martedì 9 settembre 2014

IL PRIMO MIRACOLO DI MEDJUGORJE

Cilic sta giustamente ringraziando la vera artefice della sua incredibile vittoria...
Qualche giorno fa ho appreso con incredulità che un caro amico, a cui è attribuibile semmai un filino di eccesso di razionalismo anzichenò, era in pellegrinaggio a Medjugorje. La spiegazione di siffatto comportamento non poteva che risiedere, come al rientro ho potuto immediatamente riscontrare, nell'accontentare l'amata madre accollandosi, come ha raccontato, un'esperienza faticosa nella massa turistica resa altresì penosa dal caldo afoso trovatovi. Che peraltro gli ha regalato il "miracolo" di una fastidiosa e persistente influenza fuori stagione.
Le apparizioni mariane non sono certo una novità nella storia del cristianesimo, che deve la sua fortuna anche alla capacità di assorbire nel diffondersi nei luoghi i culti lì preesistenti, adattando dove e come serve le proprie figure: con Gesù Cristo erigerne il culto sopra a quello di Mitra (nelle feste comandate, e letteralmente nella Basilica di San Pietro) è stato relativamente facile, ma per saziare l'ancestrale attitudine al politeismo dei popoli mediterranei i santi (poi moltiplicati da Wojtyla) non bastavano, e infatti ad esempio in Italia forse ci sono più madonne che comuni, ragion per cui il tasso di "presenzialismo" delle stesse (il rapporto tra quelle che appaiono o piangono e tutte le esistenti) non è nemmeno poi tanto esagerato...
Il salto di qualità avviene in era moderna, quando la pastorella Bernadette vede la "Signora" a Lourdes avviando un giro d'affari mostruoso: come bene ricorda Odifreddi, oggi il sito è al terzo posto delle mete turistiche francesi, e tutto questo senza nessuna variazione statisticamente significativa del tasso di guarigione tra i visitatori rispetto a quello di un qualsiasi effetto placebo. Anzi a leggere bene le statistiche ufficiali ecclesiastiche (68 guarigioni certificate su 200 milioni di pellegrini in 153 anni corrisponde a circa una su tre milioni di pellegrini ogni due anni) è più facile vincere al superenalotto, pensate guarire restando a casa, che guarire andando a Lourdes. Con Fatima c'è la controprova, anche se lì la carta "giallo e suspense" dei tre misteri rende un filino meno della salute, che ovviamente "tira" di più. In Italia non si poteva certo restare indietro, ma qui la Madonna (da Loreto con la forza della tradizione a Civitavecchia in epoca di comunicazione moderna, passando per migliaia di prodigi ad eco locale) deve cedere il passo a un frate più volte giudicato un ciarlatano dagli stessi vertici vaticani (col parere qualificato del professor Gemelli in persona, si si quello del Policlinico), verdetto capovolto dal Demolitore del Concilio e Grande Comunicatore Giovanni Paolo II che decise che surfare sull'onda del business di San Giovanni Rotondo era meglio che tentare di arginarla.
Comunque questo post non sarebbe stato scritto per il semplice gusto di smontare logicamente e argomentatamente roba che tutto sommato chi ci crede merita di crederci e magari anche di rimetterci parecchi soldini, e anzi meglio i luoghi di culto che i guaritori vivi e vegeti che per "curarti" sono capaci di levarti la pelle. No, è che proprio ieri è avvenuto il primo miracolo incontrovertibilmente attribuibile alla madonna di Medjugorje: non sappiamo se Marin Cilic sia un campione sbocciato tardi, una meteora magari grazie a qualche altro aiutino, o semplicemente come Del Potro il frutto del cattivo governo del tennis da parte di chi dovrebbe salvaguardarlo e invece consente, non vigilando sui materiali, ad energumeni senza tecnica di fare carriera in questo sport invece che in altri tradizionalmente più adatti a tipi alti due metri e larghi uno. Sappiamo solo che fino al 1991, dieci anni dopo le "apparizioni", nel suo paesino natale non c'era neanche un campo da tennis, per cui se il ragazzo nel 1995 ha potuto iniziare a praticare questo sport è solo grazie al fatto che nel frattempo la sua zona era diventata una delle più ricche dei balcani. Se non è un miracolo, è culo.

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