vita è stata interrotta per decisione della magistratura". Una roba cui si può rispondere adeguatamente solo con uno sputo in faccia.
Una serie di associazioni laiche con Micromega in testa hanno invece risposto fissando per la stessa data una "giornata nazionale sulla libera scelta" (questo il comunicato di Liberauscita), una cosa di cui in un Paese che rispetta la propria Costituzione (molto esplicita in proposito, all'articolo 32) non ci dovrebbe essere affatto bisogno. Invece siamo ancora qui a rispecchiare nella pratica la confusione teorica che alberga persino nella Chiesa stessa che, nello stesso stile con cui zìprete diceva "fate come vi dico ma non fate come faccio", da un lato attacca chi osa interrompere l'alimentazione forzata a un corpo inerte da lustri, dall'altro si oppone ufficialmente all'accanimento terapeutico, tollera e incoraggia benevolmente una pietosa prassi diffusa per fortuna in tutti gli ospedali, e santifica in corsia preferenziale un grande comunicatore occasionalmente Papa che per se stesso ha preteso di decidere quando dire basta. E' vero che sarebbe il vicario di Dio, ma porca miseria per queste cose se decide Dio in persona deve valere per tutti, se no è conflitto d'interessi...
Insomma, a laicità delle istituzioni stiamo messi malissimo, e in un modo che ricalca in tutte le loro pieghe tutte le contraddizioni della politica nostrana: dobbiamo all'anomalia Berlusconi anche questo, si, che non si può scegliere uno schieramento politico sulla base delle sue posizioni in materie così importanti della vita di tutti noi, perché la cristallizzazione degli schieramenti pro e contro la sua figura eversiva e autoreferenziale fa si che invece sui temi che contano troviamo politici che la pensano come noi e politici che ci avversano completamente da entrambe le parti. Cosicchè se abbiamo la sventura di arrivare ad un punto in cui liberamente riteniamo che quella che ci è rimasta da vivere non è Vita per come la intendiamo, non avendo ancora pieno diritto a presentare un testamento biologico, o abbiamo le gambe per fare come il grande Monicelli o il protagonista della bellissima canzone di Piero Ciampi che segue, o ci attacchiamo al c..., anzi, ci attaccano al tubo come la povera ragazza che un nove febbraio ha avuto restituita la sua libertà.

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