domenica 19 marzo 2023

(DEBITO) PUBBLICO E PRIVATO

Credo di aver già detto queste cose, ma mai come in questo caso repetita iuvant, anche perché magari ti vengono parole diverse e più comprensibili, e anche perché "loro" come vedremo invece "ritornano" sempre "a coppe" su vecchi temi.

Sicuramente avrete sentito mille volte l'economia raccontata con una metafora ingannevole e falsa ma tanto semplice da farvi abboccare, perché tra l'altro trova conferme nella vostra esperienza quotidiana, e quindi vi fregano: lo Stato è come una famiglia, se volete una cosa in più di qua dovete rinunciare a una cosa di là, e se non potete dovete fare debiti, quindi questi trenta e rotti anni di politiche economiche restrittive e avanzi primari (leggi: complessivamente lo Stato prende dai cittadini più di quanto gli da) cioè al netto degli interessi passivi (leggi: senza gli interessi sul debito pregresso siamo di gran lunga lo Stato più "virtuoso" dell'intera UE, molto più di Francia e Germania, e il virgolettato si traduce "esoso coi suoi cittadini") sono perché abbiamo scialato prima, esattamente come una famiglia che "ha vissuto al di sopra delle sue possibilità" fino a un certo punto e da allora paga il giusto fio. Lo avete sentito, si?

E' falso, falso come una banconota da tre euro e cinquanta. Uno Stato, uno Stato sovrano, a differenza della famiglia è raffigurabile come un sistema "chiuso", dove le virgolette sono perché lo è fino a un certo punto (e nel mondo contemporaneo questo punto si è abbassato alquanto, si, ma non è sparito), mentre la famiglia non lo è mai stato, per gli umani già quando erano cacciatori e raccoglitori avevano per sistema minimo il clan, e con l'agricoltura e l'allevamento è arrivato lo Stato, sia pure in forme via via diverse nella Storia. Nello Stato, il sovrano può emettere tanta moneta quanta ricchezza complessiva è intrinseca al suo dominio, in "pezzi" dal valore singolo variabile secondo convenienza (la svalutazione se governata è neutra, internamente), e il buon sovrano lo fa esattamente nella misura in cui serve alla mole complessiva degli scambi tra i suoi sudditi necessaria a farli campare tutti. Deve essere bravo, o farsi aiutare bene, in questo, perché se sbaglia in un senso crea inflazione e nell'altro recessione, solo in mezzo c'è sviluppo e benessere. Ma se sbaglia i sudditi in qualche modo prima o poi lo puniscono, ed è una asineria pensare che ciò sia possibile solo in democrazia, anzi: la funzione nativa della ideologia democratica è proprio disinnescare i sudditi facendogli credere di essere loro a governare. La Storia, a saperla leggere, è proprio il susseguirsi di questi errori e conseguenti punizioni, con in mezzo periodi più o meno brevi di equilibrio sempre piuttosto precario.

Facciamo un esempio. Facciamo di essere in una di queste fasi di equilibrio e buona amministrazione, di uno Stato o di una famiglia, e facciamo che accade un Evento esterno traumatico. Che so, un terremoto, o una malattia. Alla famiglia crolla la casa, o uno dei membri si ammala e non porta più reddito; lo Stato subisce una distruzione diffusa di abitazioni, edifici pubblici e strade, o una pandemia (vera) gli riempie gli ospedali e decima i sudditi. La famiglia può solo attingere alle eventuali risorse accantonate negli anni e se le finisce o riceve aiuto dall'esterno, o si indebita (sempre aiuto esterno, ma oneroso), o crolla. Non può "stamparsi" i soldi che gli servono a risolvere quella crisi. Uno Stato sovrano invece può. Facendo attenzione, ma può. Perché qualunque deficit se produttivo e speso sul mercato interno si azzera da se per via dell'aumento di reddito derivante dall'effetto moltiplicatore (keynesiano) e dal conseguente aumento di gettito. Allora, i governanti di quello Stato in equilibrio dove è arrivato l'Evento a romperlo, devono anche loro aumentare il debito, ma a differenza della famiglia hanno due strade: o aumentano il debito pubblico, o in un modo o nell'altro (aumentando le tasse, o creando inflazione, o entrambe le cose) fanno aumentare il debito privato. Se scelgono la prima strada e operano bene, alla fine avranno utilizzato l'Evento avverso come volano di sviluppo dello Stato (che si ritrova con case e strade nuove, o con ospedali sovrabbondanti rispetto alle esigenze dell'emergenza), se scelgono la seconda lo sapete: è quello che accade almeno dal 1991.

Con un'aggravante: fino a un certo punto lo Stato era l'Italia, formalmente una democrazia in cui i cittadini avevano qualche speranza, almeno in linea teorica ma talvolta anche di fatto, di modificare i governanti o almeno influire sulle loro scelte. Poi fu deciso di abdicare, cedendo di fatto la sovranità (cedere quella monetaria comporta la cessione di quella economica, e quindi della sovranità tout-court) all'Europa. Cioè a una entità sovrastatale non meglio definita dove i cittadini votano solo per comporre un organo consultivo, mentre i poteri decisionali risiedono altrove. Che non è nemmeno la Commissione, organismo non elettivo ma al massimo espressione indiretta dei governi degli Stati membri, comunque più facile da manipolare (pochi soggetti sono meglio avvicinabili) e difficile da controllare da parte dei cittadini, ma l'ineffabile BCE, organismo privato che detiene la sovranità monetaria senza dover rendere conto a nessuno. Sicuramente, non ai cittadini. Nemmeno quando fallisce nel suo unico obiettivo dichiarato, il controllo dell'inflazione, per usare sempre le stesse armi anche quando le cause diverse ne richiederebbero tutt'altre.

E veniamo ad esempi concreti, in cronaca. Viene deciso che le case devono essere, da una certa data, da una certa classe ecologica in su. Benissimo: chi paga? Uno Stato sovrano illuminato, darebbe contributi a fondo perduto a tutti, a partire dei proprietari delle prime case messe peggio, sicuro che il maggior deficit rientrerebbe keynesianamente (vedi sopra), e la famiglia avrebbe avuto quell'aiuto esterno per cui alla fine avrebbe una casa migliore. Invece la UE non solo non finanzia nulla, decidendo per l'ennesima volta per l'aumento invece del debito privato (e chi non ce la fa, regala praticamente la casa agli speculatori, e va in affitto, se se lo può permettere, e se no cazzi suoi), ma persino impone a chi ha trovato degli escamotage per creare moneta (altro non era lo "sconto in fattura" dei creativi italici: soldi che girano, e alla fine entrate fiscali che aumentano, ma oggi fa comodo non contarle e prendersela coi furbi che gonfiano) di abbandonarli. E chi ha votato per un governo che combattesse contro queste logiche, si trova non solo con un premier che obbedisce ai diktat europei come tutti i suoi predecessori, ma anche con un partito come la Lega che già si presenta mettendo avanti il fido (per i grandi poteri UE) Giorgetti anziché i sovranisti Borghi e Bagnai (desaparecidos dell'antagonismo economico grazie a chissà quale incarico), ma poi getta definitivamente la maschera mettendo la faccia del suo leader sul più grande inutile e mafiofilo latrocinio della Storia, quel Ponte sullo Stretto che Salvini si vanta di aver fatto tornare in auge.

L'affare Ponte dimostra ulteriormente una cosa lampante a chi la vuol vedere: non è vero che i soldi non ci sono, uno Stato sovrano li crea, quindi li ha sempre. Solo, decide lui a cosa destinarli. Arriva una pandemia? Adottiamo un piano di emergenza fatto di terapie intensive nei quartieri fino a che non passa la fase acuta? No, costa troppo: fermiamo tutto, e che paghino i privati cittadini che devono chiudere le loro faticosamente mantenute piccole attività commerciali. Ma se le grandi case farmaceutiche arrivano con sieri sperimentali costosi e forse pericolosi, i soldi per pagarli e per propagandarli in modo da poterli imporre si trovano, e anche quelli che non si possono dire (ma prima o poi si scoprono). C'è una emergenza ambiente, l'acqua scarseggia e le piogge fanno danni? Finanziamo la ristrutturazione di tutti gli edifici ad alto impatto ambientale, rinnoviamo e potenziamo il parco mezzi del trasporto pubblico, magari pure con un occhio all'antisismicità, sistemiamo gli acquedotti che sono ormai dei colabrodi, lanciamo un piano di microopere pubbliche per sistemare alvei strade argini eccetera? Non si può, si sforano i sacri parametri: che siano i cittadini a cambiarsi per forza la macchina, a ristrutturarsi per forza casa, e se non possono vadano a piedi e in affitto (è un esproprio, sta cosa, non l'avete capito?), a patire i danni e persino a morire ogni volta che c'è un acquazzone tanto poi i tg raccontano che è colpa del cambiamento climatico. Ma se c'è da finanziare delle linee ferroviarie ad alta portata che non servono più a nessuno, se c'è da costruire un manufatto mai tentato in una zona talmente sismica e ventosa che ammesso che lo finiscano non può stare in piedi (così peraltro diceva ieri il suo maggiore sostenitore di oggi), con un impatto mostruoso sull'ambiente e sul territorio e come se non fosse antistorico incentivare il trasporto merci su gomma verso un posto circondato dal mare, i soldi si trovano eccome, anche quelli che servono ad ungere gli ingranaggi, e anche se è pacificamente assodato, peraltro, che per opere grandi così l'effetto moltiplicatore è quasi nullo perché il fiume di danaro si dirige per molte vie (dai contractors multinazionali agli operai necessariamente in maggioranza stranieri) direttamente all'estero.

Insomma, il nostro sovrano (re EU-genio primo) è un tiranno che non ha mai dubbi: per ogni problema, il conto lo paghino i sudditi. D'altronde, lui è nato, è costruito, per quello scopo. E nemmeno il peggiore dei suoi predecessori passati alla Storia per campioni di assolutismo e oppressione avrebbe osato tanto, perché i sudditi di una volta erano avvezzi a subire, si, ma quando il tiranno esagerava si incazzavano e lui rischiava la testa. Invece, ed è la cosa più frustrante in tutto questo, la percezione che l'Europa sia il Bene (visti dei manifesti col gioco di parole I love EU e il solito parallelo Europa= Democrazia, ché la regola n. 1 della propaganda goebbelsiana era e resta ripetere il falso abbastanza a lungo da farlo pensare vero) è ancora, benché in calo, grandemente maggioritaria presso i nostri compatrioti, ovvero presso le vittime di questo terribile oppressore mascherato. Così, noi minoritari consapevoli di questa truffa, non abbiamo nessuna speranza di fermarla, e man mano che arriva il conto (ha iniziato trent'anni fa, ma temo che siamo ancora solo all'inizio) paghiamo la nostra parte, con la sola misera consolazione che almeno gli altri se lo sono meritato.

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