martedì 3 febbraio 2009

LE RADICI DEL QUALUNQUISMO

Può anche essere che nei piani della P2 c'era scritto come fare in modo che la gente si disamorasse della politica, e che Berlusconi li abbia eseguiti alla lettera. Ma senza la collaborazione di chi gli si sarebbe dovuto opporre, fin da quando la giunta elettorale non doveva omologare la sua elezione in parlamento in quanto incompatibile con il suo status di concessionario di pubblico servizio, passando per la Bicamerale e il Predellino, occasioni in cui due ex direttori dell'Unità si sono susseguiti nel fargli da Baywatch mentre stava per annegare, difficile che sarebbe potuto arrivare a questo punto, nella deriva antidemocratica.
Imbarazzante la differenza di preparazione nell'abc della politica: nel 2006, conscio di stare per perdere le prossime elezioni politiche, Silvio fece approvare una legge elettorale proporzionale che consegnasse al probabile vincitore Prodi una maggioranza molto meno forte di quanto avrebbe avuto col maggioritario; neanche due anni dopo, senza altro motivo che non il timore per le proprie sorti politiche personali, Walter accelerò il processo di formazione del Partito Democratico prima che il governo dell'Unione potesse approvare una legge elettorale maggioritaria, unica a dare senso a quel processo, consegnando così l'Italia al suo avversario per un altro quinquennio di arbitrio.
Non basta, i proclami di rimonta hanno provvisoriamente portato al PD molti elettori con il ricatto del voto utile, lasciando fuori dal parlamento ogni rappresentanza di sinistra. Non basta, si continua a fare opposizione morbida, dialogando con chi non vuole fare altro che stravincere e annullare ogni dialettica democratica. Pochi giorni fa l'astensione sul Federalismo, del PD ma anche dell'IDV, questi "pericolosi sovversivi" guidati da un ex giudice che in qualunque altro Paese democratico sarebbe nel centrodestra. Adesso, in attesa di regalare al PDL i voti necessari ad approvare la riforma della giustizia con la maggioranza dei due terzi togliendo così ai cittadini il diritto di pronunciarsi con referendum confermativo, ci si prepara a introdurre lo sbarramento alle elezioni europee, con accordo bypartisan benedetto anche dai sondaggi, almeno a sentire quanto dice La Repubblica, oramai organo di partito.
Introdurre un qualsiasi sbarramento ha senso solo in nome della governabilità. Il parlamento europeo non governa un bel niente. Occorre mandarci una rappresentanza delle idee politiche degli italiani, quanto più fedele possibile. La semplificazione lì non serve, se non all'orticello politico sempre più striminzito di un partito nato morto che a questo punto prima collassa meglio è, e che tenta di rimandare la sua fine a costo di togliere l'ultima voce a chi davvero critica questo sistema. Mentre in America quelli del Partito Democratico vero hanno usato proprio queste voci per tornare in auge.
Abbiamo spesso temuto Grillo per la sua deriva qualunquistica, e fino a che ai suoi comizi si paga un biglietto non lo prenderemo sul serio come politico, ma davvero non ci si può stupire del seguito che attira, se l'opposizione è quella che è. Hai voglia a tentare di scimmiottare Obama sull'economia verde, Wally: te ne devi andare a casa, tu il tuo partito e tutta la tua insipienza politica.

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