venerdì 19 aprile 2013

CURVATURA

I fan di Star Trek sono gli unici che non hanno bisogno di spiegazioni sul titolo, per gli altri sintetizzo rapidamente con un esempio: prendete un foglio e segnate due punti A e B più lontani possibile tra loro, la velocità per spostarsi tra l'uno e l'altro sarà data dalla lunghezza del segmento che li unisce diviso il tempo che ci si impiega a percorrerlo, poi curvate il foglio fino a farli combaciare, la velocità rispetto allo spazio tridimensionale sarà quella necessaria a passare da un punto all'altro oramai vicinissimi, ma rispetto allo spazio bidimensionale rappresentato dal foglio sarà vertiginosa (tante volte quanto più lungo è il segmento in 2d rispetto alla distanza tra i punti in 3d) - la stessa cosa vale aumentando le dimensioni di uno: nello spazio tridimensionale non è possibile andare a velocità anche solo vagamente prossime a quelle della luce, ma se si trovasse il modo di "curvarlo" si potrebbe "correre" a multipli di essa, come fanno le astronavi di Kirk e Picard in ossequio alle teorie di Einstein, schizzando nel nostro schermo TV.
Questo meccanismo, tanto immaginifico nei telefilm quanto fondato scientificamente, può essere usato anche come metafora per rappresentare le contraddizioni apparenti della velocità della Storia. Accade spesso, infatti, che si verifichino delle accelerazioni del tutto incomprensibili alla maggior parte degli attori, che come gli atomi del foglio di carta, o come noi immersi nella percezione tridimensionale della realtà, continuano a misurare secondo i loro parametri fenomeni che per essere compresi hanno bisogno di una dimensione in più, di un mettersi fuori e lontano da se a vedere com'è curvato il foglio o lo spazio. Eppure se ci voltiamo indietro siamo tutti perfettamente in grado di vedere quante volte queste accelerazioni sono avvenute, solo che a posteriori è facile ricondurle a una concatenazione postuma e rassicurante di cause ed effetti, che se fossimo stati presenti non avremmo invece riconosciuto. L'avvento del fascismo, la crisi del 29, la guerra hitleriana, lo shock energetico del 73, o per restare vicini a noi il fenomeno Lega Nord, Mani pulite, la vittoria di Forza Italia, quella di Grillo: tutte accelerazioni che un attimo prima sembravano impossibili alla gran parte degli osservatori, gli stessi che dopo tentano invano di spiegarle secondo le loro categorie di pensiero, però purtroppo rese obsolete proprio dalle accelerazioni di cui sopra.
E' molto raro che qualcuno degli attori in scena riesca a rendersi conto di ciò che sta accadendo e riesca a teletrasportarsi a bordo dell'astronave un attimo prima che sguisci via nello spaziotempo. Eppure è la sola maniera per evitare ciò che accomuna gli aventiniani ai suicidi di Wall Street, Chamberlain ai Paesi importatori netti di petrolio, il CAF a Occhetto: la condanna definitiva della Storia. Pierluigi Bersani dopo la batosta elettorale pareva dare dei segni di risveglio, col patetico tentativo di incastrare i grillini copiandone parte del programma per ottenerne una fiducia in bianco, ma gli ultimi giorni purtroppo per lui dimostrano che si trattava di una presa di coscienza solo parziale; eppure non è ancora troppo tardi, possibile che anche i suoi consiglieri siano tutti ciechi come lui? La Storia è in una curva, ed è come pretendere di affrontare quella curva andando dritto, insistere con un partito che è un tentativo, di unire sotto uno stesso tetto due tradizioni con valori spesso diametralmente opposti, partito tardi e in un contesto non adatto, e finito malissimo. Solo prendendone atto si può salvare quella di queste due tradizioni a cui si tiene. Vuoi che esista ancora la possibilità teorica di riorganizzare un partito "di sinistra" in Italia? Prendi atto che non puoi guidare questo processo, per ora, ma al massimo puoi cogliere la scialuppa che ti hanno lanciato quelli che lo stanno guidando: vota Rodotà, e se il PD si spacca pace all'anima sua. Anche perché se anche riesci a imporre Marini il PD si spacca uguale e la curva della Storia si percorre lo stesso, l'unica cosa che cambia è il ruolo che tu avrai avuto in questo.
Lo stesso fenomeno si sta presentando in chiave europea. La stragrande maggioranza degli attori in causa si muove come se i parametri dello scenario fossero "naturali", dati una volta per tutte, ma invece è del tutto inutile ragionare all'interno di questi parametri: essi sono già superati, la costruzione eurocentrica ha fallito, la differenza tra capirlo prima e subirlo dopo è solo nell'ampiezza degli effetti drammatici che si subiranno. Chi parla e pensa come se le scelte politiche fatte a partire dagli anni 90 e divenute sempre più stringenti di recente fossero non appunto scelte politiche ma quasi costrizioni inevitabili della Scienza, è solo ottuso, magari inconsapevolmente ma ottuso. Tanto è vero che le voci di chi invece si rende conto dell'accaduto, dapprima isolate, sono adesso sempre più presenti, anche se ancora enormemente minoritarie. Stefano Rodotà, appunto, è una di queste voci, e l'anno scorso è stato praticamente il solo esponente politico di rilievo a tuonare contro il fiscal compact e le modifiche costituzionali da esso imposte. Averlo come Presidente della Repubblica oggi significherebbe la garanzia che l'Italia, qualunque governo abbia, passi dal campo delle vittime sacrificali di un disegno europeo stupido e criminale a quello degli artefici di un nuovo disegno europeo con al centro i popoli e il loro benessere. Chiunque si renda correo dello spreco di un'occasione del genere si consegna mani e piedi al giudizio della Storia come Maria Antonietta e le sue brioches.
Insomma, alla fine Grillo ha offerto su un piatto d'argento a Bersani l'occasione di riscatto per lui e tutta la sinistra italiana, un'occasione così ghiotta da scatenare metafore del tipo "calcio di rigore a porta vuota", e Bersani rifiutandola è come se lo avesse tirato in tribuna, dimostrando di avere ancora meno intelligenza politica di quanto si sospettava. Spero che nessuno adesso oserà più menarla con la storia del mancato consenso al buio sul governo degli otto punti, ora che si è rivelato quanto fosse solo un patetico tentativo di imbonimento ai danni di Grillo che per fortuna non ci è cascato: mi rivolgo agli amici di Sel e dell'anima di sinistra del PD, cui la vicenda Rodotà dovrebbe aver dato una definitiva secchiata di acqua fresca in testa, e se non si svegliano ancora è narcolessia.
Le ultime parlano di un PD nuovamente compatto su Prodi, che del partito fu prima il padre putativo poi la prima vittima (fu sua l'idea, ma in tempi di maggioritario e in funzione antiberlusconiana aveva un senso, mentre Veltroni la realizzò in tempi di proporzionale riuscendo a far cadere il governo Prodi e rialzare un Berlusconi al tappeto abbandonato da tutti - e questo è uno solo della serie di delitti ascrivibili a questo modo di intendere il centrosinistra), nella speranza di eleggerlo con l'aiuto di alcuni grillini visto che era al secondo turno nelle "presidenziarie" (che nome orribile, per degli esperti di comunicazione, poi...) e visto che i berluscones non lo voteranno mai: il Professore è comunque stato l'unico a sconfiggere, e due volte, il Cavaliere. Purtroppo, i meriti di Prodi si fermano qui, e il fatto che i suoi alleati in entrambe le occasioni non gli abbiano concesso che pochissimo tempo di governare è da un lato un suo demerito perlomeno nella capacità di sceglierseli e dall'altro un clamoroso alibi per le cose che non è riuscito a fare (oltre che un ingigantimento di quelle che è riuscito a fare, risanamento record ed entrata nell'Euro in primis). Anche senza voler seguire le letture complottiste della sua biografia, e quindi anche volendo ammettere la sua buona fede nel credere che l'Euro avrebbe creato i presupposti per la creazione di quell'area valutaria ottimale che invece i manuali dicevano avrebbe dovuto essere il primo step, è oramai palesemente dimostrato il fallimento inemendabile della strategia eurocentrica nel suo complesso, e chi è onesto intellettualmente non può che ammetterlo e dedurne che il futuro ci consente alcune scelte di uscita da questa strategia, ma non più la sua ottusa prosecuzione. Vedremo se il probabilissimo prossimo Presidente avrà il coraggio di riconoscere il suo errore e incaricare un Presidente del Consiglio che si faccia alfiere di un movimento di radicale rinnovamento dell'Unione Europea, o meno. Di sicuro, con Rodotà avremmo (avuto) questa inversione di rotta: ecco perché il sogno è ancora che questi abbiano avuto la furbizia, stavolta, di fingere un accordo sul professore bolognese per votare compatti a sorpresa il giurista calabrese. Sarebbe una cosa intelligentissima, che salverebbe la sinistra prima e l'Italia poi, e questo ci dice purtroppo che molto probabilmente non la faranno...
Ed ora i consueti approfondimenti, con una inconsueta nota preliminare: seguite i link, e leggeteli (tutti: sia quelli in fondo al post sia quelli durante), fatelo per voi stessi, persino un'opinione formata con fatica rischia di essere superficiale, figurarsi una che prescinda da un qualsiasi lavoro di "studio". Se fossimo tutti più informati in politica monetaria, ad esempio, col cavolo che potrebbero spacciarci una delle teorie, e nemmeno la più brillante, come l'unica possibile. Questo blog, ultimo tra tanti altri, posto che vi fidiate vi fa risparmiare il tempo di cercare i contenuti da approfondire, descrivendoli per permettervi di scegliere quale vi interessa e quale no, ma non è possibile risparmiare quello di leggerli. E oggi ce ne sono anche tanti, in chiave europea:
  • OFCE, ovvero Osservatorio Francese per le Congiunture Economiche, ovvero l'austerità è teoricamente sbagliata oltre che praticamente disastrosa - e Rampini è daccordo, per non parlare di Stiglitz;
  • Pini, ovvero cinque cose concrete da fare e subito abbandonando questa assurda linea di politica economica;
  • Baranes, ovvero come e perché le banche stanno perseverando nei loro errori ancora adesso;
  • Soros, ovvero un miliardario non Gandhi, ovvero o la Germania accetta di mutualizzare il debito di tutti (cioè gli eurobond) o questa Unione Europea è meglio che chiuda;
  • Laura Castelli, ovvero le cinque alternative su cui ragiona il Movimento 5 Stelle per uscire dall'impasse eurocentrico, cinque scenari sensati altro che demagogia a buon mercato;
  • Marcon e Pianta, ovvero una via d'uscita dalla crisi che parte dal Fisco.
ULTIM'ORA: Prodi impallinato si ritira, Bindi si dimette (era l'ultima democristiana o ne resta qualcun'altro? cosa doveva unire il PD?), Bersani forse pure. L'ultima speranza, loro e nostra, è che stanotte decidano di votare Rodotà: a Berlusconi non resterebbe che ripiegare all'estero, il PdL e il PD si scioglierebbero, e un governo Grillo-Sel-sinistraPD farebbe tre o quattro cose fondamentali e ci riporterebbe al voto a democrazia finalmente sbloccata. Un sogno? Forse, ma stanotte sarà un bel dormire.... Scotty, curvatura 8, in cerca di nuovi mondi....

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