Se oggi qualche razzistucolo associa il popolo rumeno al popolo Rom, dunque, è per una mera assonanza, dato che i Rom invece vengono dall'India e la parola significa più o meno qualcosa come "uomo libero". Che poi è il motivo per cui li sto mettendo in mezzo io adesso...
Chi ha la mia età dovrebbe ricordare di quando l'ineffabile Ceausescu era benvoluto in Occidente, un po' come in Jugoslavia Tito, proprio per essere un comunista eterodosso, interfacciarsi col quale era comunque un modo per dare fastidio all'URSS e al suo blocco. Salvo poi "scoprire" quanto fosse un autocrate senza scrupoli quando l'URSS era crollata e lui non ci faceva più comodo.
La Romania di li a poco sarebbe stata una delle frontiere a Est dell'Unione Europea, buona sia a spostare l'area di influenza occidentale ai confini con la Russia (al momento ko, ma si sapeva già che con tutte quelle ricchezze naturali prima o poi si sarebbe rialzata), sia a rimpolpare quell'esercito industriale di riserva che come aveva compreso Marx doveva servire a demolire una a una tutte le conquiste economiche e sociali dei cittadini dell'Europa occidentale. Non sapevamo ancora che era solo una tappa, che il grosso dell'esercito, quelli in condizioni più disperate, veniva da Sud, ma lo avremmo scoperto presto, anche se ancora non lo abbiamo capito bene e continuiamo a blaterare di razzismo (categoria nella fattispecie serve soltanto alle levate di scudi moraliste finalizzate ad abbattere ogni resistenza). Ed è singolare che dietro a questa strategia globalista, dominante gli ultimi decenni e minacciata per la prima volta (e direi finalmente) da Trump e i suoi, ci sia proprio un miliardario di origini rumene...
Ma eccoci in cronaca, e al perché e percome la Romania torna a essere un paradigma. La filosofia di fondo è stata dimostrata negli anni da talmente tanti esempi che sarebbe troppo lungo elencarli, dall'Algeria alla Russia, dalla Libia all'Ucraina, passando per mezzo medio Oriente, ma l'esempio rumeno in cronaca è sufficiente a chiarirla, e si può sintetizzarla così: il concetto di democrazia che si è imposto in Occidente oggi è diciamo così piuttosto elastico. Etimologicamente sarebbe il "governo del popolo", in pratica quando chi detiene il Potere è stato "deputato" a farlo a maggioranza in libere elezioni, ma invece in estrema sintesi il concetto applicato è "democrazia è quando chi governa piace a noi". Quando chi piace a noi non ha vinto un cazzo di elezioni, come Zelensky in Ucraina o il direttorio UE che decide di strozzarci o indebitarci a suo piacimento senza nemmeno interpellarci, è democratico, anzi è un baluardo della democrazia; quando chi non ci piace ha avuto il voto e ha l'appoggio della stragrande maggioranza dei suoi cittadini è un autocrate come Putin o come Maduro. E viene imposto ai media di ripetere questi concetti fino a farli diventare luogo comune, come propaganda insegna. Ma in Romania si poteva fare di peggio, ed è stato fatto: uno che non ci piace vince libere elezioni e vengono annullate, poi siccome la cosa gli procura popolarità e rischia di rivincerle viene arrestato poi siccome non lo possono tenere dentro comunque estromesso. Sia mai ci ritroviamo un'altra Ungheria in casa, meglio un'altra Ucraina!
Seguite i link, poi approfondite con Fulvio Grimaldi: un uomo libero ("rom") è (anche) chi non si fa dire dall'alto a cosa credere.
Nessun commento:
Posta un commento