giovedì 1 agosto 2013

'O REO

No, anche mascherato da Pelè non sei 'O Rey, il Re.
Al massimo, da oggi, 'O Reo, il Colpevole!
C'era una categoria di persone che non attendeva la sentenza della Cassazione sui diritti televisivi con particolare ansia, molte altre si: i piddini perché in caso di condanna forse Silvio si portava via il suo pallone e cadeva il governo, e in caso di morte politica di Berlusconi cederebbe il pilastro fondante del loro partito, quello grazie al quale hanno preso la maggior parte dei voti (parlo con quelli che non credono ai sondaggi, quelli che ci credono sono irrecuperabili) e senza il quale si dovrebbe sciogliere; i tanti fascistoidi che infestano questo Paese, forse figli del suo "cattolicesimo familistico ancestrale", che senza un padre da venerare e cui obbedire, meglio dunque se un bel po' pezzodimerda, proprio non sanno campare, e infatti morto uno se ne cercano subito un altro; i mafiosi in senso proprio e in senso lato, che non conoscono nessun modo di sbarcare il lunario che almeno non sfiori il malaffare, e hanno tanto bisogno di un referente che quando non ce l'hanno diventano nervosi e trattano per trovarlo; i "chinonsaltaberlusconiè" (e vabbè nel giusto contesto un paio di volte è scappato anche a noi, ammettiamolo, ma timidamente, come il pugnetto di Gaber in Qualcuno era comunista...) che proprio non sanno definire la propria identità se non per differenza, ad esempio.
Questa categoria, di cui credo di far parte, è quella di chi riesce a maneggiare il concetto di responsabilità abbastanza da saper distinguere al suo interno, tra quella penale e quella politica ad esempio, e quindi non aveva bisogno di questa sentenza di condanna definitiva (molte altre di grado precedente erano già arrivate, insieme a un fottìo di prescrizioni) per emettere la propria personale sentenza inappellabile di condanna etica a uno che, ricordiamolo en passant che non fa mai male, ha iniziato a fare il palazzinaro coi soldi dei mafiosi custoditi nella banca di papà, ha creato città satelliti comprando a due lire terreni agricoli sapendo già che gli amici al Comune li avrebbero resi edificabili, ha comprato casa praticamente rubandola a un'orfanella con la complicità dell'avvocato suo tutore che poi avrebbe ricompensato con una lunga carriera politica culminata nel ministero di Grazia e Giustizia (niente male per uno poi condannato per corruzione), ha avuto per anni in casa come stalliere un boss pluriomicida, ha creato un impero televisivo acquistando a due lire i network concorrenti sapendo già che suo compare Presidente del Consiglio avrebbe varato nottetempo un Decreto Legge ("necessità e urgenza" dice, ma non specifica di chi...) che rimuoveva la causa della non redditività di tutti (compreso quello che già era suo) cioè l'impossibilità di trasmettere in diretta in tutta Italia, si onora di essere amico di un bibliofilo mafioso patentato che peraltro ha creato il suo impero pubblicitario prima e il suo partito politico dopo (guardacaso, proprio mentre la mafia mandava messaggi esplosivi per far capire quello di cui aveva bisogno), ha praticamente evaso ogni lira o euro che ha potuto anche creando società off-shore a scatole cinesi o assoldando (poi lo fece senatore) il finanziere che per primo lo aveva beccato, ha ottenuto il controllo di una casa editrice storica corrompendo i giudici, eccetera eccetera, e volutamente non cito le zozzerie con le minorenni cresciute perché non me ne frega nulla (sperando che almeno quelli fossero soldi suoi) ma questa cosa a latere si: ha tolto ogni dignità residua al Parlamento facendolo votare compatto che era vero che lui credeva in buona fede che quella fosse la nipote di Mubarak.
Tutto ciò, che è solo parte della messa, a questa categoria basta e avanza per il bando a vita dalla scena politca, e bastava già nel 93. Ma a una fetta rilevante del Paese non solo non costituiva/sce un problema, ma anzi era ed è parte rilevante della fascinazione che da Lui subisce. Quindi non restava che sperare nella via giudiziaria, per almeno far si che non facesse più danni alla democrazia. Ma da un certo punto in poi l'età ha reso irrealizzabile il sogno di vederlo in gattabuia (è solo per questo che lui ha detto di voler andare in galera in caso di condanna, perché sa che non può accadere), e chi ne masticava anche solo un po' sapeva che quello che c'era in ballo in questa pronuncia della Cassazione non poteva realisticamente portarlo di certo subito e forse mai all'interdizione fattiva dai pubblici uffici. Ecco perché non si aspettava con ansia. Anche se debbo dire, che il poter scrivere impunemente che è un delinquente, un condannato, un reo, ci ha la sua porca soddisfazione.

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