lunedì 12 gennaio 2009

DALLE PAROLE AI FATTI

Siccome come si dice in questi casi le chiacchiere stanno a zero, Contrappunti dopo aver pubblicato la "dotta" disanima di Gino Nobili che recensivamo venerdì, ha dato spazio a una lodevole iniziativa partita da un monastero buddista in California (sic!): una lettera di intenti che ciascuno di noi può adottare e perseguire per ridurre la propria, di impronta ecologica sul pianeta.
Non mi ricordo quale esponente di Medici Senza Frontiere, interrogato da un giornalista che forse intendeva stuzzicarne l'apparente contraddizione tra la laicità dell'organizzazione e l'impronta missionaria dell'attività, su come potesse pensare di salvare il mondo con tutta quella gente che soffriva dappertutto, rispose così: una persona per volta.
Io purtroppo vivendo a Roma e lontano dall'ufficio, non posso spostarmi in bicicletta e l'uso dei trasporti pubblici penalizzerebbe troppo i miei tempi. Ma, seguendo la traccia della lettera di cui sopra, ho un'auto euro 4, volo meno di 10 ore l'anno, faccio spesso le scale, lascio asciugare il bucato all’aria, tengo i capelli cortissimi e uso pochissimo il fon, prediligo i prodotti locali (controllo le etichette) e meglio ancora quelli coltivati di persona senza pesticidi o diserbanti, acquisto quanto più possibile cibo biologico, uso in gran parte lampadine a basso consumo, non ho il condizionatore in casa e quando lo avevo lo usavo solo in situazioni eccezionali, in auto imposto il climatizzatore al minimo costante (che è la soluzione più ecologica: attendere di stare per morire di caldo e poi accenderlo a palla consumi molto di più, e tenerlo spento e viaggiare coi finestrini aperti consumi tanto più carburante...), evito quanto più possibile di accendere il riscaldamento a casa e in ufficio (mi da proprio fastidio), non sono vegetariano ma mangio pochissima carne (al massimo una volta la settimana), cerco di usare detersivi biodegradabili e fare la raccolta differenziata anche in ufficio, non butto mai niente e riutilizzo e riciclo tutto ciò che può essere riutilizzato o riciclato, compro solo gli abiti e le calzature nuove di cui ho strettamente bisogno (non seguo le mode), spengo i computer quando non in uso, uso quando posso ciabatte con interruttore, non faccio quasi mai il bagno: solo docce calde di breve durata, uso lo sciacquone con flusso ridotto dopo avere fatto pipì, cerco di migliorare le mie conoscenze di ecologia e scrivo spesso articoli che contribuiscano a sensibilizzare sull'argomento. Non è molto, cercherò di fare di più, ma se ciascuno di noi informasse i propri comportamenti individuali anche solo ad un'attenzione generica a questi argomenti, il miglioramento su scala globale sarebbe davvero sensibile.

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