Il nuovo album si chiama Kaleidoscope, qui potete leggere la presentazione e in fondo al post potete vedere e sentire la stessa Ginevra parlarne, in un modo che si può solo sottoscrivere, appunto. Io ribadisco soltanto che l'autoproduzione è quasi una scelta obbligata in un mondo musicale dominato da politiche editoriali miopi e ripetitive, l'unica che consente di mantenere la libertà di scelta del proprio percorso artistico, tenendosi convintamente fuori dai canali mainstream della promozione e dai canoni che questa corrispettivamente impone. Difficile che vedrete mai Ginevra a Sanremo, più facile beccarla a casa Bollani in via dei Matti numero zero (titolo non a caso preso da Sergio Endrigo...).
E si lo so che oramai nessuno di noi ha il lettore CD in macchina o il tempo di scartare un vinile e metterlo sul giradischi, ammesso di avere ancora il giradischi funzionante (ma arreda, si...). Ma si può anche solo preacquistare le tracce digitali, con o senza il supporto fisico nel formato voluto e altri gadget. E si può andare a sentirla cantare dal vivo, qui a Roma il 28 marzo all'Angelo Mai, a un prezzo giusto (andateci voi ai concerti a 80 euro al cranio, se vi va, io ho chiuso), sicuramente ripagato con margine da una offerta in termini di voce passione qualità che oramai purtroppo non si trova più facilmente in giro. Non sarà eroico come in quel concerto a Messina, a inizio della sua carriera solista, in cui eravamo io il mio amico Massimo e un'altra trentina di spettatori, ma ci vediamo lì.
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