lunedì 4 gennaio 2016

SE UNA MATTINA IO...

Questa è una semplificazione, al solo scopo di facilitare la comprensione del paradigma, NON un'ipotesi concreta magari frutto di polluzioni notturne. Facciamo che io (o uno chiunque di voi che sia ancora più fess..., pardon più onesto di me) mi sia svegliato il 1° gennaio 2016 con i poteri di un dittatore della Repubblica Romana (che erano assoluti ma temporanei, ricordo) e il mandato di risolvere la crisi economica. Ebbene, non ci crederete, ma sarebbe un piano semplicissimo, a patto appunto di avere il potere di imporne l'applicazione coerente di tutte le sue parti:
  1. denuncia dei trattati europei per la parte che non consentono a ogni Stato membro di decidere autonomamente la propria politica monetaria, il che significa che o mi stampano o mi consentono di stampare tutti gli euro che mi servono per il mio piano, o mi consentono di stamparmi una moneta parallela a solo corso interno, o faccio uscire il mio paese dall'area Euro, e se fatto questo crolla il resto della costruzione europea (ma non credo affatto) pazienza;
  2. mega piano di spesa pubblica a deficit contenente esclusivamente (esclusivamente, cioè annullando invece ogni grande opera o evento in fieri e futuro) interventi di medio/piccolo importo unitario, ad alto impatto sul fattore lavoro, come per il recupero del territorio con un occhio particolare alla prevenzione delle conseguenze nefaste degli accidenti climatici, il recupero edilizio di tutti i centri storici con riqualificazione energetica delle abitazioni, la riqualificazione di tutta l'edilizia scolastica pubblica, la valorizzazione dell'immenso patrimonio artistico e culturale, eccetera;
  3. ripubblicizzazione di tutti i servizi essenziali, con mega piano di assunzioni per garantirne lo svolgimento al di fuori della convenienza economica: sanità, ferrovie e trasporto pubblico in genere, strade, comunicazioni, energia, acqua, sono per uno Stato quello che sistema circolatorio, linfatico, osseo, tendineo/muscolare e neurologico sono per un essere umano, vitali: al libero mercato restino i vestiti, i trucchi e i profumi;
  4. incentivazione con ogni mezzo della microproduzione energetica da fonti rinnovabili, compresa la totale liberalizzazione della produzione e della vendita dell'eccedenza;
  5. ri-separazione del sistema bancario di risparmio da quello di investimento, con compiti rigidamente separati in modo immediatamente riconoscibile;
  6. riforma radicale del sistema fiscale con potenziamento e implementazione costante degli Studi di settore funzionale alla quasi-generalizzazione della forfettizzazione, di modo che quasi tutti i contribuenti (escluse solo le società medie e grandi tenute a un bilancio) sappiano prima quanto devono versare tale anno per svolgere tale attività, e che questo si fermi tutto compreso al 20-25 per cento del reddito stimato (se poi guadagni di più te li tieni, se di meno o dimostri che tipo di disastro ti ha colpito o "ti attacchi", e l'anno prossimo se non cambiano le stime - ma cambieranno se è giusto così e funziona l'implementazione costante - cambi attività);
  7. potenziamento dell'amministrazione della Giustizia e sua definitiva sottrazione all'influenza della politica, invertendo il processo messo in atto negli ultimi 30 anni, di modo da poter avere un Organo che sorvegli sulla corretta applicazione di tutto il meccanismo.
E' solo se poi alla fine quel 20-25% EFFETTIVO viene recuperato all'erario, infatti, che ogni spesa pubblica a deficit si risolve poi di fatto in un pareggio di bilancio: per ogni mille euro di spesa si originano alla fine del giro cinquemila euro di reddito quindi mille euro di entrate di fiscali. E' esattamente questa la funzione precipua del sistema fiscale in democrazia, NON la favola che vi raccontano del reperimento preventivo delle risorse da destinare poi alla spesa pubblica, ma la condicio sine qua non è impossibile spendere a deficit senza creare spirali di debito. E quindi la ragione per cui questa spirale si è creata (e con un buon esame di coscienza, nessuno può escludere la propria quota di responsabilità): perché tra micro e macro evasione, fuga di capitali, mafia, sommerso, tangenti, eccetera, hai voglia di aumentare le aliquote, inventare nuove tasse, ingegnarsi sui controlli fiscali e aumentare la pressione, il prelievo medio effettivo resta sotto quella quota e la spirale del debito decolla. E a nulla vale, infatti a nulla è valso, affidarsi mani e piedi a istituzioni monetarie restrittive ed eterodirette che impongono soglie di deficit e debito e poi lasciano alla politica il compito di trovare il modo di rispettare quelle soglie, perché più è corrotta la classe politica più lascerà indisturbate le cause della spirale e si avventerà sui rimedi ex-post che ben conoscete, i quali però non fanno che aggravare la crisi e quindi anche, per calo di domanda interna, anche la spirale stessa.
Ecco perché, al contrario di quello che vi dicono (che la prima è neutra, e la seconda è prepolitica), la moneta e la corruzione sono questioni eminentemente politiche, anzi sono LE questioni politiche su cui si gioca la partita oggi, ed è solo perché è l'unico partito ad avere una posizione coerente su entrambe le questioni (e fino a che ce l'avrà) che bisogna affidarsi al moVimento 5 stelle.
In altre parole, tutti i Paesi dell'Europa occidentale hanno beneficiato del welfare-State nel secondo dopoguerra, se fosse vero che è la sua insostenibilità in assoluto come modello di sviluppo la causa di tutti i mali, non si spiegherebbero le peculiarità dei problemi dell'Italia. Che è quasi ininterrottamente dal 1993 in avanzo primario (anno per anno, le entrate superano le spese, escluse quelle per interessi sul debito pregresso) senza che con ciò il problema del suo debito si sia risolto, anzi. All'Italia non serve una tutela straniera, che poi si è visto essere essenzialmente tedesca e quindi ovviamente peraltro negli interessi tedeschi. Serve che risolviamo i nostri problemi da noi. Serve un governo che combatta la corruzione senza quartiere, riducendola in meno di una generazione alla misura endemica tipica di tutte le altre democrazie, e assieme inverta il verso della redistribuzione del reddito, con qualsiasi mezzo rinuncia all'Euro compresa. Sinistra, destra, sopra o sotto, non importa: o un governo così o è la fine. Prima lo capite tutti meglio è, se non è già troppo tardi.
P.S. Tornando al giochino iniziale, forse è inutile ribadire che nel mio caso si trattava soltanto di un banale espediente retorico. Ma sicuramente è utile rileggersi (ad esempio qui) il significato pieno del termine "dittatura", guardarsi attorno, capire che la dittatura è qui e ora, e decidere se arruolarsi tra i collaborazionisti o nella resistenza, o restare ad affollare le fila degli ignavi.

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