domenica 28 maggio 2023

LUPO SOLITARIO

I lupi sono animali sociali e normalmente cacciano in branco, con estrema efficacia. Per questa ragione l'espressione "lupo solitario" ha ottenuto tanto successo da diventare proverbiale, e con un alone semantico positivo per fascino e romanticismo: perché un lupo si aggira lontano dal branco solo se reietto o costretto dalla necessità.

No, non sto commentando un preoccupante fatto di cronaca (indovinate a chi da la colpa il giornalista? esatto, al cambiamento climatico...). Questo post invece nasce dalla lettura di una lunga intervista a Novak Djokovic sul Corrierone, di cui in immagine vi riporto alcuni significativi passaggi. In un altro, Nole racconta del suo incontro da ragazzo, nella Serbia bombardata dall'Occidente, proprio con un lupo solitario, incontro a cui forse è sopravvissuto solo per aver adottato, magari solo d'istinto (l'istinto di uno che si allenava sotto le bombe...), il giusto comportamento. Nel raccontarlo, il campione serbo lascia quasi intendere di esserne stato in qualche modo marchiato, come se fosse stata la premessa/promessa di un destino lontano dal branco.

Non che fosse necessariamente la sua vocazione: per chi non lo ricordasse, Nole è un ragazzo che agli inizi della carriera si rese simpatico per le esilaranti imitazioni ai colleghi e alle colleghe, nei video magari dagli spogliatoi che ancora girano sul web, e anche dal vivo come talvolta gli chiedevano proprio durante le premiazioni sul campo a fine torneo. Imitazioni che tradivano assieme sia già l'ansia di essere voluto bene, sia la capacità di studio degli avversari che sarà uno dei fattori a portarlo ad essere il più vincente di sempre. Ma se uno ha la tigna di fare tutto quel che deve, soprattutto lavorando su se stesso, per raggiungere i propri obiettivi, e la coerenza di perseguire le proprie idee (e il coraggio di difendere la propria libertà nel farlo) anche se diventano largamente minoritarie, un destino da "lupo solitario" è probabile che lo attenda...

Ne parlo con voi perché se ancora mi seguite (o che seguite qualcun altro dei pochi a continuare l'esercizio del pensiero critico) vuol dire che in qualche modo siete della stessa pasta. E vi ho messo in risalto proprio quelle domande e risposte perché le prime due sono finalmente l'esplicitazione di pensieri non dicibili, visto che solo oggi riesce a dirli con calma ed esplicitamente uno così in vista figurarsi noi comuni mortali. La terza perché è un mirabile esempio delle falsità che a furia di dirle e ridirle sono diventate luogo comune, al quale giustamente Nole riserva una risposta "laterale", che quella diretta in questi casi è inutile. Ma c'è e come: se fosse vero che il virus è diventato endemico grazie al fatto che i divieti hanno imposto a tutti di vaccinarsi, non avremmo avuto la terza (e forse neanche la seconda) ondata coi vaccinati a contagiare ed essere contagiati come se non peggio dei non vaccinati, e chissà se la quarta non sia passata o stia passando senza parlarne solo perché si è deciso che la "mission" era compiuta e si poteva smettere di contare. Forse, è diventato endemico in ritardo proprio a causa della inopportuna campagna vaccinale sperimentale (esperimento peraltro fallito statisticamente parlando, ma questo non impedirà ai sacerdoti dell'ascienza di imporne le repliche). Forse, i sieri magici hanno creato più danni (sia diretti che in termini di cure alternative boicottate per meglio imporli) di quanti ne abbiano riparati, ma questo in mancanza di una seria e indipendente analisi statistica non lo sapremo mai, resteremo noi sempre a sospettarlo e loro sempre a negarlo. Forse: perché la Scienza, ma anche il Bene, stanno dove il Dubbio c'è e si può liberamente esprimere, e viceversa dove se ce l'hai sei un parìa e comunque te lo devi tenere altrimenti se sei pericoloso passi guai se non lo sei vieni isolato, c'è il Male.

Numerosi altri esempi di questo paradigma possono essere rintracciati a proposito della narrazione che ha sostituito (almeno momentaneamente) quella della pandemia nel ruolo di tallone schiacciante del tiranno: la guerra in Ucraina. Ad esempio, nel mondo dell'arte: a una pianista ucraina accusata di appoggio alla Russia è stato cancellato il concerto previsto a Milano, idem a un direttore d'orchestra a una soprano e ad alcuni corpi di ballo russi, e nell'elenco (qui il post completo) ci sono persino milioni di libri russi mandati al macero in Ucraina, che fa subito pensare ai roghi nazisti, con un brivido di orrore lungo la schiena per i non filonazi. O ad esempio, nella cronaca politica: pensiamo al linciaggio subito da Rovelli per le cose che ha detto in piazza il 1° maggio. Roba ovvia tipo "Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, solo che volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra", che di questi tempi non si può nemmeno pensare figurarsi dire in pubblico. E per avere un resoconto completo e veritiero dell'accaduto tocca andarselo a leggere da Franco Cardini, ché sui media mainstream invece è stata giustizia sommaria ed è impossibile ricostruire correttamente l'accaduto e l'opinione del reprobo. Poi c'è stata la passerella di Zelensky in tutta Europa in cerca di armi, accompagnata in Italia da un coro unanime e monocorde, tale da meritare la vignetta qui accanto, passerella che il solo Di Battista e pochi altri hanno definito vergognosa com'è effettivamente stata.

Nelle narrazioni belliche, tenere la bussola del Dubbio in mano è fondamentale: come bene spiega uno che durante la pandemia la bussola l'aveva persa, nessuno sa e comunque dice la Verità, nemmeno a guerra conclusa figuriamoci a conflitto in corso. Eppure tutti i ragionamenti si fanno a partire da un dato di fatto che tale non è: la guerra è iniziata con l'invasione russa nel 2022. Mentre invece è iniziata con le prime ingerenze occidentali in Ucraina nel 2014, ma a dirlo ti ritrovi ancora una volta espulso dal branco...

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