venerdì 2 luglio 2021

YOSS 5: DA IMPROBABILE BASSISTA A GIUSTIZIERE DELLA NOTTE

Un piccolo passo per me, un grande passo per l’Umanità!
Ricevo e volentieri pubblico questo racconto che forse non è un racconto ma tre, o forse mezzo, chissà. Forse continuerà, forse finisce qui, e in ogni caso non si capisce come finisce. Sono solo alcune delle conseguenze dell'enorme fallout della logica, delle coscienze e della società che costituisce il vero unicum di una pandemia che se non avessero avuto questo obiettivo poteva essere gestita con mezzi e metodi ordinari, come ad esempio quella del 1970 nient'affatto dissimile per proporzioni. Forse davvero l'unica salvezza è identificarsi in Neil Armstrong mentre scende dal LEM adottandone il celebre motto come sottotitolo, o meglio ancora nell'indimenticabile villain dei fumetti di Alan Ford, che chi non li ha mai letti peggio per lui (specie i primi, quelli disegnati da Magnus). Un grazie a Pasbas, e buona lettura a tutti gli altri.

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Da improbabile bassista a giustiziere della notte

di Pasbas

"Era una notte buia e tempestosa..." questo potrebbe essere l’incipit della mia storia, mutuato dall’impareggiabile Snoopy. Ed è stata per me davvero una notte buia durata più di 45 giorni, una notte covidiana. A scegliere il mio inedito modus vivendi mi ha ispirato (oltre al covid) il mio eroe di sempre, l'integerrimo Superciuk. Guarito per DPCM ma non per tampone, mi aggiro guardingo uscendo da casa al primo “levar di pipistrelli”; la mia arma segreta? Il mio 5 corde col quale terrorizzo malfattori, passerotti caduti dal nido, zanzare, vecchiette claudicanti, cani minuscoli rompipalle con padroni rompipalle e odiose rumorose famiglie di umani ancora in giro nel mio parco. Avvistato il sospetto, apro al massimo il volume del mio ampli e sparo a sorpresa la mia celeberrima composizione “un quarto nacqui pippa, tre quarti sfigato” ispirato alla famosissima “Aria sulla quarta corda”. Lo suonammo varie volte con la mia band I Percossi, riuscendo a svuotare ogni pub già colle prime 3 note: Mi.Fa (cagx) Re. Bei tempi: ero giovane e pieno di speranza, giravo senza mascherina e non avevo contratto il letale covid-70 e neanche avevo contratto, nel senso della musica. Ora invece fino all’alba pattuglio il mio  parco, volando da una panchina all’altra con basso, ampli e zaino pieno di Peroni che stappo coi denti. Ma la solitudine, caro lettore credimi, non mi pesa: la nobiltà della mia missione e la birra (soprattutto) mi fanno sopportare la fatica di questa logorante attività; del resto il lavoro sporco qualcuno lo deve pur fare! E all’alba un senso di appagamento pervade il mio stanco e usurato spirito, un’altra notte è trascorsa ed il parco si risveglia lentamente, sicuro e pacifico come sempre dall’inizio della Pandemia. Sento le persiane sollevarsi, odore di caffè e di pannolini ben farciti, donne indaffarate, bambini che piangono e mariti ancora imbalsamati a letto. Ora posso tornare al mio giaciglio mentre l’ultimo pipistrello volteggiando stancamente torna al suo.

Morire, dormire. Dormire, forse sognare. Sì, qui è l’ostacolo...” e che ostacolo! Amleto rappresenta perfettamente il mio stato d’animo quando sul mio povero giaciglio, tentando di prender sonno dopo la notte insonne, sono intento a contare le birre stappate nell’ultimo turno da Giustiziere. “Una Peroni, due Peroni, tre Peroni,....nove Peroni, dieci Peroni, undici Peroni” ma nulla accade, i miei pensieri si accavallano e si rincorrono, una nebbia che mi ottunde i sensi mi impedisce il sonno ristoratore. E allora eccoli che arrivano, i temibili pipistrelli a ferro di cavallo, guidati da un orribile chirottero dalle fauci spalancate; ecco l’incubo covidiano riaffacciarsi minaccioso alla mia esausta coscienza; ecco lo spettro riaffacciarsi ancora, più minaccioso che mai; ecco la Signora con la Falce che, impossibilitata a vedere perché in attesa dell’operazione di cataratta (il CUP l’ha messa in lista d’attesa da due anni), mena terribili colpi a destra e a manca, distruggendo tutto quello che trova a portata di lama; rifletto allora sullo stato della sanità italiota e mi dico “allora non tutta la malasanità vien per nuocere!”. Eppure Superciuk, mio sommo esempio e impareggiabile maestro di vita, da sempre sostiene che con due soli sorsi di scadentissimo Barbera puoi sempre realizzare tutti i tuoi sogni; allora perché, mi chiedo, dopo undici dico undici non peroncini ma Peroni formato comunità di tossicodipendenti io non riesco a realizzare il mio sogno di sognare? Cosa c’è dunque di sbagliato in me, o sommo Superciuk? L’intuito volpino (per il quale vado famoso nell’intero isolato) mi spinge a rileggere la famosa e mai abbastanza celebrata biografia “Vita e opere di un Principe della Notte, Superciuk”. Scorrendo l’indice coll’ansia del discepolo voglioso di apprendere dal Maestro, trovo il capitolo che fa al caso mio: “Il Peggio non è mai morto!” Ed ecco che come per magia la frase chiave si materializza davanti ai miei increduli occhi: “Se siete in gravi difficoltà e non trovate via d’uscita per i vostri crucci ricordate che si può vivere e bene senza Speranza!” Illuminante, il Magister sa sempre trovare le parole giuste che riportano i concetti giusti per le persone giuste (nella fattispecie io me medesimo).

Le sagge parole del maestro, complici anche le altre quattro Peroni ghiacciate che ho ingollato tutte d’un fiato (e che fiato, raga!) come per magia mi trasportano dolcemente tra le amorevoli braccia di Morfeo. E sogno, sogno un mondo senza differenze, dove l’imbecille ed il cretino siano orgogliosi di esserlo, dove finalmente il delinquente arricchitosi succhiando (come un pipistrello a ferro di cavallo) il sangue dei poveri cristi, possa alla fine assurgere a salvatore del sacro suolo patrio, arrivando a condurre giustamente la nazione dagli scranni più alti del potere. Ecco, questo è il mondo che popola i miei sogni, la realtà onirica dalla quale è così duro staccarmi; maledettissima sveglia fermati, dove sei finita infame, proprio ora che avevo coronato il sogno di una vita, il mondo ripulito da ogni ingiustizia e discriminazione (i nani Dragolo, Trampolo, Berluscolo, Dalemolo, Salvinolo e Speranzolo me ne sono testimoni)! Ahhh, eccoti infine, nascosta tra le coltri ancora calde del mio stanco corpicciuolo, adesso ti scamazzo maledetto strumento infernale!! Vabbè in effetti sono le sedici, il tempo di una veloce sciacquatina a questo sfatto viso, le solite tre Peroni poi il cappuccino colle orrende fette biscottate dietetiche e integrali e sono pronto ad affrontare un altro giorno ed un’altra notte di eroica lotta al crimine. Come ben insegna l’altro fondamentale tomo del Magister “Manuale pratico del Notturno Giustiziere”, devo prima di tutto verificare l’efficienza delle armi in mia dotazione. Ampli a tutto volume che spara un devastante pezzo dei Metallica, e direi che ci siamo, la potenza c’è, l’impatto è buono: ecco infatti il solito vicino che urla, è il panettiere che deve riposare perché lui lavora di notte! E io allora di notte che faccio, mi giro i pollici? Per evitare di innervosirmi ulteriormente mi sparo al volo un paio di peroncini e continuo con la mia check list. Accordatura del 5 corde DO SOL RE LA MI direi quasi a posto, ma il MI sembra un po’ calante, tirò un po’ ed ecco: perfetto! Il costume da Giustiziere è elemento altrettanto importante e per questo rileggo dal “Manuale pratico del Notturno Giustiziere” il paragrafo "Vestizione: non è l’abito che fa il Giustiziere"; controllo quindi la piega dei pantacollant comprati al mercatino fingendo un regalo alla moglie, tolgo le macchie di birra dalla felpa nera come la notte, odoro la sciarpa nera per verificare la persistenza del maschio odore di alcool ed infine calzo le mie fide trekking military style. Tutto in perfetto ordine, come sempre. Adesso ripasso la piantina del mio parco segnando in rosso i punti critici da sorvegliare; ad ogni punto associo i nomi dei sospetti colà individuati e delle loro deiezioni, sia canine che umane. Ci siamo, finita la check list rimane solo l’ultimo passo preparatorio, l’incattivimento standard (nottate tranquille); questo è il punto più facile del rituale di preparazione e quindi, come insegna Fantozzi: partita della nazionale italiana del ‘70, Italia- Germania 4 a 3, con peroncino e rutto libero!

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