domenica 5 settembre 2021

AMICI MAI

Ho messo un titolo vendittiano, ma ho in mente ben altri modelli letterari. E' solo che questa maledetta pandemia (per dirla in sintesi) ci sta sempre più, in vari modi, isolando l'uno dall'altro, e per uno come me che si era sempre fatto vanto di avere molti amici molti dei quali di lunga data è una bella botta, davvero. E se si capisce che qui oggi parliamo di amicizia, per capire dove voglio andare a parare e perché ho scelto proprio il titolo di questa canzone, mi spiace per voi ma dovete arrivare in fondo al post.

In realtà avrei voluto chiamarlo "dalla parte del torto", ma paradossalmente la frase attribuita a Brecht è così bella e vera che non è solo diventata una canzone e un album di Lolli (ancora lui, ma non è colpa mia se ha scritto tante cose preziose, ad esempio qui L'amore ai tempi del fascismo, di tremenda attualità sia per quello che dice che per lo spunto letterario), ma anche una associazione a favore delle "periferie fisiche e sociali" con annessa web-radio, una rivista online che tra l'altro cerca di capire che fine abbia fatto la sinistra, e un libro con tra l'altro lo stesso interrogativo che meglio che a Brecht si rifà a Caproni e che ha il torto (ancora) di essere uscito un mese prima dell'avvento dell'Era Pandemica (e mi piacerebbe sapere come lo riscriverebbe l'autore oggi).

Forse allora meglio dovrei rifarmi al più grande di tutti, quel Faber che per primo, e con enorme anticipo, ha capito che l'Unione europea è il Quarto reich camuffato, e che scriveva versi come "in direzione ostinata e contraria", "servi disobbedienti alle leggi del branco" (in Smisurata preghiera, di cui qui vi metto il testo e in fondo il video), e altri che continuano a ispirarmi nel quotidiano, perché io sono cresciuto quando si usava ascoltare la musica col cervello acceso, e continuo a farlo ancora. Ed è proprio la questione "cervello" la prima scriminante che serve: ad una generazione di italiani col cervello acceso, per una epidemia influenzale con 50mila morti (1970, ma contati coi criteri di allora: niente tamponi e niente forzature), era talmente impossibile chiuderli in casa terrorizzandoli che nessuno in effetti ci pensò. Vero è che la élite sovranazionale che oggi domina il mondo allora era ben lungi dall'organizzarsi, e d'altronde il mondo di allora erano due - c'erano anche "i cattivi", i comunisti - e questo costringeva i buoni a dimostrare continuamente di esserlo (e infatti hanno smesso appena vinta la Guerra fredda). Ma è vero anche che avrebbe cominciato di lì a poco. E il terrore ci fu, eccome, proprio a partire da quel 1970, solo era di un altro tipo e oggi i "compagni" sembrano averlo dimenticato.

Piazza Fontana, Italicus, Gioia Tauro, Brescia, Bologna, Ustica, le BR, gli assassini e poi le stragi di mafia: l'elenco è necessariamente incompleto, tanto sarebbe lungo. Ebbene, in ciascuno di questi tragici eventi vi fu una maggioranza di persone che reagì al terrore accodandosi a quei partiti che li rassicuravano, e lo fece da buon gregge innanzitutto credendo alle versioni ufficiali dei fatti: gli anarchici, la bomba nel cesso dell'aereo, i boia chi molla, eccetera. Una minoranza (che tra i giovani tale non era, e i giovani allora erano tanti) semplicemente alle "bugie di Stato" non ci credeva, parlava di "strategia della tensione", ed è vero che questi individui avevano alle spalle proprio quel partito il cui discendente oggi è il capofila dei "conservatori", ma molti criticavano anche quello e si ponevano alla sua sinistra. In ogni caso, la Storia che finalmente si racconta a decenni di distanza ci dice che quasi sempre le spiegazioni alternative e allora minoritarie erano invece proprio quelle corrette, in molti casi è addirittura dimostrato giudizialmente. Ma non eravate proprio voi, amici di sinistra che oggi togliete il saluto a chi non si vaccina (giuro, l'ho letto su facebook, non dico chi è perché sicuramente non è il solo e perché ho una minima speranza in fondo al cuore che mi legga si riconosca e si vergogni), a dire che a dimenticare la storia si finisce per ripeterne gli errori? Noi non siamo "no vax", siamo diffidenti di fronte a una narrazione di cui insospettisce innanzitutto la compattezza, e la violenza (repressa, per ora, ma a fatica a leggere il non verbale di Draghi e company) nell'imporla, oltre che i numeri e come vengono manipolati, e abbiamo tutti i diritti costituzionali e umani di esserlo. E se il tempo si dimostrerà ancora una volta galantuomo, la storia dirà che avevamo ragione: che la pandemia è stata montata, cavalcata, manipolata, allo scopo originario di distruggere quelle libertà e quei diritti che i nostri avi hanno conquistato per noi, scopo che prima avevano tentato invano di raggiungere con altri mezzi, trovando alla fine quello giusto. Solo che, come al solito, coloro che dicono la verità, isolati derisi e attaccati in vita, con ogni probabilità non saranno presenti ad incassare i tributi che gli verranno riconosciuti quando verrà a galla.

Insomma non ci sono solo quelli che temono di vederti perché non sei vaccinato, oppure accettano ma all'aperto e temendo che ti avvicini, o ti rifiutano un passaggio in auto anche se ti metti la mascherina. Un altro amico, creduto tale per ben 23 anni, è oltre un anno che non lo vedo perché io sarei uno che o sei d'accordo con lui o sei cretino, sempre se ho capito bene dai pochi scambi di messaggi, sempre da me innescati col tentativo di comprendere il voltafaccia, nel frattempo intercorsi, in cui invocavo almeno il bene di un'accusa esplicita da cui eventualmente difendermi o di cui scusarmi, perché un amico semmai ti smerda, ti vomita tutto addosso, al limite te le da e se le prende, ma mai ti evita, mai ti taglia come se fossi solo un partner da scaricare. Un'altra ha detto di non seguire più il blog perché sarei troppo aggressivo con chi non la pensa come me, Ma io dico: se uno viene messo all'angolo, se crede di indovinare che la discriminazione è solo il primo passo e che la rovina è in agguato per tutti, anche se non è un ristoratore o un operatore turistico o un lavoratore della sanità o un insegnante, categorie già colpite in vari modi solo prima delle altre (ma anche se fossero le sole: dobbiamo indignarci solo quando tocca noi o non è invece nostro dovere di cittadini democratici farlo anche quando non si è colpiti?), avrà almeno il diritto di arrabbiarsi, sputare veleno, criticare e offendere, mostrando peraltro così nient'altro che la sua debolezza? Non siamo tutti Gandhi o Gesù, e nemmeno d'altra parte Sandokan: non abbiamo la pazienza e la furbizia della non violenza ad oltranza, la forza di porgere sempre l'altra guancia fino alla crocifissione (con la certezza di risorgere, però, a pensarci bene l'avremmo tutti...), o il coraggio e il fisico per guidare una rivolta armata e violenta. Lasciateci almeno il gusto di incazzarci e parlare male di chi fa del male a noi e alla nostra idea di società.

Già perché è questo che sta accadendo, e di cui il gregge se ne accorgerà solo a cose fatte: stanno cambiando il mondo. Non ci sarà posto per la piccola impresa, per l'impiego pubblico, per la sanità pubblica, per la casa di proprietà, per il fare studiare i figli con la speranza che avranno una posizione migliore della nostra, per il diritto umano inalienabile all'inviolabilità senza consenso del proprio corpo, per i diritti civili seri come quello al lavoro (rimpiazzati da quelli facili da concedere come quello alla autodefinizione dell'identità sessuale, magari anticipato a quando non hai ancora idea di quale sia). Non mi credete? liberissimi. Ma lasciarmi libero di dirlo con tutta l'enfasi che mi esce dal petto, quello non dovrebbe venire prima di tutto? o siete democratici, e magari di sinistra, solo a parole? L'aporia del relativismo è spietata: tutti sono liberi di sostenere la propria opinione, ma anche chi ha l'opinione (e il potere di imporla) che non tutti siano liberi di sostenerla?

Insomma, cari amici miei, ecco cosa deduco da tutto questo ragionamento, che come al solito è stato difficile e contorto (un altro amico dice che dovrei scrivere più facile, ma io penso che questo sia parte del problema: hanno ridotto la gente a non essere in grado di leggere tantomeno di scrivere ragionamenti difficili, prima di mettergli in mano un telefonino e chiuderli dentro casa in preda ad un terrore statisticamente ingiustificato, altrimenti non ci sarebbero riusciti), ma stavolta questa conclusione la porto fuori dal post e capirete perché. Cominciamo da facebook, dove ho oltre 500 "amici" mentre sul blog ho solo tra 50 e 100 lettori per post. Li stanerò. Chiederò a ciascuno di loro in vari modi di dirmi esplicitamente se è d'accordo o no con l'uso discriminatorio del green pass, che tra l'altro solo l'Italia sta facendo. Io non mi vaccino se non obbligato per legge, con relativa presa di responsabilità da parte di chi mi sottopone a un trattamento sanitario coatto, nonché sperimentale, in caso qualcosa vada storto. Voi potete non essere d'accordo con la mia scelta, potete anche tentare di convincermi con argomenti (sempre che accettiate la reciprocità, ad esempio leggendo questo studio statistico che dimostra la scarsa efficacia dei sieri proprio dove sono stati usati massicciamente, e vi dice cosa vi accadrà in autunno, zucconi), ma non potete non rispettarla e non rispettarmi (ad esempio, reputando giusto che io perda il lavoro o mi paghi le cure mediche, senza capire che pian piano toccherà a tutti, una volta passato il principio: quando tutti avranno la terza dose, se non fanno la quarta eccetera, e a chi fuma se si becca un cancro o ha un incidente stradale con colpa o mangia troppo e il colesterolo fa danni). Se non mi rispettate, non siete più amici, social o non social, e forse non lo siete mai stati e solo ora lo capisco. Vediamo in quanti restate.

Un servo disobbediente.

3 commenti:

pix2007 ha detto...

Credo sia necessario provare, sottolineo provare ma provarci senza mai stancarsene, a costruire occasioni di confronto come lo sono i tuoi post...
Spingere verso la contrapposizione, radicalizzarla, se ci pensi bene, potrebbe essere parte del piano.
Se ci facciamo la guerra, tutto diventa più semplice per chi vuole un ordine in cui la democrazia diventi una concessione.

cugino ha detto...

nessuna guerra. tolgo l'amicizia solo a chi non mi rispetta. chi argomenta paritariamente con me, anche da posizioni contrapposte, è il benvenuto.

cugino ha detto...

ma permettimi di farti notare che non sei di fronte a due ragazzini che litigano tra loro, per cui è giusto fargli discorsi edificanti, e anche qui magari richiedendo maggiore responsabilità al maggiore.
sei di fronte a un paio di ragazzini bullizzati pesantemente dal branco. il tuo appello non serve, o meglio serve prima fermare il branco, difendere i deboli, ripristinare delle dinamiche sociali civili.
chi è attaccato ha diritto a difendersi, finchè e come può, e se è impotente almeno ad arrabbiarsi. o deve subire e pure in silenzio, per non radicalizzare le contrapposizioni?
penso ad infermieri, medici, insegnanti, studenti, eccetera, dissenzienti e perciò privati dei propri diritti fondamentali come lo studio e di diritti acquisiti vincendo concorsi legittimamente e magari sul campo in decenni di carriera. è dovere di OGNI CITTADINO, anche vaccinatosi convintamente, difenderli, e sennò almeno io ho diritto di vomitargli addosso la mia riprovazione.
o dobbiamo attendere che tocchi alla nostra categoria? devo starmene buono perché mia figlia ha dieci anni, fino a che non ne fa dodici o finché non decidono di toccare pure i bambini e le donne incinte?
chi vuole un ordine in cui la democrazia è una concessione, quindi non è tale, ha già vinto. e con la decisiva collaborazione della maggioranza. risentiti smisurata preghiera, ora.

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