venerdì 22 gennaio 2016

ANDIAMO AL DOPOSCOLA

Lo scorso post non è stato tra i più cliccati ma tra quelli più commentati su facebook si: se non è la popolarità ecumenica di Zalone che è contagiosa, è l'interesse del tema "posto fisso o Dio Mercato" con la sua costola "pubblico o privato"...
Ma siccome questo blog con i followers è come la volpe con l'uva, non insisto nella strategia, e a pretesto per continuare a discutere del tema uso un cinematografaro di livello ben maggiore (e capacità di richiamo ben minore, anche se ai suoi tempi gli incassi li faceva pure lui, non i record ma insomma...): è il maestro Ettore Scola, che ha completato quell'ultimo giro di giostra su cui prima o poi tocca a tutti salire...
Scola mi serve perché è un ottimo esempio di quella stagione del cinema italiano in cui era frequente imbattersi in prodotti estremamente divertenti senza smettere di essere estremamente intelligenti, e comunque non portatori della narrazione "ufficiale" della realtà (chissà, forse perché non ce n'era una sola, o forse perché il pensiero autonomo era ancora sport di massa non di élite come è da qualche tempo).
Morto lui, ultimo di una generazione, non può non assalire la consapevolezza che tra qualche giro toccherà alla nostra infornata salutare a uno a uno, chi non prende qualche scorciatoia s'intende, e quindi l'urgenza di lasciare qualche messaggio alle successive (pur in coscienza del fatto che resterà come sempre sostanzialmente inascoltato). Per cui ragazzi, sappiate che:
  1. è possibile, perché è potuto essere (perché dopo un grande disastro non hanno la forza di negarlo), che una società sia improntata, pur con tutte le contraddizioni del caso (connesse, e come potrebbe essere diversamente, alla natura umana in genere e del vostro popolo in particolare), a che tutti abbiano un certo minimo (di che vivere e di diritti);
  2. non è una legge della natura che la ricchezza si debba necessariamente concentrare sempre di più in sempre meno mani, o se lo è non è ineluttabile e può essere contrastata almeno fino a contemperarla al punto 1;
  3. la crisi attuale, che vi porta ad accettare quando va bene lavori squalificanti e sottopagati, quando va male a campare di quanto hanno messo da parte i vostri genitori finché potrete, nasce proprio come diretta conseguenza dell'essersi scordati del punto 2, e se voi non ve lo ricordate al più presto e pretendete i rimedi non potrà finire che in un disastro immane;
  4. nel contesto di crisi generale in Italia va peggio non per caso, ma per via di un progetto preciso ben attuato da killer prezzolati di cui l'attuale Presidente del Consiglio non è che l'ultimo della serie e il più efficace in questa fase;
  5. anche se vi dicono il contrario, la terza guerra mondiale è in corso dal 1991, e se continua così la perdiamo, e per giunta giustamente;
  6. l'unica via d'uscita dal punto precedente è uscire dal tunnel del petrolio, cosa che si può fare, e che costi quel che costi si deve fare (anche perché qualunque costo sarebbe sempre inferiore a quello che si pagherà perdendo la guerra di cui al punto 5);
e stasera, anziché la solita serie o il solito talent, cercatevi e guardatevi C'eravamo tanto amati oppure Una giornata particolare, e forse capirete perché dovete sapere tutto ciò, e magari cosa fare.

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