mercoledì 16 novembre 2022

MELONI ALLA PROVA

Il mio professore di filosofia politica all'università, eoni or sono, diceva che le formule ideologiche del potere sono, proprio in quanto ideologiche, meccanismi per occultare la vera formula del potere, che vede sempre al numeratore i pochi che lo detengono e al denominatore i tanti che lo subiscono. La democrazia mente dicendo che al numeratore c'è il popolo, il comunismo che c'è il proletariato, l'assolutismo che c'è Dio di cui il sovrano è solo legittimo tramite, eccetera eccetera. Ma la menzogna tiene sempre solo perché la maggior parte dei destinatari ci crede. E così i veri detentori possono continuare ad esercitarlo indisturbati. Meglio una tirannia dichiarata, quindi, che una mascherata? si e no. Si, perché un tiranno palese è sempre esposto al legittimo tirannicidio; no, perché nel frattempo si vive tanto peggio quanto più duri sono i metodi con cui riesce a mantenere il potere. Dobbiamo allora preferire la democrazia come male minore, e turarci il naso come si suggeriva agli elettori democristiani? Nemmeno, ma c'è uno stretto passaggio tra questi due estremi: accettarne le regole come quelle di un gioco di ruolo, ma mai dimenticando quelle non scritte, di cui stiamo parlando adesso. Mi dici che "la sovranità appartiene al popolo"? non ti credo, ma visto che lo dici ne approfitto fino al punto in cui sei costretto, pena il disvelamento della tua menzogna ideologica, a lasciare che me ne approfitti.

Chi arriva a questa consapevolezza, in merito alle ideologie, è a buon punto nel non farsi fregare da nessuna di loro, e pazienza se lo è anche nel farsi affibbiare l'etichetta di qualunquista. Il problema è solo che il suo partito è destinato a restare, per ragioni connesse intimamente alla natura umana quindi insradicabili, una piccola minoranza. E questo i potenti lo sanno e se ne approfittano alla grande, continuando a nascondersi dietro i loro vessilli per acquisire il consenso.

Due esempi in cronaca, recente e odierna.

  1. I vassalli del Vero Potere con l'etichetta di sinistra (poi centrosinistra per mietere nel campo dei moderati - condizione cui spinge l'avere qualcosa da perdere - e poi cinquestelle per mietere nel campo degli scontenti del sistema - condizione cui spinge invece non averci niente) ci hanno prima fatto digerire la cessione della sovranità monetaria e quindi economica e poi sottoposto a un regime liberticida (ha messo in discussione, e forse demolito per sempre, principi che risalivano alla Magna Charta) tenendo buoni i propri elettori di riferimento con una serie di concessioni sul piano ideologico: matrimoni per tutti a prescindere dal loro sesso (mentre i lockdown facevano schizzare in alto il numero di separazioni...), accoglienza degli immigrati (salvo girarsi dall'altra parte quando raggiungono il loro posto da schiavi per cui la mafia li ha traghettati), campagne per il linguaggio di genere (ben oltre sia la soglia del ridicolo che la banale considerazione che la lingua non si impone dall'alto, mai, e l'ultimo che ci ha provato era socialista si ma solo da giovane) o contro i femminicidi (che c'erano pure quando non li contavano, e non si fermano certo a chiacchiere). Attenzione: NON sto esprimendo una opinione contraria nel merito alle questioni, sto stigmatizzando il loro utilizzo strumentale, non lo ripeto più.
  2. Si perché allora non si vede perché i vassalli del Vero Potere con l'etichetta di destra (già centrodestra per mietere nel campo dei moderati, oggi invece però serviva di più mietere nel campo degli antisistema dopo il tradimento smaccato dei cinquestelle) non dovrebbero fare lo stesso, a elezioni fresche per giunta. Ecco spiegate le scaramucce con la Francia per la questione immigrati, la stretta contro i rave (cui seguirà quella ai centri sociali), lo sdoganamento di simboli e motti d'antan (meno che per Montesano, che ha in curriculum persino una carriera politica di sinistra ma ora è pure no-vax quindi peggio per lui), eccetera. Ecco, guardare a queste cose è esattemente come lo stolto al dito. Chi volesse guardare alla luna, sfocando il dito in primo piano, troverebbe invece che Meloni è andata a prendere ordini da Bruxelles prima ancora di quanto a suo tempo fece Di Maio, che ancora prima aveva messo alle finanze l'unico leghista eurista (Bagnai tace...), che ancora prima di vincere le elezioni aveva rassicurato sulla Nato e il fronte ucraino, e che mentre riammetteva i medici no-vax e rendeva settimanale il bollettino quotidiano del terrore si rimangiava subito la cancellazione delle illegittime multe agli over 50 non vaccinati (e si accettano scommesse su quello che farà in caso di risalita della curva dei contagi, se cioè rammenterà quanti dei voti li ha presi da chi non ne poteva più del teatrino pandemico di regime o invece agirà in continuità coi predecessori rierigendolo).

Se non è abbastanza chiaro la ridico in piano ed in sintesi: gli ammiccamenti a cose e comportamenti identitari di destra stanno a questo governo come i vessilli e i principi identitari di sinistra stavano a quello di prima. Fuffa agitata davanti al naso degli appartenenti per tenerseli buoni mentre sotto sotto si continua ad obbedire ai diktat dei veri padroni, tenendo linee politiche che dovrebbero inorridire sia chi ama ancora dirsi fascista sia chi pensa a se stesso come una persona di sinistra. Linee politiche assolutiste, antidemocratiche, illiberali, di accentramento del potere (in primis, come sempre, monetario ed economico) nelle mani di pochi e impoverimento ad ogni occasione buona dei sudditi, perché questo è, e si disvela essere ad occhi non velati dall'ideologia, la nefasta Unione europea e la sua arma di distruzione di massa chiamata Euro. Un nuovo totalitarismo di cui la cosiddetta pandemia è stata solo una tappa. Dispiace per chi, me compreso, ha votato a suo tempo cinquestelle nell'illusione che la loro dichiarata avversione a questo, vero, nemico fosse sincera e fattiva, e nuovamente per chi, me escluso, ha votato sto giro Meloni nella stessa identica speranza, che ben presto si rivelerà infondata e anzi ha già cominciato.

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