venerdì 4 novembre 2011

LA POLITICA AL TEMPO DELLA PESTE

"Scendeva dalla soglia, povca tvoia..."
Parafraso un famoso romanzo perché le vicende politiche di questi giorni me ne ricordano uno molto più famoso ancora. Infatti abbiamo:
  • un Renzo, anzi più di uno, che si fa scrivere il programma politico da un noto Azzeccacarbugli, dopo avergli portato i capponi che sono i potenziali elettori del PD che litigano tra loro se il cicciobello fiorentino sia un berluschino de noantri o la vera Giovane Speranza del centrosinistra mentre forse è solo la riedizione del cicciobello romano immortalato da Corrado Guzzanti (a Berluscò, ricordate degli amici, ahò...);
  • un Don Abbondio Presidente, che siccome il coraggio uno se non lo ha non se lo può dare alza timidamente la voce solo adesso che si sente le spalle coperte dai suoi padroni europei ma sono anni che si distingue per inerzia, e il suo atto di codardia più grave data più o meno un anno in questi giorni, quando scalciò il sasso finiano fissando inopinatamente l'appuntamento per la fiducia a una data abbastanza in là da consentire all'Innominato di comprarsi i voti che gli servivano: adesso servirebbe uno bravo a calcolare di quanto più grave è oggi la manovra rispetto a quella che avrebbe potuto varare un governo tecnico un anno fa, e addebitare la somma a Giorgio Napolitano incidendo sul patrimonio personale ed eventualmente sul quinto della lauta pensione;
  • i promessi sposi che sono PD e UDC col Terzo Polo a reggere il moccolo mentre i due finiscono il lavoro dei killer precedenti sparando il colpo di grazia ai diritti conquistati col sangue e il sudore dai nostri padri e allo Stato sociale, quando invece ci sarebbe proprio bisogno di una sinistra vera che puntasse a una nuova Europa  con moneta sovrana da usare per il welfare e la piena occupazione dei suoi cittadini - una Europa davvero democratica, perché davvero quella che ci hanno lasciato da usare sta alla democrazia come una fleshlight al sesso con la donna che ami;
  • la peste, che è la crisi nera in cui stiamo vivendo, e che ancora non è arrivata alla fase in cui dispiega i suoi effetti più nefasti - una sinistra degna di questo nome oggi starebbe appunto affilando le armi per far si che il debito venga pagato da chi l'ha fatto e da chi ne ha beneficiato invece che dai soliti noti come sarà se si limita, come purtroppo spesso da vent'anni a questa parte, a fare da maggiordomo al Vero Potere;
  • una monaca di Monza clonata fino a formare un esercito con livelli gerarchici interni (dall'incarico ministeriale giù verso incarichi politici di vario livello, ammissione alla presenza del divo in feste private, semplice aspirazione a entrare nel giro della mignottocrazia televisiva e magari sposare un calciatore);
  • un addio monti che vale per 3, e forse in cambio un benvenuto Monti singolo - che è come dire sono morto investito da un'auto, ma almeno era una Mercedes mica una Venault con la evve.
Ancora sento da alcuni amici ripetere l'argomento "se continuiamo a dividerci facciamo vincere gli altri, meglio Renzi che ruba consensi pure a destra che chiunque altro della vecchia guardia": gli voglio bene, ma non ce la faccio più a seguirli. Troppe volte abbiamo fatto l'errore di dire "intanto vinciamo, poi risolviamo le nostre divisioni interne", poi vinciamo non risolviamo niente e passiamo la mano prima di aver potuto fare "qualcosa di sinistra" ma purtroppo non prima di aver risanato i conti diventando un altro bel po' invisi alle masse. Ora, se per vincere abbiamo bisogno del figlio di un democristiano con un programma politico alla destra del padre - si alla Tav, si agli inceneritori, si alla ricerca applicata a scapito di quella teorica e in genere alla mercatizzazione dell'istruzione superiore, si alla privatizzazione dei servizi locali in violazione di una recentissima e nettissima indicazione popolare, e nessun cenno ai beni comuni o al conflitto d'interessi, nessuno su Chiesa e Ici, fine vita e unioni di fatto - forse stavolta è davvero molto meglio perdere. Stavolta chi va li al posto del tricotrapiantato deve fare il lavoro sporco, deve metterci una toppa grande quanto tutte le ruberie di Craxi e del pentapartito, tutte le Grandi Opere Inutili e Incompiute, e insomma tutto quanto ha creato questo famoso debito a prescindere dall'Euro che poi l'avventura Euro, concepita male ma da noi attuata ben peggio, ha reso drammatico, cui si aggiunge l'enorme danno ulteriore derivante dall'avere per troppi degli ultimi 18 anni avuto a capo del Governo uno che pensa esclusivamente ai cacchi suoi compreso quello pompettamunito. Lasciamo l'incombenza a Montezemolo o a qualunque altra emanazione diretta degli stessi ladri che hanno creato il debito, lasciamo a loro di raccogliere il carico di impopolarità che la cosa comporta, e usiamo le nostre intelligenze per raccogliere e organizzare lo scontento attorno a una nuova forza di sinistra che possa stravincere le prossime elezioni e governare abbandonando definitivamente il monetarismo per un nuovo keynesianesimo, in un quadro europeo se ci riesce se no facendo saltare il banco del debito prima che ci pensi l'estrema destra come l'altra volta.
Statemi a sentire: uno come Renzi per il centrosinistra è il futuro, si, ma come il futuro di tutti noi è una bella pietra tombale.

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