lunedì 5 gennaio 2009

LEGGERE IL VANGELO

La buona novella è che il Nobel portoghese, 86 anni compiuti, è uscito in buone condizioni dalla clinica dove era ricoverato da qualche tempo. Josè Saramago ha scritto, tra le altre cose, da vecchio ateo comunista uno dei più bei vangeli che si possono leggere. L'esperienza che se ne ricava è quella di una conoscenza quasi intima con l'uomo Gesù, di cui anche da agnostici si finisce per credere sia esistito davvero, o perlomeno molto verosimilmente.
La stessa sensazione si prova solo guardando il film di Pasolini Il vangelo secondo Matteo: dimenticate l'horror splatter antisemita di La Passione di Cristo, in comune c'è solo il nome del protagonista e la location degli esterni, ma PPP scelse Matera 30 anni prima, e il suo Cristo è uno di noi, brutto corto stortignaccolo e incazzoso, non bello nordico e iconografico come quello ridotto a frattaglie da Gibson o peggio ancora quello da immaginetta di Zeffirelli.
Oppure, ascoltando di nuovo il vinile straconsumato de La buona novella di De Andrè, capolavoro basato sui vangeli apocrifi decenni prima del Codice da Vinci, la boiata commerciale di Dan Brown e relativo film diretto da uno dei più bolsi registi di Hollywood, quel Ron Howard che era meglio continuasse a fare per sempre Ricky Cunningham.
Solo così un povero cristo può avvicinarsi davvero a Cristo, non certo coi quattro contraddittori vangeli ufficiali, nè tantomeno con la fallibile dottrina ufficiale della Chiesa di Roma. Di cui il Gesù di Saramago conosceva i crimini secoli prima che venissero commessi, perchè ha preteso e ottenuto da Dio di sapere la verità in cambio dell'accettazione del proprio sacrificio. Geniale, vecchio Josè dalla prosa difficile e mal punteggiata; che bello che resti con noi ancora un po', chissà quante altre storie hai da raccontarci...

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